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CONTROLLO

approfondimenti

Automazione e Strumentazione

n

Novembre/Dicembre 2015

39

ramento ottenuto verificando i risultati in modo

puntuale sono gli elementi “a chiusura” del cer-

chio che, sommando efficienza passiva e attiva,

consentono di mantenere nel tempo il risparmio

energetico.

Realizzare macchine efficienti

Il percorso verso la realizzazione di macchine

efficienti dal punto di vista energetico prevede

diversi passaggi, che possono migliorare via via il

risultato e il ritorno sull’investimento.

Migliorare la meccanica

Le componenti meccaniche sono gli elementi

della macchina che utilizzano l’energia richiesta,

pertanto una accurata scelta in questo senso con-

sente di ottenere un’efficienza energetica attiva

importante. Esistono

soluzioni meccaniche ad

alta efficienza

, come ad esempio i

riduttori epi-

cicloidali GBX

proposti da

Schneider Electric

,

che offrono rendimenti che si aggirano intorno

al 95%: molto maggiore a confronto ad esempio

dei classici riduttori con vite a ricircolo di sfere

(h=72%) che disperdono in calore una quantità

elevata di energia.

Il motore elettrico

Ciò che trasforma l’energia elettrica in energia

meccanica è il motore elettrico, che ha a sua volta

un rendimento maggiore o minore a seconda delle

caratteristiche. Anche in questo campo si possono

fare scelte efficienti, come risulta evidente para-

gonando ciò che si ottiene da un motore asincrono

o da prodotti innovativi quali

i motori brushless

della gamma BSH/BMH

di Schneider Electric.

Il rendimento passa da un valore del 79% a 1350

rpm all’86% a 4000 rpm: e l’incremento di velo-

cità associato si può facilmente trasportare in un

incremento di performance della macchina.

Per fare un esempio, se si considera una applica-

zione che richieda 0,75 kW effettivi, adottando

una soluzione composta da

motore asincrono e

riduttore a vite

si consumano in realtà 1,37 kW:

con la soluzione ad elevata efficienza si consu-

mano invece 0,96 kW, per un totale di 400 W

in meno a parità di performance, misurata con

la velocità nominale del motore asincrono. Dal

momento che usando un motore brushless si pos-

sono raggiungere velocità maggiori e rendimenti

più alti, la macchina può produrre di più oltre che

sprecare meno risorse.

Detto questo, si deve comunque tenere presente

che raddoppiare la velocità a parità di soluzione

non significa automaticamente guadagnare il

doppio: infatti, se si desidera raddoppiare la velo-

cità di produzione, si devono approssimativa-

mente quadruplicare anche le accelerazioni, con i

relativi consumi. Fare efficienza energetica signi-

fica anche

dimensionare la produttività della

macchina

ad un livello tale che con la soluzione

adottata sia ottimizzato il rapporto fra energia e

prezzo.

Un altro elemento su cui si può efficacemente

intervenire per migliorare l’efficienza energetica

nel motore elettrico è

la potenza che normal-

mente viene scaricata su resistenze di frena-

tura

ogni volta che avviene una frenata. Questa

energia a costo zero con le soluzioni tradizionali

viene normalmente dispersa in calore, ma utiliz-

zando concetti nuovi - come il concetto di

DC

bus Sharing

applicato sui drive Schneider Elec-

tric di nuova generazione

LMX32

- è possibile

dirottare questo flusso di energia verso altri

motori che in quel momento richiedano energia,

oppure immagazzinarlo in speciali dispositivi che

conservano l’energia fino al prossimo utilizzo,

evitando di richiederla dalla rete elettrica. Que-

sto porta ad una riduzione dei consumi ed anche

all’evitare l’utilizzo di resistenze di frenature, e

non solo:

aumenta anche le performance

per-

ché avere energia già disponibile a livello del bus

in continua, vuol dire avere energia pronta all’uso

da inviare immediatamente al motore che in un

dato momento ne richieda di più.

L’importanza della progettazione

e del software

Oltre ai dispositivi fisici che consumano energia,

ci sono anche altri strumenti per ottimizzare i

consumi energetici delle macchine automatiche:

in particolare le scelte di

progettazione e il sof-

tware

.

Un primo elemento da considerare sono le scelte

nel

dimensionamento delle motorizzazioni

: uti-

lizzare un motore significa dover muovere anche

il suo rotore, pertanto sovradimensionarlo porta

soltanto a consumare inutilmente più energia.

Anche

il profilo di moto prescelto porta a

diversi livelli di consumo

: utilizzare una classica

polinomiale del quinto grado permette di ottimiz-

zare le accelerazioni, ma dal punto di vista ener-

getico non è la migliore soluzione. Scegliendo

un profilo altrettanto ottimale come il seno

modificato, a parità di tempo e spazio di movi-

mento (stesse performance), si possono ottenere

consumi inferiori fino al 20%.

Librerie motion

software

che comprendano una vasta quantità di

scelte, come quelle a disposizione di chi sceglie

l’automazione Schneider Electric, consentono di

selezionare sempre il meglio per quella specifica

applicazione.

Infine grazie all’utilizzo di

camme elettroniche

si può ottimizzare il movimento di assi che pre-

sentino, durante il loro moto, dei carichi variabili