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Automazione e Strumentazione

Aprile 2018

ALIMENTARE

approfondimenti

29

Le inefficienze nei processi clean-in-place:

un problema molto rischioso

L’ottimizzazione dei processi clean-in-place

permette di affrontare con maggiore efficacia

tutte le cause di inefficienza, che possono dare

origine a vari tipi di problemi, quali: mancanze

nella sicurezza alimentare, interruzioni della

produzione, eccessivo consumo di acqua ed

energia. La chiave di volta sta nell’adozione di

un sistema che offra una tracciabilità totale, oggi

possibile grazie a soluzioni software innovative.

Per quanto riguarda la

sicurezza alimentare

,

la tipica complessità dei sistemi CIP, composti

da centinaia di metri di tubazioni, innumerevoli

valvole, pompe, strumenti aumenta il rischio

di guasti, che possono comportare costi molto

gravi. Laddove avvenga una pulizia inadeguata,

si rischia di violare le normative di sicurezza ali-

mentare. Quando anche non si causino danni alla

salute delle persone, ogni contaminazione com-

porta il richiamo dei prodotti, intacca la fiducia

dei consumatori nel marchio, in ultima analisi

porta a perdere profitti. In caso di contamina-

zione, la tracciabilità totale (grazie al software)

e la ‘prova di pulizia’ contribuiscono a limitare

gli impatti legali; per l’azienda coinvolta sarà più

facile identificare l’impatto della contaminazione

e rendere meno impegnativa l’implementazione

delle procedure di ritiro o richiamo.

In merito alle

interruzioni della produzione

,

Tutte le aziende alimentari mirano a ridurre

costi di esercizio e sprechi per abbassare i costi

di produzione, senza compromettere la qualità

dei prodotti. Per eseguire un processo CIP è

però indispensabile interrompere la produzione

e in questo caso, con l’obiettivo di contenere gli

impatti sulla redditività, si tende a risolvere il

problema ma senza ricercarne la causa origina-

ria, oppure a prolungare i tempi della pulizia,

sopravvalutando i rischi di contaminazione.

Anche in questo caso le nuove tecnologie CIP

vengono in soccorso. Con l’automazione sempre

più spinta dei processi, si riduce il tempo necessa-

rio a individuare la causa di un problema da ore a

minuti; processi CIP ottimizzati, inoltre, consen-

tono di ridurre anche del 20% i tempi della pulizia.

Uno degli aspetti fondamentali su cui l’otti-

mizzazione dei processi CIP, consentita dalle

nuove tecnologie, può incidere, è la

riduzione

dei consumi di acqua ed energia

per realizzare

una perfetta pulizia delle apparecchiature, che

riduca i rischi di contaminazione e incrementi

quindi al tempo stesso l’efficienza produttiva.

La pulizia, tuttavia, richiede un elevato dispendio

di energia: ad esempio, quasi la metà dell’energia

utilizzata in uno stabilimento che produce latte

viene ‘sprecata’ per la pulizia dell’apparecchia-

tura e delle linee di produzione

[4]

. Per ridurre i

consumi energetici è fondamentale calcolare con

precisione la temperatura necessaria per pulire le

apparecchiature: per ogni grado di temperatura

CIP in meno, si riduce di 1/60 l’energia necessaria

per riscaldare il fluido (questo calcolo è basato su

una temperatura della soda caustica di 80 °C e una

temperatura degli acidi di 65 °C a una temperatura

ambiente di 20 °C)

[5]

. È possibile ridurre anche la

quantità di acqua o prodotti chimici, predisponendo

serbatoi di recupero che consentono di riutilizzare

il liquido anziché dirottarlo nel canale di scarico.

Inoltre, i produttori di alimenti e bevande devono

rinnovarsi per rimanere competitivi; occorre

migliorare le ricette e sviluppare nuove linee di

prodotti. Per questi motivi,

i sistemi CIP devono

essere flessibili

per potersi adattare ai diversi tipi

di sporcizia che si produce nelle apparecchiature a

mano a mano che le linee di prodotti si evolvono.

I sistemi CIP moderni, dotati di software di

automazione, consentono la visualizzazione

dettagliata di ogni aspetto del processo;

questa tracciabilità del sistema garantisce

diversi vantaggi:

- Gli operatori possono controllare ogni opera-

zione CIP per accertarsi che sia stata eseguita

correttamente;

- La diagnosi è di facile esecuzione e fornisce

informazioni dettagliate su ogni elemento del

ciclo di pulizia;

- I guasti e i problemi possono essere rapida-

mente evidenziati e corretti;

- I responsabili degli impianti possono creare

rapporti operativi dettagliati;

- I rapporti sulla sicurezza alimentare per gli

enti regolatori sono facili da preparare e sono

più completi.

Ottimizzazione software vs miglioramenti

incrementali

I produttori di apparecchiature assicurano l’in-

stallazione e il corretto funzionamento dei sistemi

CIP ma tali sistemi devono essere ottimizzati in

base all’ambiente di un particolare impianto.

Alcuni produttori di alimenti e bevande hanno

provato a migliorare l’efficienza dei loro sistemi

CIP; il processo richiede un approccio manuale

‘a tentativi’ che non considera una visione oli-

stica del sistema, intervenendo invece su singoli

aspetti: dalla modifica/ottimizzazione dei pro-

dotti chimici quella dei tempi di pulizia, dalla

regolazione della temperatura dell’acqua alla

riconfigurazione ‘manuale’ delle impostazioni