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Speciale

Le città intelligenti

Città intelligenti nella realtà

Nel mondo sono già moltissime le sperimentazioni di smart

city. Per citare solo un paio di esempi, l’Unione Europea ha in-

vestito oltre 11 milioni di euro a Santander, località portuale

sulla costa atlantica della Spagna dove sono stati installati 10

mila sensori per il monitoraggio di qualsiasi elemento urbano:

illuminazione, traffico, livelli di temperatura e umidità, emis-

sioni nocive, spostamenti delle persone e quantità dei rifiuti. I

dati raccolti vengono inviati in tempo reale e analizzati dal la-

boratorio della Facoltà di Ingegneria dell’Università della Can-

tabria. Altro suggestivo esempio è Singapore, che ha avviato

un progetto più ampio che abbraccia tutta la nazione, Smart

Nation Singapore, e in cui è molto forte il tema ambientale,

come mostra l’installazione dei Supertree Grove, alberi fotovol-

taici che trasformano i raggi solari in energia elettrica. In Italia,

Enea ha realizzato lo Smart Village nel Centro Ricerche Casac-

cia, un ecosistema urbano dove testare e sviluppare tecnologie

e applicazioni smart in ambiente controllato, primo prototipo

italiano nell’ambito della Ricerca di Sistema Elettrico e nel con-

testo dell’accordo di programma con il Mise. Ad oggi, nel cen-

tro sono stati realizzati tre impianti di smart street, con sistemi

di illuminazione smart che integrano illuminazione LED ad alta

efficienza, controllo adattivo e telegestione del singolo pun-

to luce. Alla base è la sensoristica integrata sviluppata, come

gli Smart Eye, un sensore ottico in grado di rilevare i flussi di

veicoli e le condizioni ambientali, per regolare la tensione di

alimentazione delle lampade in funzione del passaggio e delle

mento e motivazione dei cittadini sono essen-

ziali anche per abbinare pratiche d’uso corrette

alla diffusione di tecnologie IoT e di connettivi-

tà, che portano con sé un aumento dei possibili

problemi di sicurezza informatica in una smart

city. Nel progettare la trasformazione in città in-

telligente, occorre inoltre tenere ben presente

che ogni città ha una propria identità, peculia-

rità e priorità che vanno individuate e rispettate

per calare un concetto di smart city nei singoli

contesti urbani. Bisogna inoltre abbandonare

l’idea che un progetto di smart city sia appan-

naggio del solo ente locale comunale. Una città

intelligente richiede, anzi, il contributo di diversi

attori e di diverse competenze, soggetti esterni

che garantiscano l’apporto di know-how diver-

si. Sinergie che si creano all’interno di partena-

riati pubblico-privati tra enti locali, PA, imprese,

start-up, università e centri di ricerca, congiunti

nello sviluppo di soluzioni applicative e tecno-

logie innovative. Al contempo, all’interno delle

pubbliche amministrazioni devono però essere

presenti figure in ambito ICT con competenze

digitali sufficienti a comprendere le potenzia-

lità delle diverse tecnologie, per orientare op-

portunamente la scelta dei partner tecnologici

nell’incontro con le priorità della città.