![Show Menu](styles/mobile-menu.png)
![Page Background](./../common/page-substrates/page0015.png)
15
Efficiency & Environment - Marzo 2018
Dati Mercato
Climate change
Un nuovo sondaggio internazionale condotto da
DNV GL
(
www.dnvgl.it ), ente di certificazione, con il supporto di
GFK Eurisko, indaga se e in quale misura le aziende siano resilienti ai cambiamenti climatici. Quasi tutte le imprese
coinvolte nel sondaggio hanno menzionato almeno un rischio legato al clima che ritengono potrà avere un impatto
diretto o indiretto sulla propria attività. Le maggiori preoccupazioni sono legate agli aumenti di temperatura/ondate di
calore (55%), alle tempeste (44%) e alle alluvioni (38%). Le preoccupazioni variano in base alla collocazione geografica.
Ad esempio, in America Centrale e Meridionale e in Europa, 6 aziende su 10 indicano l’aumento delle temperature e
le ondate di calore come rischio predominante, mentre 6 su 10 in Nord America vedono nelle tempeste la minaccia
principale. Le aziende si aspettano che gli impatti generati dai cambiamenti del clima influenzino la loro attività entro
pochi anni. Solo un’azienda su otto crede che avverrà tra più di 10 anni e oltre una su quattro dichiara che un’area della
propria value chain ne ha già risentito. Tuttavia, solo il 25% ha già adottato misure di adattamento o di resilienza. Le
grandi aziende, invece, sembrano essere più avanti nel percorso di adattamento, con il 40% che ha già implementato o
ha in corso iniziative su questo fronte. I risultati suggeriscono che le imprese siano solo all’inizio del proprio percorso
per affrontare l’adattamento e la resilienza ai cambiamenti climatici. Fattori esterni come leggi e regolamenti (50%)
ed esigenze/richieste da parte dei clienti (43%) sono in cima alla lista delle ragioni che spingono le aziende all’azione.
Tuttavia, la salvaguardia dell’impresa stessa, le preoccupazioni dell’opinione pubblica, unite alla responsabilità sociale,
nonché alla volontà di garantire la continuità operativa vengono subito dopo. Lo studio ha anche identificato un pic-
colo gruppo di aziende, definite ‘leader’, che si distinguono come capofila sia per aver implementato azioni di adatta-
mento o di resilienza, sia per aver ottenuto punteggi più alti su ogni aspetto considerato. Per questo gruppo di imprese,
garantire la continuità operativa (55%) è un fattore che spinge all’azione tanto quanto le leggi e i regolamenti (53%).
La metà circa delle aziende ‘leader’ è mossa anche dalla convinzione che potrà beneficiare da queste azioni anche in
termini di vantaggio competitivo e di creazione di valore (35%).
Fotovoltaico
Un progetto di ricerca (Gpov, Global Optimization of Integrated Photovoltaic System for low electricity cost) per
sviluppare un sistema fotovoltaico in grado di produrre elettricità a bassi costi e che riduca del 40% i tempi di ri-
entro dell’investimento. Lo porterà avanti
Convert Italia
(
convertitalia.com/it/ ), società italiana attiva da 35 anni
nel settore energetico, per il quale ha ottenuto un finanziamento di 1,4 milioni di euro dalla Comunità Europea.
Secondo recenti analisi di mercato, l’energia solare diventerà la fonte di elettricità più economica in molte aree del
mondo, con costi che varieranno dai 4 ai 6 centesimi di euro per kWh/anno in Europa entro il 2024. Attualmente
sono già stati raggiunti i 2,2 centesimi di euro per kWh/anno nella realizzazione di un impianto fotovoltaico da 800
MW ad Abu Dhabi per il 2019. Il progetto, della durata di 4 anni, accelererà la riduzione dei costi di elettricità imple-
mentando funzionalità avanzate negli impianti e creando sinergie attraverso 5 aree: gestione della luce, efficienza
energetica, efficienza dei materiali, affidabilità del sistema, configurazione e manutenzione degli impianti. I costi
dell’elettricità verrebbero così ridotti fino al 50% (attualmente sono 0,04 euro per kWh) e il tempo necessario per
rientrare nell’investimento si dovrebbe ridurre del 40%. Il progetto avrà un ciclo di vita di 35 anni per le stringhe
fotovoltaiche invece dei 25 anni standard.
Settore legno
Il barometro per le macchine e gli impianti per la lavorazione del legno e l’industria del mobile continua a segnare bel
tempo. Questo il trend che emerge chiaramente dal pre-consuntivo elaborato dall’Ufficio studi di
Acimall
(
acimall.
com
). Secondo i dati diffusi, nel 2017 si è raggiunto un valore della produzione pari a 2,29 miliardi di euro, l’11,6% in
più rispetto all’anno precedente. Ottimo l’andamento delle esportazioni, che si sono attestate a 1,6 miliardi di euro, il
7,1% in più rispetto al 2016. Nella top ten dei nostri migliori clienti figurano al primo posto gli Stati Uniti, che hanno
comperato tecnologie italiane per il legno per un valore pari a 165,5 milioni di euro, seguiti dalla Germania (105,8
milioni), dalla Polonia (102,4 milioni) e dalla Francia (92,5 milioni). In aumento anche il valore delle importazioni (199
milioni di euro, più 10 per cento rispetto all’anno precedente). Anche il mercato interno prosegue sulla strada della
crescita, forte dei provvedimenti di sostegno all’investimento varati negli ultimi anni dal Governo italiano, con chiare
previsioni di ulteriori progressi nel breve e medio periodo: nel 2016 i “consumatori” italiani di macchine per il legno
hanno investito 743 milioni di euro, diventati 894 (140 milioni in più) nel 2017 e tutto sembra indicare che il 2018 possa
vedere un mercato interno vicino al miliardo di euro, il nuovo record dopo i 900 milioni del 2001. Un futuro roseo a
favore del quale depongono anche i dati emersi dalla tradizionale indagine congiunturale elaborata dall’Ufficio studi
Acimall: il quarto trimestre 2017 si è chiuso con una crescita degli ordini del 36,8% rispetto all’analogo trimestre 2016
(era il 42,9% nel periodo luglio-agosto, sempre confrontando il trimestre con lo stesso periodo dell’anno precedente).
Un dato che è la sintesi dei risultati conseguiti dalle commesse in arrivo dall’estero, cresciute del 35,2% (il 51,5 nel
trimestre precedente) e dell’ottimo andamento della domanda italiana, che si attesa a quota più 49,5% rispetto al pe-
riodo ottobre-dicembre 2016 (era il 19,7 nel secondo trimestre).