MARZO 2018
AUTOMAZIONE OGGI 404
126
TECH BOYS AND GIRLS
AO
Lucilla La Puma
aleria Nicolosi vive a Dublino, una città che per lei ha rappresentato e rappresenta la ‘sua casa’. Qui infatti non soltanto ha
trovatopiena soddisfazione nel lavoro, come ricercatrice e professore ordinario alla TrinityUniversity di Dublino, ma gode
anche della giusta autorevolezza che la carica le conferisce, grazie al ruolo centrale che ha la ricerca in Irlanda, attorno cui
ruota un indotto importante di ‘menti’ e colossi dell’industria. “Persino negli anni della grande recessione, questa città”mi
racconta Valeria “non hamai tagliato un solo euro nei fondi per la ricerca”. Nicolosi si laurea a Catania nel 1999 alla facoltà
di chimica con indirizzo industriale e nel 2006 conclude il dottorato in fisica al Trinity College di Dublino, imperniato sui
nano-materiali. “Mi ero specializzata in chimica, ma volevo osservare la stessa materia da un’altra angolazione, entrare
nel vivo delle sue applicazioni pratiche. Gli studi universitari mi erano serviti per analizzare la chimica dei materiali, la loro
reattività, ma mi interessavano molto di più le loro applicazioni, dai materiali compositi alle batterie, allo stoccaggio di energia. Ho fatto” mi
spiega ancora la dottoressa “il post dottorato per un altro anno a Dublino e poi dal 2007 sono volata a Oxford, al Dipartimento di Scienza dei
Materiali, e li sono rimasta come ricercatrice permanente fino al 2012”.
E poi?
“E poi ho ricevuto una proposta irrinunciabile dal Trinity College di Dublino, che, come ho detto prima, per me rappresentava l’essere ‘a
casa’. Mimettevano a disposizione ilmassimo che un ricercatorepotesse aspettarsi, lemigliori infrastrutture, laboratori, strumentazione e anche
la proposta economica era adeguata alle mie aspettative. Così sono partita, anzi ritornata. E sono rientrata con la massima carica universitaria,
quella di professore ordinario. Sono riuscita a realizzare molto qui dal 2012. Ne vado fiera. Ho ricevuto in pochi anni già 14 milioni di euro di
finanziamento, sia dal governo irlandese, sia dalla Comunità Europea, sia dall’industria privata. Quando sono arrivata coordinavo un team di
cinque ricercatori, oggi sono 35. Negli ultimi 5/6 anni la mia ricerca ha avuto una crescita esponenziale. Sono coinvolta in parecchi progetti
della Comunità Europea e ho ricevuto cinque finanziamenti dal Consiglio Europeo della Ricerca”.
Aquestopunto ti chiederei di parlarmi dei progetti di ricercaa cui sei più legata…
“Si è appena concluso un progetto, finanziato sempre dal
Consiglio Europeo della Ricerca, per un milione e mezzo di euro, focalizzato sui nano-materiali. Uno di questi è il grafene, dallo spessore di un
atomo, unmilione di volte più sottile di un fogliodi carta, flessibile, trasparente e duraturoper lo stoccaggiodi energia. Questoprogetto è stato
centrale per la mia professione e ha avuto un tale successo che siamo riusciti ad avviarne subito la commercializzazione, grazie a due colossi
dellamicroelettronica. È unprogettodi ricerca chemi ha aperto accessi di lavoro importanti in vari settori dell’industria. Parlodell’industria auto-
mobilista, come pure di quella dei giocattoli, e naturalmente anche dell’industriamicroelettronica. Da questa ricerca poi ne è scaturita un’altra,
con 2,5milioni di euro di finanziamenti spalmati in cinque anni. Lo scopo di questo secondo progetto è di trasferire gli stessi principi applicativi
nella produzione batterie con stampanti 3D. L’idea è quella di stampare batterie direttamente nel circuito in cui andranno poi utilizzate”.
Per esempio?
“Pensiamo ai pacemaker. Le misure degli organi nel corpo umano non sono standard. In un prossimo futuro i pacemaker an-
dranno ideati, stampati e ingegnerizzati in base alle misure di ogni corpo in cui verranno inseriti. Per questo progetto apriremo naturalmente
anche una collaborazione con la bio-ingegneristica”.
E cos’altro?
“La durata delle batterie, soprattutto. Questo tipo di batterie dureranno 5/6.000 volte più a lungo di quelle attuali. Vuol dire quasi
tre vite, per cui non ci sarà più bisogno di intervenire sul paziente per cambiarle, per tutta la durata della sua vita. Una vera rivoluzione nel
campo della microelettronica”.
Mi restano tante curiosità, prima fra tutte quella che Valeria abbia chiamato ‘casa’ un Paese dalle abitudini e dai colori così lontani dalla sua
Catania. Ma le sue parole sono esaustive: “Non tornerei mai più in Italia. L’Irlanda è un Paesemeraviglioso, soprattutto per il mio lavoro di ricer-
catrice. Qui ti senti davvero supportata e riconosciuta. La ricerca è uno dei primari obiettivi di questa nazione ed essere ricercatrice qua non ti
fa sentire solo utile, ma anche appagata”. Direi che è tutto!
V
Valeria Nicolosi
Laurea in Chimica a Catania nel 2001 e dottorato in fisica al Trinity College di Dublino nel 2006. Nel 2008 si è trasferita all’Univer-
sità di Oxford come ricercatrice, per tornare nel 2012 al Trinity College come ricercatore e professore ordinario. Oggi detiene la
cattedra in nano-materiali emicroscopia avanzata presso lo stesso Trinity College ed è ricercatrice indipendente co-proprietaria
dei Centri di Ricerca per l’Innovazione dell’SFI-Science Foundation Ireland, Amber e iForm. È la prima donna ad aver conseguito
la carica di rettore della Scuola di Chimica sin dalla fondazione del Trinity College, risalente al 1592. Ha pubblicato oltre 200
lavori di grande valore, su Science, Nature ecc. È l’unica ad aver conseguito cinque
ERC Award
in Europa. La sua ricerca ha avuto immediato impatto
commerciale, in quanto i brevetti sono stati acquisiti da aziende come Samsung Korea, Nokia, Lego e Ferrari Formula 1. In svariate occasioni Nicolosi
ha accompagnato il presidente dello European Research Council, prof. Jean-Pierre Bourguignon, a incontri di alto livello al Parlamento Europeo e con
il governo irlandese, dove ha potuto dare dimostrazione del suo lavoro pionieristico e mostrare il suo impegno in ricerche future.