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MARZO 2018

AUTOMAZIONE OGGI 404

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Digital twin ed economia dei dati

In ogni caso, il concetto di digital twin esiste da tempo e con no-

tevoli impatti nel mondo della progettazione meccanica e indu-

striale. Creare un modello virtuale perfettamente funzionante di

un oggetto complesso consente interventi di miglioria ex-ante la

sua produzione e permette una prototipazione con un modello

quasi definitivo. I software di progettazione hanno rapidamente

fatto proprio il concetto di digital twin e offrono oggi funzioni

sempre più evolute.

La friulana Eurotech, per esempio, progetta, sviluppa e fornisce

piattaforme IoT complete di servizi, software e hardware ed è

impegnata anche nella nuova tendenza dei digital twin, parente

strettissima dell’Internet of Things. In una recente intervista sul

periodico

Il Friuli

, il suo amministratore delegato, Roberto Siagri,

ha affermato: “Molto presto milioni di cose avranno il loro ge-

mello digitale. Si tratta di un importante risultato dell’applica-

zione dell’IoT.

Il digital twin potrà relazionarsi con altre entità digitali, indi-

pendentemente dal luogo e dalla forma fisica, abilitando così

la realtà aumentata, facilitando la simulazione, oltre che preve-

dendo il funzionamento

di un’intera fabbrica, di

un prodotto, o di un sotto

processo produttivo. Il di-

gital twin è una copia digi-

tale dinamica di qualcosa

di reale, attraverso la quale

risulta più facile intera-

gire: rappresenta l’entrata

nell’era dell’economia dei

dati. Vista la necessità di

processi di produzione

sempre più performanti,

veloci e privi di errori, le

imprese, in special modo

manifatturiere, saranno in

grado, grazie all’IoT e ai

gemelli digitali, di realiz-

zare sistemi produttivi sempre più efficienti e sempre più soste-

nibili, con grandi vantaggi per il consumo e per l’ambiente”.

Siagri è convinto che il futuro si configuri in una nuova economia,

quella dei dati. “Con l’Internet delle Cose e la digitalizzazione di

tutti gli oggetti siamo entrati appieno nell’era dell’economia dei

dati. I dati sono diventati la materia prima da cui partire, indi-

pendentemente da quali siano i mercati di sbocco o i prodotti

dell’impresa. Sono la nuova fonte di innovazione e la leva da

usare per rendere le imprese innovative e sostenibili nel tempo.

Attraverso l’elaborazione dei dati estratti dagli asset e dai pro-

dotti, le aziende possono ripensare in maniera strategica la pro-

pria catena di fornitura e di distribuzione, i processi aziendali e

i modelli di business. Così facendo, le aziende potranno dotarsi

della prontezza necessaria per rispondere in tempo reale al mer-

cato. Avere prodotti connessi è inoltre necessario per passare

dall’economia dei prodotti a quella dei prodotti integrati con ser-

vizi, percorso obbligato in vista dell’imminente ingresso nell’eco-

nomia del risultato, superando così definitivamente l’economia

del possesso. Per abbracciare veramente la trasformazione digi-

tale è necessario raccogliere i dati derivanti dalle attività d’im-

presa, da processi e prodotti, collegando così il mondo reale (in

cui i dati vengono generati) al mondo dell’IT, dove i dati vengono

consumati”.

Digital twin e product-as-a-service

È indubbio che l’evoluzione IoT porti a nuove frontiere di offerte

di prodotti/servizi e l’utilizzo dei dati e delle analisi porti a un ulte-

riore passo avanti nell’offerta e muti anche il concetto di fruizione

da parte del consumatore. La tematica è stata affrontata recente-

mente anche in una conferenza internazionale del PDT Europe a

Göteborg in Svezia. Proprio sul tema dei gemelli digitali e della

mutazione in atto nell’offerta di prodotti/servizi, un noto analista

di Gartner, Marc Halpern, ha sviluppato tesi interessanti.

Lo sviluppo di soluzioni di Product Lifecycle Management (PLM)

si riferisce molto spesso ai prodotti ‘intelligenti’. Da un lato, i pro-

dotti fisici stanno diventando più complessi, includono sempre

più sensori, elettronica e software, che controllano il loro funzio-

namento e la loro connessione a Internet. D’altra parte, questi

prodotti vengono ora sempre più sovente trasformati da pro-

dotti venduti a servizi venduti (product-as-a-service). Halpern

cita, per fare un esempio,

come un OEM che produce

autocarri possa valutare

come vendere servizi di

trasporto, anziché camion,

o ancora come produttori

di motori possano fornire

‘energia oraria’, anziché il

loro prodotto. Il concetto

di product-as-a-service

sta prendendo piede. Nel

campo automobilistico

sempre più case produt-

trici propongono formule

molto vicine all’affitto. Se-

condo Volvo si ridefinisce

il modo in cui le persone

usano le auto. Vengono

forniti tutti i vantaggi della proprietà senza nessuno dei problemi

amministrativi connessi a essa.

Con questa tendenza la proprietà resta dei produttori, che sono

sempre più responsabili di parti più ampie dei cicli di vita dei pro-

dotti. Non ci si aspetta più che i produttori sviluppino e fabbri-

chino prodotti, automobili, aerei, macchine per l’edilizia o altro,

ma devono anche garantire, sia loro stessi, sia attraverso i partner,

che i prodotti venduti funzionino efficacemente per gli utenti fi-

nali. Ciò, a sua volta, aumenta la necessità che questi prodotti,

oltre a essere sempre più sofisticati dal punto di vista funzionale,

siano realizzati con materiali di qualità superiore e siano abba-

stanza robusti da durare più a lungo nelle mani degli utenti finali

senza guasti. Con questo cambio di responsabilità, l’affidabilità

diventa ora la responsabilità del produttore del prodotto.

Ciò significa che i prodotti saranno spesso dotati di componenti

comunicativi, sensori, antenne, elettronica e software, che con-

sentiranno di accedere, per esempio, alla manutenzione predit-

tiva. Macchinari, automobili, pneumatici, motori di aerei e molto

altro saranno in grado di ‘sapere’ quando è necessario sostituire

le parti, prima che un’interruzione causi costosi tempi di fermo.

Secondo Roberto Siagri, amministratore delegato di Eurotech,

per abbracciare veramente la trasformazione digitale è necessario

raccogliere i dati derivanti dalle attività d’impresa

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