OTTOBRE 2017
AUTOMAZIONE OGGI 401
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AO
ATTUALITÀ
lasciando dietro di sé una lunga serie di
aziende fallite e di lavoratori a spasso.
La statistica ci dice che la media della
potenza installata annualmente nel pe-
riodo è di circa 1.120 MW/anno, con una
‘moda’ di 9.300 MW nel 2011. Maggiore
è la differenza tra media e moda, mag-
giore la distanza da una distribuzione
normale (in senso statistico ma non
solo). Se è vero che il risultato è stato
ottenuto (l’Italia ha raggiunto con largo
anticipo il target di produzione da rin-
novabili), non può non osservarsi come
questo sia avvenuto sulla pelle dei con-
sumatori che pagano un costo dell’ener-
gia elettrica elevatissimo e delle aziende
che sono state costrette a veri e propri
tour de force per soddisfare i requisiti
tecnicamente cervellotici e temporal-
mente stringenti posti dai vari Conti
Energia. Nello stesso tempo le strutture
pubbliche che avrebbero dovuto coor-
dinare la crescita, in primis il GSE, non
avevano le risorse e la cultura per svol-
gere efficacemente il loro ruolo di guida
e di verifica, portando così, a distanza di
anni, a un enorme contenzioso che sta
giacendo nei fondi del TAR del Lazio e di
altre analoghe strutture giudicanti.
L’esempio del fotovoltaico avrebbe
dovuto insegnare ai nostri governanti
come la cosa difficile non sia tanto cre-
are una crescita, quanto controllarla e
renderla duratura (o come è di moda
dire: strutturale). Osservando la struttura
del Piano Industria 4.0 che concentra i
benefici in un periodo di tempo limita-
tissimo non sembra che questa lezione
sia stata appresa fino in fondo.
La fede
Inutile perdere tempo a parlare dell’o-
rigine del termine Industria 4.0. Tutti
sappiamo che nasce in Germania nel
2011 dove ‘Industrie 4.0’ è il nome di un
programma per la digitalizzazione delle
aziende manifatturiere e che si riferisce
a una presunta ‘quarta rivoluzione indu-
striale’. La visione del piano tedesco è
verso sistemi di produzione cyber-fisici
(dove cioè l’operatore umano interagisce
con la macchina in maniera integrata),
flessibili, e connessi in rete. Apparati in-
telligenti lavorano insieme e il sistema
di controllo centralizzato lascia spazio
all’intelligenza decentralizzata grazie
alla comunicazione macchina-macchina
(m2m). Industrie 4.0 non si limita al
mondo dell’automazione, ma incorpora
tutte le funzioni produttive, dalla ge-
stione delle materie prime, al magazzino,
alla vendita del prodotto finale. La piena
integrazione e visibilità dell’intero pro-
cesso produttivo, supportato dalle nuove
tecnologie, porterà a una maggiore effi-
cienza e a prodotti più rispondenti alle
esigenze del cliente. Tutto questo senza
alcuna dimostrazione, ma in forza di un
atto di fede secondo il quale l’uso delle
moderne tecnologie aprirà le porte a un
futuro nuovo per la fabbrica. In realtà,
Industrie 4.0 può rivelarsi un eccezionale
elemento di sviluppo per l’industria te-
desca, ma in ragione di motivi del tutto
diversi da quelli dichiarati e sopra rias-
sunti. Il piano Industrie 4.0 è infatti pi-
lotato da grandi aziende e associazioni
di aziende come Vdma (3.200 aziende
meccaniche), Bitkom (2.450 aziende
di informatica e Telecom) e Zvei (1.600
aziende elettriche-elettroniche). Lo stato
tedesco finanzia i loro progetti di ricerca
che sono, come vedremo, per lo più
orientati allo sviluppo delle tecnologie
soggiacenti alla Fabbrica 4.0. Molto lu-
cidamente i responsabili del piano scri-
vono: “L’implementazione della ‘Visione
Industria 4.0’ è ancora allo stato infantile.
Costruttori e utilizzatori in Germania ora
hanno la possibilità di partecipare atti-
vamente a definirne le direttrici di svi-
luppo”. Non è difficile prevedere che in
un prossimo futuro utilizzeremo per au-
tomatizzare le nostre fabbriche prodotti
e tecnologie di provenienza tedesca. Se
vogliamo, niente di molto diverso da
quello che accade già oggi. In realtà il
piano Industrie 4.0 è strettamente corre-
lato al concetto più generale di Internet
Figura 3 - Potenza fotovoltaica installata in Italia dal 2000 al 2016
Figura 4 - Potenza fotovoltaica installata per anno in Italia dal 2000 al 2016