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OTTOBRE 2017

AUTOMAZIONE OGGI 401

44

AO

ATTUALITÀ

of Thing (IoT). Non è chiaro cosa sia IoT.

In un report del marzo 2014 la Ieee lo

definisce: “Una rete di oggetti - ognuno

dotato di sensori - che sono connessi a

Internet”. Definizione non ufficiale, un

po’ minimal, orientata all’aspetto fisico

ma nella sostanza veritiera. Spiacerà a

molti sentir dire che IoT è figlia dei tag

Rfid, il cui brevetto risalente al 1973 è di

un certo Mario Cardullo (americano di

chiare origini italiane), con buona pace

dei futurologhi di mestiere. Gli ambiti di

applicazione di IoT sono i più disparati,

dalla medicina alla mobilità, dalla do-

motica ai centri commerciali, e in questo

senso Industrie 4.0 può essere conside-

rato come l’applicazione nel mondo in-

dustriale della IoT. Come avremo modo

di approfondire esiste un’organizzazione

specifica per lo sviluppo della IoT in am-

biente industriale: Industrial Internet

Consortium (I3C) che mira a definire le

specifiche della Industrial Internet of

Things (IIoT).

La fantasy

Caratteristiche dello stile fantasy sono

la presenza di miti, soprannaturale, alle-

gorie. Wikipedia scrive “In questo filone

rientrano quelle storie di letteratura fan-

tastica dove gli elementi fantastici non

vengono spiegati in maniera scientifica”.

Questo è il punto: elementi fantastici che

non vengono mai spiegati o giustificati,

caratteristiche presenti spesso leggendo

i documenti del Piano Industria 4.0. Una

premessa fondamentale: avere un Piano

è sempre meglio di non avere nessun

Piano. Ancorché tardivo e, a mio av-

viso, sotto molti aspetti mal indirizzato,

il Piano Industria 4.0 è comunque un

segnale di vita che potrà, auspichiamo

tutti, portare giovamento all’industria

manifatturiera, e non solo, italiana. Il

Piano Industria 4.0, di fatto operativo

dal marzo 2017, viene dopo l’iniziativa

Fabbrica Intelligente attivata nel 2012

dal Ministero dell’Istruzione dell’Univer-

sità e della Ricerca (Miur) che ha portato

alla realizzazione del Cluster Fabbrica In-

telligente, raggruppamento di aziende

e università finalizzato allo sviluppo di

progetti di ricerca nel settore appunto

della fabbrica intelligente. Come noto il

Piano Industria 4.0 è invece supportato

dal Ministero dello Sviluppo Economico

(Mise) coordinato strettamente con il

Ministero dell’Economia e delle Finanze

(MEF), molto meno con il Miur. Nel Piano

Fabbrica 4.0 la ricerca ha per le aziende

un ruolo marginale rispetto agli aspetti

fiscali ed economici che supportano in-

vestimenti inmacchinario e impianti; fon-

damentale differenza rispetto al tedesco

Industrie 4.0. Il substrato tecnologico del

Piano sono le cosiddette ‘nove tecnolo-

gie abilitanti’ che spaziano dai robot alla

stampa 3D, dal cloud ai Big Data. Analiz-

zandole tutte si scopre che si tratta di tec-

nologie già oggi ben note e disponibili,

anzi in parecchi casi sono disponibili da

molti anni. In sostanza quella che il Mise

vede come la fabbrica del futuro altro

non è che una fabbrica di oggi ben pro-

gettata (diciamo degli ultimi 10-15 anni),

una sorta di stato dell’arte o best practice.

Niente a che vedere con la Fabbrica 4.0

che, come dice proprio Industrie 4.0, pog-

gerà su tecnologie ancora da definire.

Anche il mantra della ‘connessione’ che il

Piano identifica come elemento caratte-

rizzante della Fabbrica 4.0 è decisamente

datato: è dagli anni ’90 che le fabbriche

utilizzano connessioni digitali (fieldbus),

ed è dal 2000 che anche lo shop floor

della fabbrica vede l’impiego di connes-

sioni Ethernet-based.

E qui è il nocciolo del problema: il Piano

aiuta le aziende a migliorare oggi, non

a costruire la fabbrica del futuro. Come

dicevamo obiettivo più che utile, ma

che da solo non coglie la realtà della

fabbrica del futuro che utilizzerà tec-

nologie diverse da quelle usate oggi. In

altre parole, il Piano non aiuta le aziende

italiane a creare gli strumenti della fab-

brica futura.

Chi progetta la fabbrica del

futuro?

Abbiamo già parlato del progetto te-

desco Industrie 4.0 forte della potenza

di fuoco di tutte le aziende e centri di

ricerca tedeschi. Industrie 4.0 si articola

su tre obiettivi fondamentali: la digitaliz-

zazione e l’integrazione della fabbrica; la

digitalizzazione dei prodotti e dei servizi

offerti; modelli innovativi di business di-

gitale che sono perseguiti attraverso le

attività di una cosiddetta ‘piattaforma’

(

www.plattform-i40.de

) coordinata dai

ministeri dell’economia e della ricerca e

strettamente correlata con gli enti nor-

matori. Gli obiettivi 2 e 3 sono assenti nel

Piano italiano. Nel giugno del 2016 i go-

verni tedesco, francese, e italiano hanno

firmato un accordo di collaborazione per

coordinare le azioni verso la Fabbrica

4.0 (che in Francia si chiama Industrie

du Futur).

Analoghe iniziative di coordinamento

sono in corso in Cina (progetto Made

in China 2025), in UK (Catapult Pro-

gramme), in Giappone (e-F@ctory Al-

liance) e in altri paesi. In America le

iniziative sulla Fabbrica 4.0 si sovrap-

pongono a quelle sulla IoT, e coinvol-

gono aziende, associazioni scientifiche

(Ieee e ISA) ed enti di normazione come

il National Institute of Standards and

Technology (Nist).

Nello stesso tempo si stanno muovendo

anche gli enti normatori internazionali.

La IEC ha creato all’interno del Techni-

cal Committee 65 ‘Industrial-process

measurement, control and automation’

l’ad-Hoc Group 3 ‘Smart Manufacturing

Figura 5 - Modello classico dell’automazione industriale