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OTTOBRE 2017

AUTOMAZIONE OGGI 401

46

AO

ATTUALITÀ

Framework and System Architecture’

per monitorare lo sviluppo delle tecno-

logie legate alla Fabbrica 4.0. Nel luglio

2017 IEC TC65 e ISO TC184 ‘Automation

systems and integration’ hanno costitu-

ito il Joint Working Group 21 ‘Intelligent

Manufacturing Reference Model’ avente

lo scopo di definire un modello di riferi-

mento unificato per lo Smart Manufac-

turing. Per inciso, il primo obiettivo del

JWG21 è quello di dare una definizione

formale e condivisa al termine Fabbrica

Intelligente (o smart manufacturing, o

Industria 4.0, o fabbrica del futuro,…).

Il modello di riferimento

di oggi

C’è da chiedersi perché lo sviluppo

della fabbrica del futuro debba pas-

sare attraverso iniziative governative o

raggruppamenti di aziende o enti nor-

matori internazionali, e non sia invece

sviluppato autonomamente dai diversi

produttori di apparati e sistemi per l’au-

tomazione. Il nocciolo è legato al fatto

che la fabbrica del futuro, come già

quella di oggi, ruoterà attorno al sistema

di comunicazione che dovrà veicolare

lo scambio di informazioni orizzontal-

mente e verticalmente. Oggi l’obiettivo

si ottiene attraverso una struttura di

automazione ben consolidata e spesso

rappresentata come una piramide (Fi-

gura 5).

La parte bassa della piramide è il co-

siddetto ‘campo’ o ‘shop-floor’. La co-

municazione tra controllo e campo

avviene attraverso fieldbus specializzati

supportati da associazioni di produttori

(ad es. Profibus/Profinet, FieldComm

Group, Ethercat,…) o da produttori

singoli (ad es. Devicenet, Interbus,…).

I più diffusi fieldbus sono ormai anche

standard pubblici, essendo stati recepiti

dalla IEC e raggruppati nella sin troppo

vasta famiglia di standard IEC 61158. La

saga dei fieldbus che si è dipanata tra la

metà degli anni ‘80 e la fine degli anni

‘90 ha mostrato come il ruolo del norma-

tore non possa né debba essere quello

di proporre standard (il fallimento del

fieldbus IEC fa male ancora oggi), ma

piuttosto quello di monitorare e coor-

dinare gli aspetti normativi inerenti le

attività di consorzi e associazioni, ruolo

che IEC e ISO stanno svolgendo oggi nei

confronti della fabbrica del futuro.

Il livello più alto della piramide, sopra lo

Scada, è ormai dematerializzato e coin-

volge reti di comunicazione di tipo ICT e

software applicativo e gestionale. Anche

qui esistono modelli standardizzati per

la gestione dello scambio dati tra servizi

diversi. Il più diffuso è il modello gene-

rale ISA 95, recepito dalla IEC come IEC

62264, e il modello ISA 88 (IEC 61512)

per i processi batch. Partendo dal mo-

dello funzionale di un’azienda, ISA 95

identifica i flussi di scambio dati e ne de-

finisce i contenuti. Il modello funzionale

dell’azienda è basato sul Purdue Refe-

rence Model per il CIM (Figura 6).

Lo scopo primario di ISA 95 è la defini-

zione delle interazioni B2M e M2B (dove

B=business e M=manufacturing) per

gestire gli scambi dati tra i livelli 3 e 4.

Le transazioni avvengono con un mec-

canismo provider/consumer che scam-

bia file XML con schemi predefiniti (B2M

Markup Language). Ogni programma di

gestione dell’azienda (ad es. per la ma-

nutenzione o la programmazione della

produzione) può interagire con altri

programmi scambiandosi file XML stan-

dardizzati. Se, ad esempio, la funzione

controllo costi (8.0) vuole acquisire i dati

Figura 7 - Remi 4.0 - Lo spazio Industrie 4.0

Figura 6 - ISA 95 Enterprise Reference Model