SETTEMBRE 2017
AUTOMAZIONE OGGI 400
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così migliorare le proprie qualifiche e il
proprio ruolo nel mondo del lavoro” ha
esordito, in occasione della presenta-
zione dello Sportello Formazione, Maria
Antonietta Portaluri, direttore generale
di Anie. “La nostra associazione, in que-
sto contesto, si muove su più livelli, con
iniziative ‘a valle’, destinate per esem-
pio alla scuola, nel solco dell’alternanza
scuola-lavoro, ma anche ‘a monte’, a
sostegno delle aziende. Gli argomenti
sui quali verteranno i corsi del prossimo
anno, per esempio, sono tutti di prima-
ria importanza per i soci Anie, relativi
per esempio alla riforma dei meccani-
smi per l’accesso agli appalti pubblici,
o attinenti alla riforma del mondo
dell’energia e dell’ambiente, dato che
il nostro governo intende mantenere le
promesse fatte di riduzione dei consumi
e delle emissioni, oppure sull’implemen-
tazione del Piano Industria 4.0. Ci siamo
poi mossi anche nell’ambito della cer-
tificazione, in collaborazione con IMQ,
laddove le regole normative richiedono
oggi alle aziende la certificazione delle
competenze per l’ottenimento di fondi o
l’accesso a bandi”. Ultima iniziativa, non
certo per importanza, l’accordo stretto
con Ecole: “Esistono diverse forme di fi-
nanziamento previste dal governo, per
lo più gestite da fondi, che possiamo
dire siano una sorta di ‘portafogli’ in
grado di erogare denaro ai soggetti che
ne fanno richiesta e assolvono a deter-
minati criteri” ha spiegato Davide Della
Bella, direttore di Ecole. “I fondi europei
raccolgono i versamenti che tutti gli
Stati membri destinano alla UE, ottenen-
done in cambio un’erogazione che non
è necessariamente proporzionale al ver-
sato, né distribuita equamente per set-
tore. Per la maggior parte dei Paesi UE,
però, la formazione avviene nelle scuole,
che sono dunque le principali destinata-
rie dei fondi europei. Prima della legge
388/00 le somme raccolte dalle aziende
in Italia per la formazione andavano ai
fondi regionali, che le destinavano però
principalmente alle PMI, considerate più
in difficoltà nel reperimento delle risorse
necessarie alle attività formative, con
rammarico dei ‘grandi’, loro malgrado i
maggiori contribuenti dei fondi stessi”
Foto tratte da http://www.shutterstock.com
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Da dove vengono i soldi?
La legge 845/78 ha sancito l’obbligo per le aziende di versare all’Inps lo 0,30% dell’impo-
nibile previdenziale di ciascun dipendente da destinarsi ad attività formative. Alle suc-
cessive leggi 236/93 e 388/00 si deve invece la creazione dei fondi regionali e dei fondi
paritetici interprofessionali...
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Quanto investe l’Italia in formazione?
Possiamo ipotizzare che la cifra reale degli investimenti delle aziende italiane in formazione sia
più o meno analoga a quella degli altri Stati, poiché le competenze in uscita dei lavoratori italiani
sono equivalenti a quelle dei colleghi europei, ma la cifra ‘formale’ è di gran lunga più bassa…
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Fondi paritetici interprofessionali:
cosa sono e come funzionano?
I fondi sono definiti ‘paritetici’ perché l’iniziativa formativa aziendale deve essere con-
divisa e approvata dalle ‘parti sociali’ (sindacati e federmanager). Con ‘interprofessio-
nali’ si intende che non sono specifici per settore. Due le modalità di funzionamento:
‘conti di sistema’ e ‘conti formazione’…
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Fondi: di quali somme stiamo parlando?
Fondimpresa e Fondirigenti, i fondi di riferimento di Confindustria, sono
fra i maggiori fondi paritetici interprofessionali esistenti in Italia: Fon-
dimpresa raccoglie circa il 47% del versato all’intero sistema dei fondi,
mentre Fondirigenti raccoglie i versamenti di circa 76.000 dirigenti…
Come si aderisce a un fondo?
L’iscrizione a un fondo non è obbligatoria e non implica costi per le aziende, così
come non vi sono costi di ‘recesso’. Si suggerisce però di recedere quando i pro-
getti per cui si è chiesto il finanziamento sono già liquidati, per evitare l’insorgere
di contenziosi…
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