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SETTEMBRE 2017

AUTOMAZIONE OGGI 400

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A.O.:

Com’è il mercato italiano della ro-

botica?

Cocchi:

In ripresa, a giudicare dalle nu-

merosissime richieste che riceviamo

o che abbiamo raccolto agli eventi a

cui abbiamo partecipato. Noto, oltre al

dato di vendita, che c’è molto interesse

nelle soluzioni di robotica collabora-

tiva che proponiamo e, più in generale,

nelle opportunità offerte dall’Industry

4.0. In questo ambito ha senza dubbio

avuto un ruolo importante il sostegno

ottenuto dal piano Calenda proprio

per l’Industry 4.0. Diciamo che alle te-

orie di qualche tempo fa sulla ‘fabbrica

del futuro’, stiamo passando, anche nel

nostro Paese, alla piena attuazione di

nuove scelte di automazione. E que-

sto porterà miglioramenti nei processi,

maggior produttività e competitività e,

non ultimo, posti di lavoro. Noi ci siamo

per dare il nostro contributo.

A.O:

Quali sono i settori maggiormente

interessanti per UR in Italia e nel mondo?

Cocchi:

Il nostro motto risponde bene a

questa domanda. ‘Automatizzare quasi

tutto’. Diciamo ‘quasi’ perché, ovvia-

mente, i nostri robot non sono adatti ai

carichi pesanti o ad applicazioni molto

veloci, ma, tuttavia, trovano applicazione

in tutti i settori industriali. In particolare

nelle applicazioni di handling, assem-

blaggio, avvitatura, verniciatura, asservi-

mento, logistica e cosi via. Ma anche in

processi di produzione più ‘hard’ in cui

operano da anni robot non collaborativi,

come nell’automotive o nelle lavorazioni

meccaniche, plastiche ecc. Essendo, in-

fine, prodotti leggeri e molto flessibili sia

a livello operativo sia applicativo, si adat-

tano a lavori in spazi ridotti, ad ambienti

sensibili (siamo certificati Cleanroom), alla

manipolazione in ambito food&beverage,

biomedicale o farmaceutico.

A.O.:

I robot collaborativi sono sempre

più presenti nelle aziende al fianco dell’o-

peratore: stanno diventando dei ‘colleghi’

a tutti gli effetti? Sostituiranno, in qualche

modo, i robot tradizionali?

Cocchi:

Sì, stanno diventando colleghi,

ma in un senso ‘speciale’. Il robot colla-

borativo, per come lo intende Universal

Robots, è un utensile intelligente. Può

quindi cooperare con l’uomo, occu-

pando in sicurezza il medesimo spazio

di lavoro, svolgendo operazioni in au-

tonomia o in cooperazione con l’ope-

ratore, oppure può essere utilizzato e

guidato proprio come un utensile e così

esprimere altre ‘doti collaborative’. Per

me è sia un collega, sia uno straordina-

rio ‘tuttofare’ che posso programmare

facilmente, spostare e riattivare in un

lampo, dotarlo di accessori (sensori,

sistemi di visione, end effector) che ne

estendono opportunità e collaborazione

e che in più… consuma poco e si ripaga

velocemente. In merito alla seconda do-

manda direi che dipende. Non potranno

sostituire i robot tradizionali nelle ap-

plicazioni ad alto payload, o laddove

l’interazione con l’operatore è limitata

per motivi di sicurezza e dove si ricerca

solo il tempo ciclo ed elevatissima pro-

duttività. In tante altre, invece, sono

una valida alternativa, sempre nel limite

dei 10 kg di portata al polso. Non solo

perché sono in grado di svolgere le me-

desime operazioni, ma perché, essendo

collaborativi, aggiungono altri vantaggi:

possono richiedere barriere protettive (o

altri investimenti hardware/software), si

montano e avviano velocemente, hanno

un’interfaccia semplice e intuitiva alla

portata di tutti.

A.O.:

Il passaggio all’Industria 4.0 sarà

utile anche per spingere i robot collabo-

rativi?

Cocchi:

Ribalterei la questione: il cobot

Universal Robots è tecnologia abilitante

e traina, con le sue caratteristiche e po-

tenzialità di integrazione nei processi, le

conversioni verso l’Industry 4.0.

A.O.:

Quanto conta la ricerca per UR? Col-

laborate con Università?

Cocchi:

La ricerca è la chiave del suc-

cesso di Universal Robots. Senza di

questa non si sarebbe giunti al primo

robot collaborativo e alla costruzione di

un’impresa così innovativa e di successo

in così poco tempo. In merito ai rapporti

con le Università, collaboriamo in tutto

il mondo con moltissime Università che

utilizzano i nostri cobot per attività di

ricerca e sviluppo. La formazione sulla

robotica collaborativa è fondamentale

come base di partenza per aiutarli a fare

innovazione e poter sviluppare le tecno-

logie del futuro.

Universal Robots -

www.universal-robots.it

La ricerca è la chiave del successo di Universal Robots: senza di questa non si

sarebbe giunti al primo robot collaborativo

‘Automatizzare quasi tutto’. I robot UR non sono adatti a carichi pesanti o ad

applicazioni molto veloci, ma trovano applicazione in tutti i settori industriali