GENNAIO-FEBBRAIO 2017
AUTOMAZIONE OGGI 395
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maria importanza se si vuole continuare
a competere”. La spinta alla digitalizza-
zione viene poi anche dal cambio gene-
razionale: i baby boomer fra non molto
usciranno dal mondo del lavoro cedendo
il passo ai Millenials, da sempre immersi
nella tecnologia: “Questi nuovi lavoratori
si aspetteranno di impiegare strumenti
tecnologici, che fanno uso per esempio
di realtà virtuale e realtà aumentata. Non
avendo poi l’esperienza di chi li ha prece-
duti e al contempo dovendo controllare
un ambiente più complesso dal punto
di vista tecnologico, oltretutto prevedi-
bilmente con minori risorse, dovranno
avere a disposizione, sempre e ovunque,
tutta la documentazione necessaria per
agire in modo corretto su più macchine e
impianti. Infine, la figura umana sarà sem-
pre meno concretamente operativa sugli
impianti, per ricoprire invece compiti di
supervisione e controllo” ha continuato
Manicardi. “In un futuro non lontano gli
OEM non venderanno macchine ma le af-
fitteranno vendendo il servizio e saranno
remunerati in base alla produttività” ha
avvertito Manicardi. “Raccogliendo i dati
dallemacchine si possono poi non solo co-
noscerne lo status per ottimizzarne il fun-
zionamento, ma anche offrire altri servizi,
per esempio di manutenzione predittiva o
aggiornamento da remoto, controllo del
grado di usura dei componenti ecc., ero-
gando un service il cui valore è superiore
a quello della macchina in sé”. Ha quindi
concluso Manicardi: “Questo è il futuro
che ci attende e con queste tendenze dob-
biamo fare i conti fin d’ora, per non trovarci
domani a non essere più competitivi”.
Ed è il momento giusto di partire, anche
in considerazione degli incentivi che
il Governo ha varato per il 2017 con il
nuovo Piano Nazionale Industria 4.0 (ap-
profondimento disponibile al link
http://
automazione-plus.it/86319_86319/). In
particolare, per investimenti in beni stru-
mentali e materiali (vale a dire in
hardware) relativi al 2017 o con-
clusi entro la prima metà del 2018
è previsto un iperammortamento
pari al 250%; chi ha intrapreso tali
investimenti ha inoltre diritto a un
superammortamento previsto per
i beni immateriali (quindi software)
del 140%. Inoltre, per cifre inferiori
a 500.000 euro l’azienda deve solo
presentare un’autocertificazione,
sempre in conformità alle direttive
della legge. Schneider Electric Soft-
ware propone soluzioni complete
per promuovere il cambiamento
e c’è chi sta facendo da pioniere in
questo processo. Vediamo qualche
esempio…
Chi lo sta facendo…
La digitalizzazione è un fattore ‘abili-
tante’ per le aziende, condizione neces-
saria, anche se non la sola, per dare vita
a nuovi modelli di business e nuove aree
di profitto e acquisire così quote di mer-
cato, magari in ambiti diversi da quelli già
esplorati. Alcune realtà sul mercato stanno
già sperimentando questa trasformazione.
Fra questi spicca quello di unamulti-utility
con un passato da municipalizzata, attiva
in mercati regolamentati: Gruppo Acea.
Attivo nel settore idrico (ciclo integrato
delle acque), nella filiera dell’energia elet-
trica, nell’illuminazione pubblica e nel gas,
serve 8,5 milioni di abitanti erogando 11
milioni di kW/anno di elettricità e trat-
tando circa 770.000 tonn/anno di rifiuti.
Nel febbraio del 2015 ha dato il via al pro-
getto ‘Acea 2.0’ scegliendo di puntare su
sostenibilità e attenzione al servizio quali
aspetti chiave per soddisfare i clienti e cre-
are valore per gli azionisti. Per fare questo
Acea ha affrontato un cambiamento note-
vole, che “in un ambiente come il nostro,
dove i processi lavorativi e di gestione
del personale sono ormai consolidati da
anni, non è stato facile” ha rivelato Fabri-
zio Furno, head of operation systems di
Acea. “Per attuarlo ci siamo focalizzati su
tre punti nodali: integrazione dei sistemi
puntando su tre piattaforme base, ovvero
le soluzioni Schneider Electric Software,
SAP e il sistema GIS per la gestione delle
mappe, quindi il lavoro in mobilità e in re-
altime, per cui tutti i nostri operatori attivi
sul territorio sono dotati di tablet dal quale
accedono direttamente in tempo reale alla
rete centrale, per gestire dalla timbratura
all’apertura e chiusura di un intervento
fino alla consuntivazione finale”. In que-
sto modo hanno attuato e continuano ad
attuare il cambiamento: “È un processo in
divenire, dove, da un lato, è stato fonda-
mentale agire diffondendo la cultura della
connessione, sia fra i clienti che fra i dipen-
denti, per usare i dati sia per creare nuovi
servizi sia per migliorare quelli esistenti,
per esempio i tempi di risposta ai guasti
segnalati. Dall’altro lato, abbiamo adot-
tato procedure ben definite sia di gestione
degli imprevisti, sia del business, pensate
in ottica 2.0. Questo ci consente di control-
lare e ridurre i rischi, per esempio relativi
alla sicurezza o alla disponibilità della rete
TLC, che non possono comunque mai az-
zerarsi completamente”.
Un altro esempio di cambiamento, però
nel mondo manifatturiero, viene da Bol-
ton Group, detentore di marchi di suc-
cesso, uno fra tutto il tonno Riomare.
“Siamo una realtà di ‘servizio’ alla quale
fanno capo tutte le diverse società che
compongono il Gruppo Bolton, che ope-
rano in circa 125 Paesi con oltre 50 linee
di prodotti di largo consumo nelle cate-
gorie alimentari, cura della casa e del bu-
cato, adesivi, cura e benessere del corpo
e cosmetica. Il Gruppo è costantemente
alla ricerca della qualità per rispondere
alle esigenze in evoluzione dei 100 mi-
lioni di famiglie che scelgono i suoi pro-
dotti” ha illustrato Gianluca Ceruti, ICT
director di Bolton Group Services. “Ri-
usciamo a competere sul mercato solo
rispondendo velocemente, spesso prima
di altri competitor, alle esigenze emer-
genti dell’utenza. Per questo un punto
centrale per noi era adottare una strate-
gia di piattaforma e soluzioni che fossero:
flessibili per poter venire incontro alle ne-
cessità di tutte le società del Gruppo; sca-
labili perché andiamo da realtà di piccole
dimensioni a società più grandi; in grado
di abilitare la condivisione di nuovi pro-
getti, soddisfacendo esigenze differenti
ma senza rinunciare ai vantaggi di un’e-
conomia di scala” ha proseguito Ceruti.
“L’adozione di soluzioni di automazione
all’avanguardia e di tecnologie ‘smart’ ci
La tecnologia digitale è elemento ‘abilitante’,
necessario ma non sufficiente, per rendere
le aziende davvero ‘4.0’