NOVEMBRE-DICEMBRE 2016
AUTOMAZIONE OGGI 394
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AO
TUTORIAL
dardizzazione (protocolli ISO); una dote, questa, di cruciale im-
portanza per proteggere l’autenticità del prodotto ai fini dell’an-
ti-contraffazione.
• Il tag Rfid può assumere forme, dimensioni e rivestimenti vari,
adattabile quindi in applicazioni custom, anche in ambienti osti-
ci (ad esempio alte temperature, presenza di acqua, detergenti,
polvere, coloranti, solventi ed agenti chimici), e può essere recu-
perato, con un chiaro risparmio economico.
Nata per rispondere alle esigenze belliche di precisa identificazio-
ne degli aerei durante la II Guerra Mondiale e approdata poi nei
decenni successivi nel mondo civile, l’Rfid è entrata nel sistema
economico italiano nel corso degli anni Novanta, rallentata talvol-
ta da un’imprecisa informazione che ha fatto lievitare le aspettati-
ve sulle performance oltre le sue effettive capacità tecniche, moti-
vandone così la perplessità e a volte la delusione nell’accoglierla.
Come spesso accade al cospetto di una nuova tecnologia, dopo
una prima fase di educazione al mercato sulle peculiarità tecni-
evolutive delle architetture Rfid. In merito ai chip, il cambiamento
tende verso una sempre maggiore memoria, una doppia interfac-
cia per dialogare ad esempio con l’ampiomondo dei sensori, quin-
di chip sempre più intelligenti in una visione IoT, in cui il tag Rfid
diventa un ponte fra il mondo fisico e quello digitale.
Accanto alla versione standard, i tag Rfid sono proiettati da anni
verso la loro verticalizzazione in ‘special tag’: rivestimenti e forme
specificatamente pensate e realizzate per un particolare scenario
applicativo, dalle gare sportive alle bottiglie di vino o olio ai capi
d’abbigliamento. Sul versante reader e antenne Rfid, il processo
di consumerizzazione conduce a device sempre più smart, in
grado di interagire con smartphone e tablet, a cui si aggiungo-
no prestazioni, interfacce e sensibilità potenziate dei controller:
non si tratta quindi di una drastica rottura, ma di una continua
e costante evoluzione, anche in questo caso proiettata verso ap-
parati verticali, mirati cioè a precisi contesti applicativi, il che si
traduce nel caso del food&beverage, ad esempio, in tag dotati di
sensore di temperatura ideali per la cold chain o in reader capaci
di operare con successo anche in ambienti umidi. Ambientando,
a titolo di esempio, questa tecnologia, con simili caratteristiche
e trend evolutivi, nella filiera vinicola, è possibile ricostruire tutti
i vantaggi che ne derivano: tag NFC, tecnologia ‘cugina’ dell’Rfid
in banda HF, apposto sulla bottiglia di vino, dotata quindi d’ora in
poi di una propria identità elettronica univoca; app che il consu-
mer scarica sul proprio smartphone NFC compliant per consulta-
re le informazioni associate a quel preciso codice (quindi a quella