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NOVEMBRE-DICEMBRE 2016

AUTOMAZIONE OGGI 394

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precisa bottiglia), tra cui la scheda di degustazione e i possibili

abbinamenti; area web riservata per la cantina vinicola, che può

così verificare in tempo reale i dati delle letture e le relative stati-

stiche, oltre alla loro posizione geografica, a cui si risale tramite

l’IP della connessione Internet dell’utente. Proprio questo dato

sulla geo-localizzazione permette di circoscrivere il fenomeno del

mercato grigio, o mercato parallelo, che si verifica quando il flus-

so dei prodotti avviene tramite canali di distribuzione diversi da

quelli autorizzati dalla cantina produttrice (concetto estendibile

a un prodotto da tutelare): durante la lettura del tag NFC, l’app

può infatti acquisire anche la posizione geografica della bottiglia,

visualizzata in Google Maps, un dato prezioso per la cantina, che

riesce così meglio a tutelare i suoi canali distributivi ufficiali.

Tracciabilità nell’era dell’IoT: cosa cambia?

Paradigma votato a presidiare i molteplici ambiti del contesto

economico, l’Internet of Things, l’interconnessione tra oggetti,

persone e processi che, grazie alla rete,

possono scambiarsi dati e comunica-

re tra di loro, trae ulteriore linfa vitale

dall’operato dell’Rfid e della compa-

gine sensoristica: scintille di una mole

di dati da elaborare e interpretare per

migliorare l’intelligence attraverso una

nevralgica tracciabilità. Tra le doti di

spicco dell’Rfid in un simile contesto

IoT, la capacità di seguire il bene lungo la sua vita, dalla produzio-

ne al punto vendita passando per la distribuzione, disponendo

di informazioni affidabili e in tempo reale, utili per conoscere in

anticipo il diminuire dello scorte di magazzino e, quindi, la neces-

sità di un imminente replenishment che richiede, a sua volta, un

nuovo ciclo produttivo. Collante tecnologico dell’intera filiera in-

tegrata del prodotto, l’Rfid e il suo ‘ramo’ NFC dialogano così con

una molteplicità di attori, ognuno sensibile alle proprie esigenze

(produttive, logistiche, distributive, di sicurezza e originalità del

bene) che poi, a ben vedere, sono strettamente legate tra di loro:

avvalersi di una tecnologia in grado di rispondere alle aspettative

lean del produttore riflette i suoi effetti benefici anche nella fase

della distribuzione, giungendo poi, con una reazione a catena,

a soddisfare le attese del consumer: standard ISO internazionali,

che permettono quindi ad attori diversi di colloquiare tra di loro,

costi più ridotti del materiale da consumo, ossia i tag/transpon-

der, trend dell’Rfid che tende a verticalizzarsi in precisi contesti

operativi, superando così la fase del general-purpose, fanno del-

l’Rfid una tecnologia abilitante l’IoT.

Sbocchi applicativi:

passato, presente, futuro

Nel rispetto di precise regole di configurazione delle architetture

Rfid, che possono articolarsi in Rfid attiva (tag con batteria a bor-

do) o passiva (tag privo di batteria, quindi‘dormiente’, che si risve-

glia quando energizzato dalle onde elettromagnetiche sprigio-

nate dall’antenna), quest’ultima poi operativa in diverse bande

di frequenza (LF, HF ed UHF) e declinata anche in NFC (Near Field

Communication), l’Rfid può quindi essere

inserita in una simile visione IoT come un

tassello di un mosaico tecnologico ben

più vasto, dove confluiscono altre com-

ponenti hardware e software, dal cloud

all’elaborazione dei Big Data, fungendo

da fil-rouge lungo le diverse tappe del

percorso vissuto dall’oggetto, dalla per-

sona o dal processo: l’identità elettronica

garantita a ciascuno di questi elementi

dall’Rfid si traduce così in un unico cir-

colo virtuoso, uno scambio continuo e

interattivo di informazioni, che generano

sempre più valore, coinvolgendo tutti

gli attori della catena della tracciabilità e

sfociando poi in una realtà esperienziale

inimmaginabile fino a poco tempo fa:

un processo di fusione e integrazione di

produzione, distribuzione e consumo del

bene o servizio, arrivando fino alla fase di

conoscenza del comportamento e attitu-

dini di acquisto e payment.

Come evidenziato all’inizio di quest’arti-

colo, è soprattutto il comparto del Made-

in-Italy, così esposto per la sua attrazione, ad essere contraffatto e

a beneficiare di un simile supporto tecnologico per la protezione

di brand iconici, da quelli agro-alimentari alla moda e accessori

fino al design e arredamento.

Ma la tracciabilità, così com’è stata qui delineata, in cui cioè la

genesi del dato è affidata alle peculiarità prestazionali dell’Rfid,

capace di seguire in modo life e dinamico l’oggetto/la persona/

il servizio abilitando un’infrastruttura IoT, estende i suoi benefici

ad altri scenari e fruitori: pensiamo ad esempio al mondo dell’ho-

spitality e alle innovative forme di erogazione e fruizione dei suoi

servizi, personalizzati e riconducibili all’ospite, a sua volta colle-

gato al settore del turismo e delle sue variegate declinazioni (tu-

rismo culturale, eno-gastronomico, sportivo ecc.).

Nota:

* L’autore è marketing & communication manager

in Softwork -

www.rfidglobal.it

Dopo aver rilevato l’autenticità della bottiglia Terre Brune

grazie all’univocità del chip NFC apposto sul retro-etichetta,

lo smartphone trasmette all’utente informazioni sulla

bottiglia di vino di Cantina Santadi, dall’anno di produzione

alle caratteristiche organolettiche, normalmente disponibili

nella scheda cartacea di degustazione