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OTTOBRE 2016

AUTOMAZIONE OGGI 393

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multi-uso a supporto di un operaio specializzato, che può con-

centrarsi sui lavori più strategici lasciando quelli noiosi e ripetitivi

alla macchina automatica. Questo è un esempio pratico di lavoro

di squadra e co-working, la nuova frontiera degli strumenti per il

manufacturing, in cui questi preziosi robot, leggeri, trasportabili,

compatti e facili da programmare, rappresenteranno l’essenza del

nuovo paradigma di automazione.

Ravelli

: Fino a oggi i robot industriali sono stati utilizzati princi-

palmente per la produzione di massa con cicli vitali lunghi, men-

tre ora, in settori come l’elettronica, i prodotti conoscono una vita

estremamente contenuta. Il robot Duaro, per esempio, è stato

concepito per essere impiegato nel campo dei test di apparec-

chiature elettroniche, montaggio, manipolazione nel settore food

e per operazioni gestite nell’ambito di un’area di lavoro similare a

quella gestita da un operatore umano, coprendone la medesima

area di lavoro. Si è considerato anche di mantenere un livello di

investimento il più possibile vicino a quello del

costo annuale di un operatore. Il concetto relativo

alla facilità di inserimento e disinserimento nelle

aree di lavoro del robot o alle linee di montaggio

è stato sviluppato nell’ottica di poter utilizzare

il robot anche per rispondere ai picchi stagionali

di produzione. Il corredo dei robot comprende

una serie di organi di presa che vanno dai sistemi

pneumatici a quelli per il vuoto, per permettere la

multifunzionalità degli stessi nelle varie operazioni

di lavoro.

Giordani

: Come spesso accade, il settore automo-

tive è quello che tira le fila sulle novità in campo

di automazione e questo avviene anche nel caso

della robotica collaborativa. Va però anche detto

che, allo stato attuale, vediamo i clienti stare an-

cora un poco ‘alla finestra’, come si suol dire, in-

tenti a cercare di capire quali possano essere le

applicazioni migliori.

A.O.:

Che impatto avranno i robot collaborativi nel

ripensamento/suddivisione dellemansioni degli ope-

ratori?

Giordani

: L’impiego dei robot collaborativi prose-

gue la strada già tracciata dalla robotizzazione in

generale, ovvero attribuire mansioni pesanti all’au-

tomazione elevando il lavoro dell’uomo sempre di

più a un compito di gestione delle macchine.

Daniel

: Grazie all’utilizzo dei robot collaborativi gli

operatori lavoreranno meglio, in quanto, esatta-

mente come accaduto con la robotica tradizionale,

che ha consentito di lasciare ai robot i lavori più

pesanti e usuranti, gli operatori avranno un aiuto

affidabile e sicuro nelle mansioni più impegnative

e ripetitive, mantenendo inalterati gli standard

di sicurezza. Occorre inoltre sottolineare che la

robotica collaborativa è pensata per permettere

alle macchine di operare insieme alle persone:

collaborare, dunque, e non sostituire. Questa è la

direzione in cui vanno l’industria e l’automazione.

Ravelli

: L’utilizzo di robot collaborativi va nella

direzione di un affiancamento alle operazioni ma-

nuali, quindi il robot non è stato pensato per sostituire totalmente

l’operatore, ma per farsi carico di eventuali operazioni rischiose o

ripetitive, lasciando all’operatore le attività che più si addicono

all’intelligenza di un essere umano. Certamente, l’espansione nel

futuro prossimo di questi modelli richiederà anche un adegua-

mento psicologico degli operatori nel condividere gli spazi di la-

voro e abbracciare una nuova filosofia di macchina, ma si tratta

di una strada ormai tracciata, non soltanto nell’ambito della ro-

botica ma anche in altri aspetti della vita quotidiana: penso alle

automobili che non richiedono l’intervento del guidatore o ad

altri dispositivi che presto vedremo in azione.

Cocchi

: La cooperazione con l’uomo può aggiungere destrezza,

flessibilità e problem solving alle abilità tradizionali dei robot di

compiere compiti ripetitivi con velocità e precisione. La robotica

collaborativa offre quindi nuove possibilità in totale sicurezza

e condivisione degli spazi di lavoro, soprattutto in operazioni

Il successo dei robot UR è dovuto anche alla loro facilità di installazione e

programmazione