OTTOBRE 2016
AUTOMAZIONE OGGI 393
84
macchina, dall’avvitatura all’etichettatura, dal confezionamento
alla lucidatura, nello stampaggio a iniezione, e così via. Grazie alla
programmazione intuitiva e user friendly, i robot UR sono anche
particolarmente adatti ai processi produttivi caratterizzati da pic-
coli lotti e mix di prodotto.
Daniel
: Al netto delle applicazioni in ambienti ostili, moltissimi
settori possono giovare dell’ausilio di robot collaborativi. In-
dubbiamente applicazioni di assemblaggio, movimentazione,
pick&place, asservimento sono quelle che meglio si prestano
all’utilizzo di queste macchine. Il progetto Aura di Comau ha con-
sentito di creare dei robot collaborativi a elevato payload, oltre i
110 kg, dando una soluzione a molti dei problemi tuttora irrisolti
in ambiente industriale, come quelli determinati dalla presenza
di vibrazioni nello spazio di lavoro. Sdoganando il problema dei
payload elevati, Aura amplia le opportunità di applicazioni ad altri
settori, oltre a quelli classici del food & beverage o dell’elettronica,
per esempio in applicazioni pesanti nel settore automotive.
Randieri
: Il settore automo-
tive è stato uno dei primi ad
adottarli. Le grandi case auto-
mobilistiche internazionali uti-
lizzano abitualmente i robot
collaborativi traendone grandi
vantaggi: qui lavorano su par-
ticolari linee di montaggio,
quali quelle che riguardano
la testata motore, con il com-
pito di inserire le candele di
accensione nella sede corretta
per lo più in fori poco accessi-
bili delle testate, garantendo
precisione e delicatezza, evi-
tando collisioni e possibili
danneggiamenti delle parti
che entrano in contatto tra
loro. Questa operazione pre-
cedentemente era svolta da
un operaio costretto ad assu-
mere continuamente posture
scorrette, alla lunga dannose
per la schiena e svantaggiose
per la produzione. Nelle appli-
cazioni automotive l’approc-
cio collaborativo nei robot si
basa su due principi fondamentali: primo, la rilevazione della
forza impressa durante il movimento, che permette di scegliere
se fermare il movimento del braccio robotico o comandare di
cedere, comportandosi quasi da molla, se la forza incontrata
supera quella impostata nella programmazione. Secondo, l’u-
tilizzo di una speciale pinza cedevole che si deforma in caso di
impatto. Per quanto riguarda altri settori, ultimamente anche le
PMI dei comparti agroalimentare ed elettronico hanno deciso
di adottare i robot collaborativi per aumentare la produttività e
organizzare meglio movimentazione e imballaggio delle merci
nei propri magazzini. Questo è possibile anche perché i robot
collaborativi sono veri e propri robot industriali, caratterizzati
da un prezzo relativamente contenuto: alcuni modelli si pos-
sono acquistare per un importo pari al valore di un’auto di fascia
media, rappresentando di fatto un investimento alla portata di
quasi tutte le PMI italiane, ammortizzabile in breve tempo, poi-
ché un robot collaborativo si può intendere come un operaio
TAVOLA ROTONDA
AO
Un aspetto su cui Fanuc ha sempre puntato è quellodella sicurezza, principio che concerne tutti i campi applicativi della robotica
Nel campo della robotica collaborativa Kawasaki propone non un singolo braccio, ma un doppio
braccio robotizzato, denominato Duaro