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APRILE 2016

AUTOMAZIONE OGGI 389

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stesso. Vengono usati linguaggi di programmazione come C

o C++, che garantiscono ottime prestazioni, e non si ha una

grande attenzione a utilizzare protocolli aperti e a seguire ar-

chitetture software di riferimento industriale, perché nell’ap-

proccio tradizionale questi aspetti non sono di primaria utilità

allo scopo principale, che è l’affidabilità e la prestazione del sof-

tware embedded in quel particolare dispositivo. Capita quindi

sovente che gli ambienti di sviluppo e le tecnologie usate per

le applicazioni embedded risultino diverse da quelle usate per

le applicazioni esterne, siano esse di business automation o di

sistemi complessi e infrastrutture.

L’approccio tradizionale difficilmente può generare valore da

uno ‘smart device’, cioè da un dispositivo intelligente, perché

tale valore deriva dalla sua capacità di comunicare con il mondo

esterno. L’obiettivo principale oggi cambia radicalmente: il di-

spositivo deve diventare polifunzionale, deve interagire con

altri dispositivi e con applicazioni di business passando per in-

frastrutture esterne (come il cloud), quindi ciò che nell’approc-

cio tradizionale ha poco peso, assume in questo nuovo scenario

un ruolo di primo piano. Ecco quindi che i protocolli standard di

comunicazione e interfacciamento, sia lato campo, sia lato infra-

struttura, sia lato business application, come per esempio Mqtt,

Modbus, API Rest e via dicendo, diventano centrali per garantire

l’intercomunicabilità dei dispositivi. Le architetture software di

riferimento industriale diventano linee guida obbligatorie per

i programmatori e influenzano la scelta degli ambienti di svi-

luppo, omologando il mondo embedded a quello enterprise. E

in questo percorso entrano in gioco i vantaggi delle tecnologie

open source, che fungono da acceleratore dell’innovazione.

Eurotech ha scelto lo standard OSGi e la piattaforma Eclipse

come ambiente di sviluppo sia lato device, sia lato server/cloud.

Questa scelta si è concretizzata in un framework commerciale

(ESF) e in una sua distribuzione open source (Kura), la quale ha

attratto comunità di sviluppatori esterne a Eurotech, che stanno

contribuendo ad arricchire il framework software di protocolli di

campo e di altre funzionalità ricche di valore.

Lo stack software caricato dentro un dispositivo deve diventare

portabile e disaccoppiato dalle caratteristiche fisiche del device,

ne virtualizza le funzioni, le rende configurabili, controllabili e

accessibili da remoto, rende possibile l’aggiornamento di massa

dei dispositivi di campo con un upload di software in versione

cloud, rende un sensore un oggetto ricco di applicazioni, al

pari di come accade oggi con uno smartphone e, ancora, ne

allunga il tempo di vita permettendo di crearne nuovi modelli

(software) da caricare dentro lo stesso oggetto (hardware), evi-

tandone la sostituzione fisica, abbattendo drammaticamente i

costi che tradizionalmente questa operazione comporterebbe

e, al contempo, accelerando molto i tempi di rinnovamento e

di innovazione.

Guardando il software infrastrutturale, che si può definire il

sistema operativo dell’Internet delle Cose, si trovano ormai le

tecnologie di cloud computing, di virtualizzazione dei server,

delle funzioni di rete e di storage, predisposte per erogare su

larga scala tutte le funzioni richieste sotto forma di servizio soft-

ware, a partire dall’infrastruttura (IaaS), passando per le piatta-

forme di base (PaaS) per arrivare fino alle applicazioni (SaaS)

e, nel contesto m2m, anche al device-as-a-service (che con un

acronimo si può definire DaaS). Eurotech ha costruito una piat-

taforma (Everyware Cloud) che applica questi principi ai volumi

elevatissimi di traffico dati tipici degli scenari m2m e che , fun-

gendo da piattaforma di integrazione m2m as-a-service (PaaS),

si occupa della gestione della connessione (via Mqtt) con grandi

numeri di dispositivi, della gestione e della memorizzazione dei

dati, della gestione delle regole di comunicazione e interfaccia-

mento, della gestione dei dispositivi e del loro ciclo di vita, della

gestione di configurazioni multi-cliente, dell’analisi dei dati,

dell’integrazione via API Rest con il mondo delle applicazioni

terze di categoria ‘enterprise’ o ad-hoc business application.

Gateway m2m resistenti

Infine, non bisogna trascurare che anche l’hardware nel mondo

m2m gioca un ruolo cruciale: vi sono degli scenari in cui le con-

dizioni ambientali richiedono schede, moduli, sistemi hardware

particolarmente resistenti e affidabili, sottoposti a certificazioni

nelle diverse aree geografiche del mondo industrializzato, che

ne permettono l’impiego e che offrono la garanzia minima (ma

non sempre sufficiente) di funzionamento.

I gateway IoT di Eurotech sono dei computer embedded che

connettono direttamente i dispositivi distribuiti sul campo con il

cloud, dove i dati vengono raccolti, archiviati e gestiti dalle busi-

ness application. Gli ultimi nati nella famiglia di gateway IoT per

applicazioni industriali sviluppata da Eurotech sono ReliaGate

20-25, appositamente progettato per un utilizzo in condizioni

relativamente gravose, e ReliaGate 10-11, compatto e a basso

consumo (tipicamente 2 W), ideale per carichi di lavoro inten-

sivi in applicazioni industriali e automotive. Entrambi i modelli

supportano ReliaCell 10-20, la famiglia di moduli cellulari pre-

certificati dai maggiori operatori, grazie ai quali il dispositivo

può funzionare sulla rete cellulare senza richiedere alcuna cer-

tificazione aggiuntiva. Alcuni modelli di ReliaCell offrono anche

funzionalità GPS per la geolocalizzazione.

Eurotech -

www.eurotech.com/it

I gateway ReliaGate 10-11 (a) e ReliaGate 20-25 (b)

di Eurotech pensati per operare in ambiente industriale