AO
S P E C I
A L E
Lettura dei tag Rfid apposti
sulle lastre con il mobile
computer Merlin Cross-
Dipole presso lo stabilimento
di Gorizia di Stone Italiana
Particolare dei tag Rfid
sulle lastre finite
di Stone Italiana
Reader e antenne Rfid
nell’impianto di inizio
linea produzione presso
lo stabilimento di Zimella
di Stone Italiana
Pacchi di lastre grezze
con etichette Rfid presso
lo stabilimento di Zimella
di Stone Italiana
dorso delle lastre, resistente all’ambiente industriale e con un
adesivo robusto, tale da poter affrontare le intemperie, in quanto
le lastre sono immagazzinate sia all’interno dei capannoni, sia in
piazzali postI all’esterno. Il tutto senza che ne vengano intaccate
le performance tecnologiche. Il problema è stato ‘bypassato’ re-
alizzando delle ‘smart label Rfid custom’, che hanno reso neces-
sario riscrivere il software di StoneID e modificare le stampanti.
Le smart label Squiggle sono state così inserite in un apposito
supporto PE con un potente adesivo, capace di incollarsi sulla
costa della lastra senza necessità di altre colle.
Altra sfida affrontata riguarda l’esatta configurazione Rfid (rea-
der e antenne) della postazione di identificazione automatica
all’inizio della linea di lucidatura di Zimella: i test iniziali avevano
evidenziato la necessità di un controller Rfid più potente, in linea
con le necessità effettive in termini di velocità di lettura. Questo
e la necessità degli operatori di comprendere le novità apportate
dall’innesto tecnologico sono stati comunque problemi risolti in
tempi brevi con l’installazione di un reader Rfid di fascia più alta
nel primo caso e con incontri informativi al personale per quanto
concerne la seconda questione.
Perché scegliere l’Rfid?
I benefici generati dall’impiego della soluzione Rfid sono stati
innumerevoli e tutti di portata fondamentale per il successo
del progetto. Prima di tutto, la facilità di lettura a distanza, indi-
pendentemente dalle condizioni esterne (sporco, polvere ecc.),
quindi la possibilità di scrivere informazioni sulla memoria del
tag in modo dinamico e la capacità di lettura automatica del tag
Rfid, senza l’intervento dell’operatore. Poi la velocità di lettura,
molto elevata, e la discreta permeabilità delle onde radio rispetto
al materiale. Come risultato dai test sul campo, la tecnologia Rfid
permette di gestire sia l’apposizione dei tag sull’esterno del
pacco o del contenitore (strategia attualmente percorsa in que-
sta fase del progetto), sia il loro inserimento all’interno del mate-
riale in produzione (obiettivo da raggiungere in futuro).
Risultati e benefici raggiunti
“Con i primi test sul campo realizzati con il supporto di Rfid Glo-
bal abbiamo verificato la permeabilità del materiale utilizzato
per fabbricare lastre e lavorati, ossia l’impasto di resine e quarzi
studiato, progettato e testato da Stone Italiana, rispetto alle onde
radio UHF del sistema Rfid, potendo così individuare la configu-
razione ideale” spiega Marco Ferlini, managing director di F.C.S.
Solutions. “In particolare, abbiamo apposto l’etichetta Rfid in di-
verse posizioni: all’esterno delle scatole in legno o in cartone con-
tenenti i materiale lavorati (le mattonelle), sulla costa delle lastre
già lavorate e ‘annegata’ nel materiale stesso, ossia nell’impasto
sottoposto poi alle varie fasi lavorative, tra cui la cottura a 200 °C,
con esito positivo in tutte le varianti testate”.
Una volta scelta la prima versione di applicazione del tag Rfid,
che non richiede alcun cambiamento nella procedura operativa
ormai consolidata dei lavoratori (l’unica differenza è che ora l’e-
tichetta applicata è di tipo Rfid e non semplicemente in carta o
plastica come prima), le prove hanno poi confermato la capacità
del sistema Rfid, sia fisso sia mobile, di rilevare in modo continuo
i dati ospitati nell’etichetta a una distanza di circa 2,5 m.
Anche gli stress-test sono stati superati senza particolari diffi-
coltà. Tra le simulazioni di casi difficili e complessi, l’identifica-
zione di scatole dotate di tag Rfid disposte sul pallet (dalle 28 alle
36 scatole, a seconda delle dimensioni del lavorato), in modo da
coprirsi vicendevolmente, quindi in una posizione meno favore-
vole rispetto alla direzione del campo elettromagnetico. Anche
in queste condizioni la lettura in radiofrequenza è stata molto
rapida e tutti i tag sono stati letti in un tempo variabile tra 1 e 2 s,
in base al numero dei tag stessi, e priva di errori, preannunciando
così la possibilità di inventari in tempi rapidi e precisi.
Su queste premesse e dopo il roll-out della soluzione StoneID,
sono state raggiunte importanti mete migliorative da quando il
progetto è a regime (novembre 2015). Nello specifico, l’aggior-
namento automatico dei dati di produzione e la loro disponibi-
lità nel gestionale permettono all’azienda di conoscere in tempo
reale non solo quanta merce è disponibile e già prodotta o im-
magazzinata, ma anche lo stato di avanzamento degli ordini, che
spesso si traduce in un importante servizio al cliente.
Gli inventari possono poi essere più frequenti, rapidi ed efficaci:
prima dell’avvento dell’Rfid erano richieste circa cinque giornate/
uomo per stabilimento, ora ridotti a due giorni/uomo in totale
per i due stabilimenti, vale a dire che un operatore per stabili-
mento completa l’inventario in una giornata. L’inventario a re-
gime interessa in totale 600 pacchi di lastre grezze e circa 23.000
lastre lucide, semplificando e riducendo i tempi necessari per la
rilevazione delle giacenze. È così possibile effettuare l’inventario
più volte all’anno, ottenendo un migliore controllo sul magazzino
che, non di rado, rappresenta un onere aziendale considerevole.
APRILE 2016
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