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APRILE 2015

AUTOMAZIONE OGGI 380

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gliorarne la qualità e l’efficacia. È naturale che la velocità di discesa

dei prezzi per i prodotti tecnologici continuerà ad aumentare, a fa-

vore dei profitti ricavati dai servizi a valore aggiunto. L’open source

si sposa con questo fenomeno.

Cristian Randieri:

Per quanto riguarda i vantaggi economici de-

rivanti dall’adozione di un software open source la loro entità è

variabile. Dipende infatti da quanto lavoro di configurazione e di

personalizzazione deve essere fatto sul software-base. Nel caso

di programmi che possono essere scaricati gratuitamente e im-

mediatamente installati sul PC (come ad esempio Open Office) il

risparmio è sicuramente del 100% in termini di licenze. In tanti altri

casi (come ad esempio per le applicazioni lato ser-

ver) sono richiesti interventi di configurazione e di

personalizzazione.

Questo è tanto più vero quanto più un programma

è verticale, cioè specifico di un certo settore o filiera

produttiva. Anche in questo caso si possono consta-

tare risparmi che variano dal 30 al 50% rispetto a un

software soggetto a licenza. Ma anche nei casi in cui

il lavoro di personalizzazione di un software open

source è particolarmente significativo, bisogna sot-

tolineare che una volta personalizzato e installato il

programma rimane nel pieno possesso dell’azienda.

Questo significa svincolarsi di fatto dal fornitore ini-

ziale.

Italo Vignoli:

La riduzione del Total Cost of Owner-

ship che deriva dall’uso del software open source

è un dato di fatto, che nemmeno le ricerche pilotate da Microsoft

riescono a smentire. Esistono dati inconfutabili, come quelli della

Provincia di Perugia, che dimostrano come il passaggio da Micro-

soft Office a LibreOffice abbia consentito una riduzione del costo

di circa 200 euro a utente, nonostante un investimento nei servizi

relativi alla migrazione pari a circa 50 euro a utente, per la forma-

zione e il supporto.

Lo stesso vale per le migrazioni da Exchange Server a Zimbra ver-

sione community, e per numerosi altri esempi. E anche le migra-

zioni più complesse daWindows a Linux che richiedono più tempo

e investimenti, come quella della città di Monaco di Baviera, por-

tano a una riduzione significativa dei costi. Senza fare riferimento

all’indipendenza dai vendor che è tipica del software open source,

che rappresenta, nel medio e lungo periodo, un risparmio ancora

più altro, anche se difficile da calcolare.

Danilo Maggi:

Il modello open source che non prevede il paga-

mento delle licenze, ma delle sottoscrizioni porta in prima battuta

a un vantaggio economico rispetto alle soluzioni proprietarie.

A.O.:

Nella vostra offerta verso i clienti finali ci sono o state preve-

dendo prodotti open source? Oppure partecipate attivamente allo

sviluppo di soluzioni open source per realizzare i prodotti che poi im-

mettete sul mercato?

Andrea Ceiner:

Implementare e configurare un dispositivo che

funga da nodo sulla Internet of Things (IoT) è relativamente sem-

plice. Risulta più complesso farlo per centinaia o migliaia di dispo-

sitivi che supportano parecchie applicazioni locali. È proprio in

questo contesto che si inserisce il nuovo progetto Kura di Eclipse,

un incubatore open source che punta a realizzare un contenitore

OSGi (Open Service Gateway initiative) per applicazioni m2msu ga-

teway di servizi. Eurotech è unmembro fondatore dell’IoTWorking

Group (ex m2m Working Group) all’interno della Eclipse Founda-

tion e ha contribuito al progetto Kura sviluppando la tecnologia

originale per tutti i tipi di dispositivi, da quelli generici ai computer

portatili rugged, dai dispositivi indossabili ai gateway di servizi,

dalle console per veicoli fino al Raspberry Pi.

Da poco l’azienda ha rilasciato Kura 1.1, la release dell’infrastrut-

tura software Java OSGi per gateway m2m multiservizi e sensori

intelligenti, passata ‘dalla fase di incubazione a quella di soluzione

matura’ nell’ambito del ciclo di vita dei progetti promossi dalla

Eclipse Foundation. Kura offre un ambiente di sviluppo per pro-

grammatori Java che semplifica notevolmente la creazione di ap-

plicazioni embedded, mettendo a disposizione un

set di servizi comuni per gli sviluppatori Java che

realizzano applicazioni m2m, con accesso I/O, ser-

vizi dati, configurazione di rete e gestione remota.

Kura funge da piattaforma per collegare una rete di

dispositivi privata con la rete locale, la rete Internet

pubblica o la rete di telefonia cellulare, attraverso

un meccanismo sicuro, affidabile e ottimizzato per

la trasmissione di dati fra i dispositivi di campo (sen-

sori, attuatori e interfacce uomo-macchina), così

come fra i dispositivi e la piattaforma cloud, tramite

il protocollo Mqtt.

Kura rende inoltre i vari dispositivi ‘intelligenti’ gra-

zie all’integrazione di tutti gli applicativi embedded

necessari, laddove l’unico limite è rappresentato

dalle specifiche hardware. Grazie a Kura, ogni dispo-

sitivo può essere monitorato, gestito e accessibile da amministra-

tori remoti e pannelli di controllo ‘sysadm’. Kura è l’infrastruttura

software che collegherà la prossima generazione di smart devices

al cloud, trasformandoli nel contempo in apparecchiature intelli-

genti, multifunzione e gestibili.

Cristian Randieri:

Essendo il cuore della nostra azienda basato

sull’integrazione dei sistemi, per ovvi motivi troviamo nell’open

source un terrenomolto fertile che ci permette di personalizzare le

nostre soluzioni abbattendo i costi di sviluppo dei relativi software.

Grazie all’open source negli ultimi anni il nostro time tomarket per

quanto riguarda i nostri prodotti si è dimezzato. Nel caso specifico

utilizziamo il software open source per programmare e persona-

lizzare i nostri sistemi embedded svincolandoci da piattaforme

proprietarie.

Italo Vignoli:

LibreOffice è l’espressione di una fondazione non

profit, che coordina le attività di sviluppo del software e che rap-

presenta il progetto open source più grande e più dinamico degli

ultimi cinque anni.

Nel nostro caso, quindi, il software open source rappresenta una

scelta strategica, per le sue caratteristiche ampiamente superiori

a quelle del software proprietario, e per i vantaggi che porta agli

utenti in termini di funzionalità, caratteristiche, e adozione dei for-

mati standard per i documenti (che non sono, contrariamente a

quello che crede la maggioranza degli utenti, quelli di Microsoft

Office, ma proprio quelli di LibreOffice, e di altri 140 software per

ogni tipo di applicazione). E gli standard sono talmente importanti

che anche Microsoft Office 2013 ha deciso di supportarli, e quindi

di gestire Open Document Format.

Danilo Maggi:

Per entrambe le domande la risposta è sì. Red Hat

partecipa attivamente allo sviluppo delle principali soluzioni delle

comunità open source: Fedora, RDO, Ceph, KVM, tanto per citarne

alcune.

t

Danilo Maggi,

marketing manager

di Red Hat Italy