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MARZO 2015

AUTOMAZIONE OGGI 379

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di controllo e aumentando le prestazioni della macchina e

soprattutto la riproducibilità del processo di produzione. L’unità

di controllo è programmata con Codesys, uno dei più noti stru-

menti di programmazione IEC 61131-3, editor potente e facile

da gestire. L’interfaccia uomo-macchina è realizzata tramite lo

ScadaWin Mach Lite sviluppato da Automata. I software come

Codesys eWML richiedono solo unminimo di configurazione

per coprire un’ampia gamma di macchine, al fine di integrare

ogni singolo requisito del cliente finale inmodo veloce e sem-

plice”.

AO: Avete depositato nuovi brevetti o stu-

diato nuove tecnologie di automazione per

il settore?

DeMaestri

:“Nonostante OptinJect rappre-

senti un prodotto completo ed efficiente, è

stato soggetto nel corso del tempo a una serie

di migliorie. Il nostro teamdi esperti e svilup-

patori ha deciso per esempio di introdurre

Automata SystemManager, una suite di libre-

rie specifiche da utilizzare sia per l’interfaccia

uomo-macchina, sia per la caratterizzazione

e la configurazione del macchinario, al fine di

rispondere alle diverse esigenze dei clienti. Grazie al sistema

di remotazione è possibile svolgere l’attività di controllo e mo-

difica dei programmi di produzione del sistema senza essere

presenti‘in situ’, un’esigenza sempre piùmanifesta nei diversi

settori industriali. Per quanto concerne le innumerevoli infor-

mazioni raccolte, analizzate e processate dalle macchine, una

volta salvate possono essere impiegate da diverse aree di busi-

ness e divisioni industriali, per fini decisionali a livello strategico

e operativo”.

Pizzolato

:“Il frutto del nostro lavoro è spesso depositato in

brevetti, che a oggi sono circa 360. Brevetti che riguardano

anche sistemi meccatronici a elevata integrazione, specificata-

mente progettati daWittenstein per il settore della plastica. So-

luzioni che hanno comportato ampliamenti e rinnovamenti di

gamma, per ottenere per esempio una significativa riduzione

degli ingombri e dei pesi e concepiti secondo i massimi criteri

di risparmio energetico. Assolutamente di rilievo sono anche le

soluzioni progettate per il settore dei filmpolimerici, dove l’ele-

vata dinamica è un‘must’”.

AO: Come sta cambiando il settore alla luce della recente

stagnazione della domanda interna di materiali plastici? E

come evolverà nei prossimi due o tre anni?

Pizzolato

:“Il settore della plastica, dal punto di vista commer-

ciale, ha risentito della crisi degli ultimi anni,

anche se i dati più recenti denotano segni di

ripresa. Sicuramente l’export rappresenta la

maggiore possibilità di sviluppo per i produt-

tori di macchine a elevato contenuto tecno-

logico. Sul piano tecnico, oltre alla maggiore

produttività degli impianti, giocano un ruolo

cruciale l’efficienza energetica e il rispetto

ambientale. Prodotti a elevato know-how si

rivolgono a mercati esigenti che sempre mag-

giormente richiedono, e possono a loro volta

rivendere, processi produttivi rispettosi dell’am-

biente. In questo senso, si vedranno sempre più

impianti privi di sostanze contaminanti quali

olii e lubrificanti in genere, a favore di sistemi meccatronici a

elevata efficienza”.

DeMaestri

:“Negli ultimi anni il settore della plastica ha affron-

tato un periodo di crisi, evidenziando però segnali di ripresa

nel biennio 2013-2014. A livello di sistemi di automazione per

macchinari e attrezzature per materie plastica, il 2014 è stato

un anno di transizione, registrando risultati positivi nell’espor-

tazione, in particolare sul territorio europeo, asiatico e dell’A-

merica latina. Il mercato interno, invece, pur rimanendo in una

situazione poco rosea, ha iniziato a mostrare segnali di ripresa,

che si spera possano consolidarsi pienamente nel prossimo

periodo. Per i successivi due-tre anni, infatti, sono attesi risultati

positivi, grazie al processo di reshoringmesso in atto da diversi

settori manifatturieri e industriali, contribuendo così a un recu-

pero della domanda interna”.

EdoardoPizzolato,manager

&engineeringdiWittenstein

terza al mondo per fatturato dopo Cina

e Germania, quarta per valore dell’ex-

port e terza per saldo commerciale.

Inoltre, siamo il Paese più all’avanguar-

dia nell’innovazione, anche su settori

emergenti come le plastiche ‘bio-based’

e le bioplastiche. Infine, un’azienda del

riciclo dei rifiuti di plastica su tre in Eu-

ropa è italiana, con competenze allo

stato dell’arte. Questi dati evidenziano la

nostra forte rappresentatività nel settore

e, più in generale, in tutto l’ambito mani-

fatturiero. Secondo la ricerca dello Stu-

dio Ambrosetti “L’eccellenza della filiera

della Plastica per il rilancio industriale

dell’Italia e dell’Europa” (anno 2013),

per ogni euro generato nel settore della

plastica in Italia l’impatto diretto, indi-

retto e indotto sul sistema economico è

di 2,38 euro, di cui 1,13 sono ‘trattenuti’

all’interno dello stesso settore. 1,25 euro

sono generati in via indiretta e indotta,

per il 45% nell’industria manifatturiera,

per il 14% nel commercio, per l’11% nei

trasporti e per il 9% nelle attività immo-

biliari, di ricerca e servizi alle imprese.

Ogni 100 euro di incremento di PIL nella

filiera della plastica genera, tramite le

relazioni interindustriali (impatto indi-

retto) e l’aumento della domanda (im-

patto indotto), un aumento di 238 euro

di PIL nel sistema economico. A conti

fatti, un miglioramento del 10% del fat-

turato complessivo della filiera della pla-

stica italiana può portare a un aumento

dello 0,6% del PIL nazionale (+4,6% nel

comparto manifatturiero) e alla crea-

zione di oltre 40.000 posti di lavoro.

‘Macchine’ a tutta forza

Uno dei fiori all’occhiello della filiera

dell’industria italiana della plastica è il

settore delle macchine per la produzione

di materie plastiche e gomma. Alla fine

del 2013 il comparto ha registrato un