GENNAIO-FEBBRAIO 2015
AUTOMAZIONE OGGI 378
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LINEA DIRETTA
Arriva la ‘rivoluzione’ del ‘makermovement’: un fare ‘collettivo’
edistribuito, dove l’innovazionediventa realtà tramite il digital
prototyping
Quelli che…
fanno
S
i chiama ‘maker movement’ e
pare stia spopolando in USA. Lo
potremmo definire il movimento
di ‘quelli che fanno’: collegati a
Internet e dotati di una gran vo-
glia di innovare, pensano, condividono e svi-
luppano le loro idee in community virtuali o
in ‘FabLab’ (la prima in Italia è nata a Torino),
che sono luoghi di incontro e scambio. Quindi
i progetti vengono prodotti direttamente
dalla stampante 3D che il ‘maker’ tiene in
cantina, o vengono spediti ad aziende specia-
lizzate, sorte localmente come funghi, dove
le idee dai file 3D prendono ‘corpo’ grazie a
3D printer ‘industriali’ e usando materiali in-
novativi. È nata così la ‘maker economy’, dalla
‘mass innovation’ che si è sostituita alla ‘mass
production’, una sorta di rivoluzione delle
idee che si contrappone al consumismo di
massa: le idee si sviluppano grazie all’apporto
di ‘cervelli distribuiti’, virtualmente connessi,
che vengono poi retribuiti tramite
royalty
,
calcolate in base al tempo e al singolo con-
tributo al progetto, una volta che il prodotto
viene venduto sul mercato globale della rete.
Arriveremo davvero a un ribaltamento della
realtà produttiva industriale, vinta in qualche
modo da una produzione diffusa e locale,
dove ciascuno pensa e produce ciò di cui ha
bisogno, su misura e customizzato, aiutan-
dosi con i suggerimenti trovati in rete? Fa-
remo tutti come la giornalista Elizabeth Day
dell’inglese
‘The Guardian’
che ha ideato un
maglione, ha mandato l’idea a
knyttan.com
e
se l’è visto recapitare a casa il giorno dopo?
Alcune recenti analisi hanno stimato una di-
mensione della maker economy pari a 300-
400 milioni di dollari “con la possibilità di
arrivare a 1 miliardo di dollari nel 2015” ha ri-
velato Dale Dougherty, editore del ‘
Make Ma-
gazine
’ e ideatore della ‘Maker Faire’. “Molto
più ampio è il mercato legato alla stampa
in 3D che secondo l’ultimo rapporto stilato
da Wohlers Associates ha raccolto, fra pro-
dotti e servizi, circa 2,2 miliardi di dollari nel
2012 ed entro il 2020 si stima possa arrivare
a 5,2 miliardi”
( www.salon.com/2013/07/26/ the_maker_economy_cant_fix_everything ).Le ultime Maker Faire di New York e Califor-
nia hanno raccolto circa 100.000 visitatori in
un weekend e l’ultima organizzata in Italia, a
Roma, lo scorso ottobre ha visto 70.000 par-
tecipanti in quattro giorni: “Si dice che due
lavori su tre recentemente creati negli Stati
Uniti siano dovuti alla nuova economia del
making che rivoluziona profondamente so-
prattutto le economie locali” ha affermato
Massimo Banzi, fra gli ideatori di Arduino, in
occasione del 3DExperience Forum organiz-
zato da
Dassault Systèmes
( www.3ds.com - www.3ds.com/3ds-events/it/3dexperience- forum-italy ) a Milano.“L’innovazione ‘democratizzata’, ossia in-
centrata sull’utente e con possibilità di facile
accesso al mercato grazie ai costi d’investi-
mento relativamente bassi del digital pro-
totyping, destinati a scendere ulteriormente
nel tempo, nasce spesso dall’esperienza lo-
cale, dalle abilità storicamente tramandate in
un determinato ambiente”. “Ma, ha prose-
guito Banzi, saranno soprattutto i nuovi og-
getti IoT (Internet of Things), ossia beni d’uso
quotidiano che vengono connessi alla rete
offrendo servizi aggiuntivi, a essere al centro
della ‘rivoluzione’”.
La rivoluzione in atto, infine, cambia le regole
del marketing, per cui il successo di un pro-
dotto non dipende più solo dal ‘look&feel’
estetico, bensì anche e soprattutto dalla ‘user
experience’ che tale prodotto è in grado di
produrre quando viene utilizzato.
Di qui gli investimenti che DS sta portando
avanti sul fronte delle nuove tecnologie di
prototipazione, simulazione, virtualizzazione
dell’esperienza e ‘realtà aumentata’ in ogni
campo.
Inbreve
Il punto sulle soluzioni per
l’industria di processo
La mostra convegno
mcT Petrolchimico
( www.eiomfiere.it/mctpetrolchimico_milano ),dedicata al mondo dell’industria di processo,
svoltasi al Crowne Plaza Hotel di SanDonato,
alla porte di Milano, in concomitanza con
mcT Safety & Security
, si è rivelata un’oc-
casione utile per fare il punto sulle novità
nel mondo del processo. Molte le aziende
espositrici, che hanno consentito al visita-
tore di farsi un’idea il più possibile completa
dell’offerta di mercato per il settore: dai di-
schi di rottura alle soluzioni di monitoraggio,
dall’equipaggiamento di sicurezza alla sen-
soristica di controllo… Tre le tavole rotonde
della mattina, una dedicata alle ‘Tecnologie
per il petrolchimico e per il settore energe-
tico’ con particolare focus sull’uso di proto-
colli industriali nell’ambito del processo (e
casi esemplificativi riguardanti ENI), le altre
due rivolte ai temi della sicurezza funzionale
e informatica.
Parlando di soluzioni di monitoraggio si è
sottolineata l’importanza non solo di interve-
nire tempestivamente sui guasti, ma anche
e soprattutto di prevenirli. Grazie infatti alla
rilevazione di specifici parametri è possibile
‘scovare’ i guasti ‘nascosti’ in modo da indi-
viduare eventuali anomalie e malfunziona-
menti prima che si manifestino o portino ad
aumentare certe voci di costo. Si è inoltre
discusso sul problema della sicurezza, sia
come safety, con la necessità di ‘fare cultura’
a livello di personale, invogliando gli addetti
ad aderire alle policy aziendali, sia come se-
curity dei sistemi informatici impiegati nel
manufacturing.
Avvicendamento alla
guida di ABB Italia
Si chiama Mario Corsi il nuovo amministra-
tore delegato di
ABB Italia
( www.abb.it ),che ha assunto anche il ruolo di responsa-
bile dell’area composta da altri 17 Paesi tra
cui Grecia, Turchia,
Paesi Balcanici,
Malta e Israele.
Contestualmente,
Matteo Marini,
che ha preceden-
temente rivestito
la carica di AD di
ABB in Italia e nella
regione mediter-
ranea, ha assunto
la presidenza di
ABB Italia e la re-
sponsabilità della
divisione Power Products di ABB per tutta
la regione europea. Nato nel 1954, Corsi ha
conseguito una laurea in ingegneria chimica
presso l’Università degli Studi di Trieste e
iniziato la sua carriera in ABB nel 1997. Nel
Gruppoha ricopertonumerosi ruoli manage-
riali di crescente responsabilità nel business
dell’energia. Dal 2010 aveva la responsabilità
globale della linea di business dei trasforma-
tori di distribuzione, cui fanno capo 15 stabi-
limenti e 3.000 risorse nel mondo.
Ilaria De Poli