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NOVEMBRE-DICEMBRE 2014

AUTOMAZIONE OGGI 377

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tando zone non permesse e configurazioni singolari; i sistemi che

impongono un’azione positiva da parte dell’operatore (il cosid-

detto ‘dead man switch’); le routine realtime che implementano

un fine corsa software, che va ovviamente affiancato a quello

hardware presente sull’asse.

Campi di applicazione dei robot in

medicina

Si possono identificare in particolare tre ambiti di utilizzo dei

robot in medicina: chirurgia, assistenza e riabilitazione, protesi

ed esoscheletri. Ma veniamo al primo: il più noto e diffuso robot

medicale è il famoso DaVinci, che già da parecchi anni viene uti-

lizzato nelle sale operatorie di tutto il mondo. A livello di chirur-

gia generale DaVinci e altri robot medicali sono impiegati nelle

operazioni all’esofago, al pancreas e al fegato. Uno dei maggiori

vantaggi dell’utilizzo di robot per questo tipo di operazioni è che

in questo modo si riesce a minimizzare l’invasività delle opera-

zioni: nel caso di epatotomia, per esempio, vengono praticati solo

quattro piccoli fori anziché il taglio lineare tradizionale effettuato

dal chirurgo. Ciò comporta un decorso post-operatorio meno do-

loroso e più rapido, tant’è vero che nella maggior parte dei casi

dopo un paio di giorni il paziente può essere dimesso. DaVinci e

suoi consimili sono impiegati anche nelle operazioni di chirurgia

cardiotoracica, quali il bypass coronarico in endoscopia, la ripara-

zione o sostituzione della valvola mitrale, la resezione polmonare,

l’inserzione di cateteri e di stent coronarici.

Come già menzionato, il primo settore in cui sono stati impiegati

robot chirurgici è stato l’ortopedia, in particolare per interventi in

artroscopia al ginocchio (ablazione del menisco, ricostruzione dei

legamenti crociati, sostituzione totale del ginocchio) o all’anca.

Un altro settore a forte utilizzo di robot medicali è la chirurgia

addominale. I sistemi robotici per la laparoscopia hanno infatti

trovato ampia diffusione, soprattutto per le operazioni di rimo-

zione di cellule neoplastiche. Negli ultimi anni, inoltre, è note-

volmente aumentato il numero di robot impiegati in operazioni

ginecologiche. Un altro settore ‘storico’ della robotica medica è la

neurochirurgia. NeuroMate, il primo robot per neurochirurgia, è

apparso nel 1997 e da allora è stato utilizzato in operazioni neuro-

chirurgiche in tutto il mondo. Infine, anche se a voler essere pre-

cisi non si tratta di una vera e propria chirurgia, la radiochirurgia è

un altro settore a elevato utilizzo di robot medicali. I sistemi robo-

tici per la radiochirurgia sono finalizzati al trattamento dei tumori

in ogni punto del corpo, mediante irraggiamento della neoplasia

per mezzo di raggi X emessi da una sorgente montata sull’end

effector del robot. Altre applicazioni chirurgiche dei robot si ri-

scontrano nel settore urologico (operazioni ai reni, alla prostata,

alla vescica) e nella chirurgia vascolare.

Nonostante la varietà di applicazioni l’architettura dei robot chi-

rurgici è abbastanza simile. In genere, essi sono dotati di un si-

stema di visione che permette al chirurgo di monitorare la zona

nella quale viene effettuata l’operazione. L’architettura di con-

trollo di questi robot è del tipo master-slave, ovvero essi sono

costituiti da un modulo di comando (master) che viene control-

lato dalla mano del chirurgo, e da un modulo slave che esegue

l’azione comandata. In molti casi, oltre al feedback fornito dalle

immagini della telecamera, il sistema è dotato di un’interfaccia

aptica che fornisce al chirurgo un ritorno di forza, consentendogli

così di rendersi conto di possibili errati posizionamenti o di devia-

La distribuzione di materiale di laboratorio o medicinali ai

diversi reparti di un ospedale può essere effettuata in maniera

autonoma da un robot

Un altro campo

dove i robot

medicali saranno

sempre più presenti

è quello dell’assistenza

a persone con disabilità

o riabilitazione

Fonte: upload.wikimedia.org

Fonte: www.nibib.nih.gov