NOVEMBRE-DICEMBRE 2014
AUTOMAZIONE OGGI 377
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Q
uest’anno ricorre il trentesimo anniversario del
primo utilizzo di un robot in sala operatoria: il
12 marzo 1984 un braccio robotico di nome He-
artthrob venne impiegato per compiere un’ope-
razione di chirurgia ortopedica nell’ospedale della
University of British Columbia a Vancouver (Canada). Da allora la
robotica medica ha avuto sviluppi notevolissimi, superando l’ini-
ziale diffidenza e le numerose remore, anche di natura psicolo-
gica, che ne frenavano la diffusione.
Rispetto ai robot per utilizzo industriale è ovvio che il requisito
più importante che caratterizza i robot medicali, ma anche tutti
i ‘personal care robot’, ovvero i robot per il servizio alla persona
(categoria nella quale rientrano i robot medicali), è un elevato li-
vello di sicurezza.
Normativa e principi di sicurezza
Può sembrare sorprendente ma fino a poco tempo fa non erano
disponibili norme internazionali che definissero gli standard di
sicurezza per i robot medicali e, più in generale, per i robot che
interagiscono con l’uomo. Quest’anno, grazie all’attività della
Technical Commission di ISO ‘Personal care robot safety’, è stata
emanata la norma ISO 13482:2014 che specifica i requisiti e le
linee guida per la progettazione intrinsecamente sicura di robot
per servizi alla persona (robot medicali, robot per riabilitazione,
robot per assistenza a infermi o ad anziani ecc.).
Sono sostanzialmente tre i principi che vengono utilizzati nella
progettazione dei robot destinati alla ‘personal care’, al fine di
assicurare un elevato livello di sicurezza: si tratta della sicurezza
intrinseca, della ridondanza e dell’utilizzo di sistemi di controllo
dedicati. La sicurezza intrinseca prevede l’uso di componenti in-
trinsecamente sicuri, come per esempio attuatori con limitata
velocità e potenza, trasmissioni con alti rapporti di riduzione che
garantiscono l’irreversibilità del moto, limitatori di coppia, freni di
sicurezza, sistemi per la compensazione di gravità. La ridondanza
si basa da un lato sul raddoppio dei sensori e dei componenti di
sicurezza, dall’altro sulla ‘data fusion’, ovvero la combinazione di
dati provenienti da fonti diverse. Per cui, per esempio, l’immagine
contenuta in una TAC può essere messa in relazione con quella
fornita da una telecamera. Infine, fondamentale per raggiungere
un elevato livello di sicurezza è l’impiego di sistemi di controllo
dedicati: tali sono, per esempio, le interfacce aptiche, che danno
un feedback sul posizionamento dell’‘end effector’ del robot, evi-
Alessandro Gasparetto
I mille volti dei robot nel
medicale
Era il 1984 quando il braccio
robotico Heartthrob compiva la prima
operazione chirurgica ortopedica in
Canada: a trent’anni di distanza
vediamo come si è evoluto l’uso dei
robot nel medicale e quali sono
le prospettive future
Fonte: www.progressivespine.com
AO
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