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ITALIA 4.0
2017
alla formazione sono mediamente il
2,5% in meno della media europea.
Su questo tema come si sta muoven-
do il Governo?
“Fin dall’inizio il Piano aveva due pi-
lastri, il pilastro degli investimenti, in
particolare quelli in innovazione, e il
pilastro delle competenze. Fin da su-
bito abbiamo lavorato anche insieme
al Miur al consolidamento del pilastro
delle competenze: su questo però bi-
sogna fare uno sforzo ulteriore perché
il ritardo sulle competenze è partico-
larmente importante. L’Italia durante
la crisi non ha solo smesso di investire,
in macchinari, in ammodernamento
dei processi produttivi, ma smesso an-
che di investire nelle proprie compe-
tenze. Su questo bisogna lavorare, so-
pratutto su tutto il campo della cosid-
detta formazione terziaria professio-
nalizzante, penso in particolare modo
al rafforzamento degli Istituti tecnici
superiori, su cui l’Italia è estremamen-
te indietro, bisogna raddoppiarli, po-
tenziarli, addirittura triplicarli, perché
lì ci stanno le competenze tecniche
fondamentali e superiori per riuscire
a far sì che i processi di innovazione
entrino nella carne viva delle aziende
e abbiano effettivamente luogo. C’è
poi secondo me bisogno anche di uno
strumento anche un po’ straordina-
rio per aiutare le imprese a investire
di più in formazione, in particolare in
quegli ambiti tecnologici del 4.0. Su
questo stiamo provando nella Legge
di Bilancio a inserire una norma in
questo senso”.
In una intervista poco tempo fa, lei
ha affermato che ‘alcuni incentivi fi-
scali per il rinnovamento tecnologico
non devono considerarsi strutturali,
ed è bene che le imprese ne abbiano
coscienza’. Dal mondo delle imprese
arriva però una richiesta contraria.
Come si possono conciliare le due
esigenze?
“Le due esigenze sono già conciliate
nel Piano: il Piano si compone infatti di
alcune misure di incentivazione fiscale
che hanno natura strutturale. Il credi-
to d’imposta alla ricerca è una misura
che è stata introdotta nel 2015 e var-
rà fino all’anno fiscale 2020, il Patent
Box è una misura strutturale che ormai
è entrata a far parte del nostro codice
fiscale. Ci sono altre misure, e in par-
ticolare penso a iperammortamento e
super ammortamento, che sono state
disegnate per ‘scrollare’ il sistema, per
dare un la forte al sistema perché si
tornasse in maniera importante a inve-
stire, e a investire in particolare nelle
tecnologie del paradigma 4.0. Queste
sono pertanto due misure che sono sta-
te costruite per essere in qualche modo
due misure shock, misure in grado di
produrre un effetto congiunturale im-
mediato. Il superammortamento è sta-
to già in vigore per due anni, verrà rin-
novato, se pur in maniera leggermente
rivista, anche nella Legge di Bilancio
attuale. Anche l’iperammortamento,
che ha già avuto un anno di vigenza,
verrà comunque rinnovato, ma queste
due misure devono essere concepite
come due misure appunto shock, dal
carattere congiunturale per riuscire a
creare quella convenienza, quell’im-
patto affinché gli investitori escano dal
cosiddetto sciopero degli investimenti
e finalmente si incamminino verso un
sentiero sostenibile di investimenti,
che non può essere giustificato solo e
unicamente dal fatto che ci sono gli in-
centivi fiscali”.
@lurossi_71