La prevenzione, chiave per proteggere ambiente e salute

Dalla rivista:
Automazione Oggi

 
Pubblicato il 4 aprile 2024

Secondo quanto emerge dal rapporto di Pool Ambiente 2024, dal titolo ‘Riscrivere le priorità per la tutela dell’ambiente e della nostra salute’, ogni anno in Italia si verificano più di 1.000 casi di danno all’ambiente: manutenzione ed errore umano le cause più frequenti

I danni all’ambiente e gli impatti che generano su risorse naturali, salute ed economia si possono ridurre fino al 73% intervenendo su due principali cause, rappresentate dalla scarsa manutenzione, in primis la corrosione delle vasche interrate, e dall’errore umano. È questo uno dei principali dati che emergono dal rapporto ‘Riscrivere le priorità per la tutela dell’ambiente e della nostra salute’, redatto da Pool Ambiente, consorzio di Coriassicurazione nato nel 1979, dopo il disastro ambientale di Seveso, centro d’eccellenza nazionale per quanto riguarda il know how su rischi ambientali e sinistri, recentemente presentato presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati. In particolare, ogni anno, in Italia, si verificano più di 1.000 casi di danno ambientale, provocati, in quasi 7 occasioni su 10 (69,1%), dalla scarsa manutenzione (52%) e dall’errore umano (17,1%). Due cause di danno su cui, senza dubbio, si può facilmente intervenire per riuscire a ridurre in modo drastico e, in molti casi, con investimenti nell’ordine delle poche migliaia di euro, il numero e la gravità degli incidenti. Con l’adozione della PdR UNI 107:2021, prassi volontaria unica al mondo, nata grazie al contributo di Pool Ambiente, è addirittura possibile ridurre fino al 73% il numero dei casi di danno all’ambiente. Tra le principali sorgenti troviamo, invece, serbatoi, vasche e condutture interrate (40,5%), seguiti dalle aree d’impianto, deposito e movimentazione (22,8%), da incendio, scoppio o esplosione (10,1%), e dai reflui industriali (9,9%). Le imprese italiane soffrono, però, di una scarsa presa di coscienza circa l’importanza di dotarsi di una copertura assicurativa completa per i danni all’ambiente: sono solo lo 0,45% quelle che hanno sottoscritto una polizza, come emerso dalla recente elaborazione, condotta a livello nazionale, da Pool Ambiente sulla base dei dati Ania-Associazione nazionale per le imprese assicuratrici, relativi all’anno solare 2021.

Il danno non è solo ambientale

Un’organizzazione priva di una polizza assicurativa per la copertura dei danni all’ambiente rischia il fallimento, a causa della necessità di dover sostenere degli interventi d’emergenza e ripristino, che possono arrivare a costare anche diversi milioni di euro. Non di rado, infatti, le imprese rischiano di fallire proprio a causa delle ingenti spese di bonifica: un solo evento d’inquinamento può essere fatale per aziende anche solide e ben strutturate, ma prive di questa copertura. Oltre al danno ambientale vi è anche la ‘beffa’ per i contribuenti, perché, se l’impresa fallisce, le spese di bonifica e ripristino restano a carico dello Stato e/o della Regione e, nella gran parte dei casi, gli interventi vengono posticipati per anni in attesa dei fondi necessari, lasciando una ferita aperta nel tessuto urbano. Tutto ciò ha un costo sociale con la perdita di posti di lavoro e una riduzione della qualità della vita nelle aree inquinate, che provoca, nella popolazione, un aumento del rischio di sviluppare gravi patologie, con conseguenze dirette anche sulla sanità pubblica. “Una polizza di responsabilità ambientale fa molto di più che garantire il ripristino delle risorse naturali danneggiate” dichiara Lisa Casali, manager di Pool Ambiente. “È infatti un importantissimo strumento di supporto e d’incentivo all’impresa per una corretta gestione dei rischi di danno all’ambiente, favorisce un’efficace prevenzione dei danni e un tempestivo intervento in caso d’incidente. Una corretta gestione dei rischi di danno all’ambiente vuole dire, anzitutto, prevenzione, e la prevenzione è il modo più efficace ed economico per limitare i danni all’ambiente e l’impatto che questi causano sulle risorse naturali, la salute e l’economia”. Spiega Maria Chiara Gadda, vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati: “Le imprese vanno supportate e accompagnate nella transizione sostenibile, a partire da quelle di minori dimensioni. Confido che la Proposta di Legge n.445, depositata a mia prima firma alla Camera a maggio 2023, venga presto calendarizzata per aprire un dibattito in parlamento e nel Paese. Bisogna incentivare i comportamenti virtuosi delle imprese, volti a rendere più complete ed efficaci le politiche ambientali di prevenzione a tutela delle risorse naturali, della sicurezza e della salute dei cittadini. Per questo, occorre” prosegue Gadda “riconoscere incentivi e vantaggi economici alle aziende che sottoscrivono una polizza ambientale, e si impegnano concretamente nella gestione dei rischi derivanti dai danni ambientali. Identificare le sorgenti di rischio, effettuare la manutenzione di impianti e dispositivi, e assicurarsi, non deve più essere visto come un costo: è un investimento. Con questa PdL lo si vuole sostenere attraverso misure incentivanti, perché rende le aziende più resilienti e la comunità più sicura”.

Promuovere una cultura assicurativa

Una finalità, quella di promuovere iniziative concrete sulla cultura assicurativa del rischio ambientale, condivisa anche da Ania e AibaAssociazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni, che hanno contribuito, insieme ad altre associazioni e istituzioni, quali IspraIstituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e Cineas, alla stesura del rapporto Pool Ambiente 2024. “La diffusione delle polizze assicurative a copertura dei rischi catastrofali ambientali, climatici e legati a eventi naturali in genere, rappresenta una priorità per il comparto assicurativo” chiarisce Umberto Guidoni, co-direttore generale di Ania. “Da anni la nostra associazione, nell’ottica di colmare il gap di protezione assicurativa rispetto a determinati tipi di evento, in particolare terremoto e alluvione, promuove la necessità di introdurre uno schema assicurativo nazionale basato su una partnership pubblico-privato. Soprattutto, per un’impresa avere una copertura assicurativa che la tuteli in determinate circostanze può fare la differenza. A nostro avvisto, tuttavia, per garantire un effettivo ombrello protettivo al nostro tessuto imprenditoriale, sono indispensabili interventi normativi e strutturati. Per questo il settore assicurativo ha accolto con estremo favore la proposta, nell’ambito della Legge di Bilancio 2024, di un obbligo assicurativo per le coperture Cat-Nat, introducendo, allo stesso tempo, un meccanismo di riassicurazione pubblica, per garantire la sostenibilità del sistema. Il nostro auspicio è che interventi analoghi possano essere estesi anche ad altre tipologie di rischi di portata catastrofale”. Sottolinea Flavio Sestilli, presidente di Aiba: “L’attenzione ai potenziali danni ambientali deve diventare un elemento cardine della condotta delle imprese, per le quali l’incorporazione dei criteri ESG, anche alla luce nuova disciplina sulle Cat-Nat, che ha introdotto l’obbligo di assicurazione contro gli eventi catastrofali, costituirà nel prossimo futuro un fattore fondamentale di competitività e attrattività sui mercati. In questo contesto, i broker sono veri e propri partner strategici delle imprese. Nel loro ruolo di intermediari professionisti, da una parte possono aiutare le aziende ad acquisire maggiore consapevolezza verso i rischi cui sono esposte, favorire l’adozione di adeguate misure di mitigazione, prevenzione e gestione, e individuare le soluzioni assicurative più efficaci; dall’altro, stimolano il settore assicurativo all’innovazione dei prodotti”.

Un decalogo a tutela dell’ambiente e della salute

Ecco, in conclusione, il decalogo con gli interventi prioritari da parte delle imprese per la tutela dell’ambiente e della salute delle persone: 1. identificazione delle potenziali sorgenti di rischio e degli scenari di danno all’ambiente; 2. manutenzione ordinaria e straordinaria di impianti e dispositivi, effettuata in conformità alle indicazioni fornite dal costruttore e secondo le best practice di riferimento; 3. introduzione di procedure che garantiscano il rispetto di raccomandazioni e linee guida di settore, anche rispetto alle sostanze non normate usate o prodotte; 4. relativamente agli elementi monoparete, interrati o direttamente appoggiati al terreno, prevedere la conversione/sostituzione a elemento doppia parete, con controllo in continuo delle perdite. Laddove non fosse temporaneamente possibile è importante proteggere l’elemento interrato con una protezione catodica, ed effettuare regolarmente verifiche strutturali, valutando anche un’eventuale vetrificazione; 5. rispetto agli elementi fuori terra, prevedere un bacino di contenimento adeguatamente dimensionato e impermeabilizzato; 6. prevedere misure per evitare o contenere sversamenti durante le operazioni di carico e scarico, come per esempio: valvola limitatrice di carico, etichettatura dei punti di carico, raccordi di sicurezza, segregazione delle acque meteoriche; 7. rispetto alle tubazioni interrate non metalliche, effettuare regolari video-ispezioni e test di tenuta; 8. effettuare una formazione e un addestramento adeguato del personale dell’impresa, per un’efficace gestione dei rischi di responsabilità ambientale e gestione delle emergenze; 9. adozione della PdR UNI107/2021 ‘Ambiente protetto – Linee guida per la prevenzione dei danni all’ambiente – Criteri tecnici per un’efficace gestione dei rischi ambientali’; 10.stipula di una copertura assicurativa di Responsabilità Civile e Ambientale.

Aiba-Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni – https://aiba.it

Ania-Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici – www.ania.it

Cineas – www.cineas.it

Ispra-Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – www.isprambiente.gov.it/it

Pool Ambiente – www.poolambiente.it

Scarica il pdf



Contenuti correlati

Scopri le novità scelte per te x