Internet of things, o meglio… things of Internet

Lo sviluppo del mercato M2M porterà con sé indubbi vantaggi per chi dovrà ‘creare’ nuovi oggetti da connettere, quindi i produttori di soluzioni embedded

Pubblicato il 12 maggio 2011

Di Ilaria De Poli

Si è da poco concluso l’M2M Forum 2011, una giornata intensa di approfondimento sulle tematiche legate alla comunicazione machine-to-machine, sempre più utilizzata in ambito industriale e destinata a diffondersi con una crescita stimata a due cifre da qui al 2020, come rilevano i dati resi noti da Robin Duke-Woolley, CEO di Beecham Research, in apertura del convegno mattutino dell’evento. Organizzato da “Wireless” e giunto quest’anno alla decima edizione, il Forum ha voluto specificatamente indagare in questa edizione il mondo dei servizi che potranno ‘esplodere’ grazie all’M2M, focalizzandosi poi su alcune tematiche legate all’ambiente.

Se infatti l’Unione Europea ha dato direttiva agli Stati membri di introdurre soluzioni atte a razionalizzare i consumi energetici e ridurre gli sprechi, una strada percorribile e intrapresa dall’Italia è quella dello smart metering. Per quanto concerne l’elettricità, il nostro Paese è, una volta tanto, all’avanguardia, grazie all’esperienza maturata con il Progetto di lettura dei contatori elettrici a distanza lanciato da Enel dieci anni fa. Prossimamente vedremo svilupparsi questo servizio anche per la gestione della rete gas, ma i vantaggi non si fermeranno alla lettura, quindi al telecontrollo. Il tutto va infatti letto in chiave domotica, consentendo, per esempio, per quanto riguarda gli apparati elettrici, la programmazione dei carichi da parte dell’utente in base alle fasce orarie di spesa.

Le prospettive sono comunque innumerevoli. Esistono infatti differenti ‘categorie’ di oggetti collegabili in rete: quelli tecnologici, già pensati proprio per essere connessi; quelli che, nati come tecnologici, non sono stati inizialmente collegati, ma lo stanno per essere o lo saranno a breve, creando servizi primi non disponibili (per esempio, i navigatori satellitari, che connessi in rete permettono il monitoraggio del traffico); infine, gli oggetti non tecnologici e non collegati, che sembrano non avere proprio nulla a che vedere con la ‘rete delle reti’. Si pensi agli indumenti, che rilevando la temperatura corporea di una persona e mandando l’informazione in rete, possono avvertire un centro di controllo in caso la temperatura salga troppo indicando un eventuale incendio dove la persona si trova.

A dire di Marco Canesi, M2M Lead Italy di Vodafone, intervenuto durante la sessione plenaria del Forum, i due mercati con le maggiori prospettive di crescita su breve periodo sono proprio quelli dell’energy meter, spinto anche dalle nuove esigenze emergenti dalla nascita di numerosi microimpianti e di una produzione sempre più diffusa, e dell’automotive, dove alcuni dei principali player si stanno già muovendo. La connettività di serie a bordo dei veicoli dovrà essere una realtà entro il 2015; una black box inserita a bordo dovrà segnalare alle assicurazioni eventuali disfunzioni e anomalie, rilevando i dati dei diversi impianti presenti sul veicolo, tutti connessi in rete. In tal modo, sarà possibile sviluppare numerosi servizi per gli utenti, dall’e-call, a soluzioni per la sicurezza, il telecontrollo, l’infotaiment. Gli utenti potranno osservare i chilometraggi, individuare i percorsi, rilevare le velocità, o verificare il traffico dei mezzi pesanti ecc.

Alcune aziende possono arrivare a sviluppare business complementare a quelli ‘core’ proprio grazie allo sviluppo di soluzioni M2M. Per esempio, alcune aziende di fotocopiatrici negli USA sono arrivate a proporre servizi pay per use sulle loro macchine, già connesse per questioni legate alla manutenzione, aggiungendo così una nuova area di attività più legata al servizio. La possibilità di far confluire informazioni differenti in un unico punto e farle quindi ‘interagire’ fra loro, consente infatti la creazione di nuovi dati e informazioni, dedotte dalle prime, che possono efficacemente essere utilizzate per migliorare il servizio.

Non ultimo, a tutto questo oggi si è aggiunto il cloud computing, che moltiplicando le potenzialità degli apparati elettronici e consentendo architetture diffuse rende possibile la realizzazione di nuovi sistemi con investimenti ridotti e tempi minimi d’implementazione: “Il back up delle applicazioni su server di proprietà è costoso e spesso poco utile” ha sottolineato Claudio Borrello, Sales Engineer di Eurotech. “Per questo, il cloud dopo aver registrato un indubbio successo in campo PC come dimostrano le applicazioni di Google o Amazon, sta ora approdando anche in campo industriale. Con il cloud sviluppare le applicazioni è più veloce e meno oneroso, noi per esempio siamo in grado di realizzare un software ‘demo’ per un cliente in soli 15 minuti nell’ambito trasporti e possiamo garantire, grazie alla nostra piattaforma, scalabilità, sicurezza e reliability dei dati, sempre disponibili ovunque in rete”. Secondo Borrello, il cloud avrà in sicuro successo nel campo della videosorveglianza, dove le immagini da conservare stanno diventando via via più ‘pesanti’ a causa delle telecamere di nuova generazione, che offrono risoluzioni più ampie per servizi più completo, ma anche più difficoltose da archiviare e mantenere su hardware. Con il cloud il problema è risolto.

E gli sviluppi più inaspettati coinvolgeranno in primis i produttori degli ‘oggetti di Internet’, i soli che possono rendere l’IoT una realtà fornendo al mercato soluzioni embedded connettibili in rete, in grado di ‘viaggiare’ su quelle infrastrutture con i Telco stanno oggi ampliando e approntando. Alcuni oggetti dovranno essere re-inventati. Si prenda per esempio una lavastoviglie, che potrà recare con sé tutte le informazioni inerenti al suo funzionamento, per dare istruzioni all’utente, essere aggiornata, oppure riparata velocemente, addirittura prevenendo i guasti, e dati sulla sua costruzione, per poter poi essere smaltita al meglio a fine vita. Oppure potranno entrare a far parte di un mondo ‘sociale’ virtuale: “Su Twitter c’è già oggi una pianta connessa che avverte quando ‘ha sete’ e deve essere bagnata” ha osservato Antonio Solinas di Akhela. “Si stima che il Web 3.0 nei prossimi due anni porterà in comunicazione 1011 oggetti”.

Tornando con i ‘piedi per terra’, che si tratti di gestione realtime e programmata dell’illuminazione stradale pubblica con soluzioni M2M (come nel caso presentato da Davide Bassetto di A.P.Systems) o di gestione della supply chain dall’ordine, al magazzino, alla consegna (come nel caso illustrato da Fabio Cassin di Psion Italia e Fabio Masorati di Movactive), una cosa è certa: il mondo M2M sta via via ampliandosi, a volte proponendo servizi davvero in grado di migliorare la qualità della vita e di ridurre i consumi nel rispetto dell’ambiente, oppure di creare servizi prima impensabili. La via ora è coglierne tutte le opportunità, con un occhio magari a preservare sicurezza e privacy, oppure prevedendo i pericoli, per dar vita, fin da principio, a un progresso privo di amari risvolti.

M2M Forum 2011: www.m2mforum.com



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