In arrivo importanti incentivi per il settore delle macchine automatiche

Approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto che prevede la detassazione degli utili reinvestiti in macchinari e l’accelerazione dell’ammortamento dei beni strumentali

Pubblicato il 30 giugno 2009

Per quanto riguarda la detassazione degli utili reinvestiti in macchinari, a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto e fino al 30 giugno 2010, sarà escluso dall’imposizione sul reddito di impresa il 50% del valore degli investimenti in macchinari e apparecchiature compresi nella divisione 28 della tabella Ateco ( le macchine automatiche sono identificate nella sottodivisione 28.29). Per quanto concerne invece l’accelerazione dell’ammortamento sui beni strumentali d’impresa, si provvederà alla revisione dei coefficienti di ammortamento in vigore (decreto del Ministro delle Finanze 31 dicembre 1988) entro il 31 dicembre 2009.

Anche se i risultati ottenuti sono solo i primi provvedimenti tra quelli che da tempo Ucima e Federmacchine (la federazione che riunisce i costruttori di beni strumentali), chiedono siano adottati per rilanciare un comparto strategico per l’economia nazionale come quello dei beni strumentali, si tratta di un grande successo ottenuto grazie all’attività di sensibilizzazione portata avanti da Ucima, con le altre associazioni aderenti a Federmacchine e al lavoro di squadra cui hanno aderito moltissime aziende del comparto, inviando ai fax del Ministero dello Sviluppo Economico e della Presidenza del Consiglio, già nello scorso mese di marzo, oltre 6.000 adesioni al “Manifesto FEdermacchine”.

Giova sottolineare, oltre ai benefici concreti che le misure porteranno alle aziende del settore, la valenza politica del risultato raggiunto.

Per la prima volta, infatti, si ottengono iniziative riservate esclusivamente al comparto dei beni strumentali che, per altro, laddove necessario, saranno compensate da interventi su settori ritenuti dal provvedimento testualmente: “beni industrialmente meno strategico. L’auspicio è che questo sia solo il primo passo per rilanciare un settore fondamentale per garantire, all’intero sistema industriale, livelli di competitività adeguati alle ambizioni del paese.

Per l’economia nazionale, infatti i beni strumentali, per i quali l’Italia vanta competenze eccezionali, rivestono un’importanza strategica pari a quella attribuita, in altri paesi, a materie prime e fonti energetiche: senza le macchine la produzione manifatturiera diverrebbe dipendente dall’estero.

Per queste ragioni, Ucima, ritiene necessaria l’adozione delle altre misure già richieste dal manifesto di Federmacchine, ovvero: la rivalutazione dei beni strumentali in possesso delle imprese, che permetterebbe alle aziende di meglio evidenziare il proprio patrimonio e, di conseguenza, ottenere più facilmente finanziamenti dalle banche; la moratoria per due anni, con pagamento dei soli interessi, dei crediti vantati dagli istituti di credito nei confronti delle Pmi, che “darebbe fiato” alle Pmi e maggiore certezza alle banche di “rientrare”.

Ucima
www.ucima.it
 



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