marzo 2014
44
I
l 5 agosto 2011, Mario Draghi e Je-
an-Claud Trichet - rispettivamente
presidente entrante e uscente della
Banca centrale europea - scrivevano al pre-
sidente del consiglio italiano, Silvio Berlu-
sconi, sollecitando “misure significative
per accrescere il potenziale di crescita del
Paese”. Era il momento drammatico in cui
lo spread tra i titoli di Stato italiani e quel-
li tedeschi iniziava la sua corsa al rialzo, di
fronte alla crisi di fiducia verso le prospet-
tive della Penisola e di incapacità dell’Unio-
ne europea (o della Bce) di intervenire con
strumenti adeguati per calmare i mercati
finanziari. La lettera segnò l’inizio della
fine del governo del Cavaliere, e presto si
determinarono le condizioni che portaro-
no all’esecutivo tecnico guidato da Mario
Monti, prima, e alla ‘larga coalizione’ di
Enrico Letta, dopo le elezioni del febbraio
2013.
Nel messaggio proveniente da Francofor-
te, veniva posta particolare enfasi, oltre
Sidicevachepresto
anchel’Italiasisarebbe
allineataaglialtriPaesi
europeiinmateriadi
liberalizzazioni.Fatta
eccezioneperilmercato
delgaseperiltrasporto
aereo,almomento
sembraessersipersolo
spiritodiaperturache
animavalosforzodi
introdurremaggiore
concorrenzanei
mercati.Eppure,èlìche
sigiocaunabuonaparte
delfuturoitaliano
diCarloStagnaro
Liberalizzazioni:
achepuntosiamo?