FEBBRAIO 2017
FIELDBUS & NETWORKS
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Fieldbus & Networks
verificare che non ci siano stati elementi
corrotti o errori di trasmissione/rice-
zione. Questo permette di riconoscere
i seguenti errori: corruzione dei dati,
inserimento di finti messaggi di failsafe
(‘masquerade’).
Il messaggio Profisafe che include i mecca-
nismi di riconocimento degli errori descritti
è un pacchetto sufficientemente piccolo e
viene inserito all’interno dei dati utili di un
telegramma standard Profibus o Profinet.
Il telegramma Profisafe contiene tre campi.
Il primo campo, F-Input e F-Output, contiene
i dati che vengono scambiati dal disposi-
tivo; la configurazione dei dati scambiati
dallo stesso è contenuta all’interno del file
GSD associato al dispositivo. Il secondo
è relativo a status e control byte. Il con-
trol byte viene inviato dal F-host, mentre
lo status byte viene inviato dal F-device.
Questa informazione serve per le attività
di sincronizzazione tra i diversi partecipanti
della rete Profisafe. Questo byte serve per
l’incremento del numero sequenziale dei
pacchetti che vengono inviati. Ciascun di-
spositivo infatti ha internamente un clock
sincronizzato con il valore di status/control
byte, che viene incrementato per valutare
il valore del numero sequenziale. In questo
modo, non è necessario utilizzare byte per
trasmettere l’intera informazione. L’ultimo
campo è dedicato al CRC a 32 bit e tiene
conto del codename, dei parametri di confi-
gurazione di sicurezza, del monitoring num-
ber e dei dati trasmessi.
Ciascun dispositivo rende disponibili due
tipi di informazioni per la sua configura-
zione e la configurazione della comunica-
zione, ovvero: il file GSD, che contiene tutte
le informazioni per la comunicazione ciclica
dei parametri e dei valori da impiegarsi per
stabilire la comunicazione Profibus o Pro-
finet; gli F-parameter che devono essere
configurati all’interno del sistema Profisafe
per gestire la comunicazione sicura.
In particolare, i parametri che devono es-
sere configurati sono:
•
F_S/D_Address
: l’indirizzo univoco as-
segnato al device all’interno della rete
Profisafe, che deve essere uguale a
quello dato via microswitch al dispo-
sitivo. Sarebbe il codename del dispo-
sitivo;
•
F_WD_Time
: il tempo di ritardo del
watch dog entro cui deve essere ricevuta
una risposta o un’interrogazione;
•
F_SIL
: il SIL target che si vuole ottenere
con la particolare catena che si sta rea-
lizzando. Questo valore viene verificato
con il valore interno di SIL definito dal
costruttore. Questo significa che cia-
scun dispositivo Profisafe può essere
impiegato per applicazioni fino a un
certo livello di SIL;
•
F_iPAR_CRC
: la firma e il calcolo del CRC
per tutti gli I-parameter del F-Device;
•
F_Par_CRC
: la firma e il calcolo del CRC
per tutti gli F-parameter. Viene utilizzato
per verificare che tutti gli F-parameter
siano stati assegnati in modo corretto.
Questi due tipi di informazioni sono en-
trambe contenute all’interno del file GSD
del dispositivo, pertanto è necessaria la
verifica dell’integrità degli F-parameter per
mezzo di un tool di configurazione che si av-
vale di uno specifico controllo CRC. Sempre
con il tool di configurazione è necessario
verificare e assicurare con un altro CRC i
parametri relativi allo scambio dati F-input
e F-output del dispositivo.
Come implementare
Profisafe
Per la maggior parte dei dispositivi Profi-
safe esistono dei tool specifici di diagno-
stica e configurazione, chiamati CPD-tool,
e questo fa sì che non sia più necessario
gestire gli I-parameter (o F-parameter)
per mezzo del file GSD e della verifica
delle parte di esso attraverso speciali
CRC, come visto prima, pertanto viene
raccomandato di utilizzare un nuovo mec-
canismo, chiamato Universal-Parameter-
Server (iPar-Server), la cui realizzazione è
compito del costruttore del F-host.
I diversi passi della struttura dell’iPar-Ser-
ver sono i seguenti:
- inizializzazione delle funzione iPar-
Server durante la fase di configurazione
nell’ambiente di ingegneria della confi-
gurazione degli F-host e degli F-device;
- dalla stazione di ingegneria è possi-
bile, utilizzando per esempio TCI o FDT,
la connessione del CPD tool per gli F-
device per assegnare il codename al
dispositivo di campo;
- nel momento in cui la comunicazione
con il CPD tool è stabilita, è possibile
eseguire delle prove, delle configurazioni
e delle parametrizzazioni;
- terminata la configurazione con il CPD
tool, viene calcolato il iPar_CRC, che
viene aggiornato e inserito nel parame-
tro F_iPar_CRC all’interno del sistema di
ingegneria;
- si deve riavviare il F-device per poter
rendere effettivo il nuovo valore del F_
iPar_CRC del dispositivo;
- a questo punto il F-device è pronto
per l’upload delle notifiche e della dia-
gnostica verso l’iPar-Server che lo ha
configurato;
- infine, inizia lo scambio dati ciclico tra i
dispositivi e l’F-host che compongono la
rete Profisafe.
Figura 6 - La struttura del iPar-Server
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