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NOVEMBRE 2016

FIELDBUS & NETWORKS

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non disturbare l’occhio umano) e ottenere pertanto un sistema di illumi-

nazione che funziona anche come infrastruttura di rete. Supponiamo di

voler realizzare una rete di diffusione multimediale all’interno di un edi-

ficio (

si vedano figure 1 e 2

). I contenuti da diffondere vengono prelevati

da un server locale o da Internet e vengono poi diffusi modulando oppor-

tunamente il flusso luminoso delle lampade LED presenti nell’ambiente.

Gli utilizzatori finali saranno dotati di un ricevitore ottico, sotto forma

per esempio di chiavetta USB, dotato di un fotorivelatore e un circuito

di demodulazione capace di ricostruire il flusso di dati originariamente

trasmesso. Naturalmente, il sistema può essere bidirezionale, ponendo

un fotorivelatore in prossimità della lampada LED e un emettitore di luce

nella chiavetta USB. Così facendo, è possibile realizzare all’interno di

un ambiente un’infrastruttura del tutto simile a quella del Wi-Fi, con un

access-point posto sul soffitto e i terminali in giro per l’ambiente. Una

soluzione del genere è stata recentemente introdotta da PureLiFi con il

prodotto Li-Fi X (

si veda figura 3

). E la velocità di trasmissione? Poten-

zialmente elevatissima, in quanto i LED supportano larghezze di banda

decisamente elevate, tant’è vero che già i primi prodotti commerciali

basati sulle tecnologie Li-Fi supportano velocità delle decine e centinaia

di Mbps, con ampie prospettive di crescita.

Reti Li-Fi in fabbrica

Le prime sperimentazioni del concetto Li-Fi hanno coinvolto

ambienti commerciali e ufficio, ma subito è emersa una

grande opportunità per le applicazioni in ambito industriale,

dove le problematiche di interferenza e sicurezza sono ancora

più sentite. La disponibilità commerciale dei primi hotspot

Li-Fi permette già di sperimentare in fabbrica l’utilizzo di reti

totalmente private e ad alta velocità senza dover installare

nuovi cavi. I sistemi proposti, per esempio, da Fraunhofer

Imps, ente di ricerca molto attivo nel settore delle comunica-

zioni tramite flussi luminosi, offrono velocità di trasmissione

di picco che arrivano a 1 Gbps su portate dell’ordine dei 30

m, con bassi consumi energetici e con tutte le funzionalità di

sicurezza e affidabilità che ci si aspetta dai prodotti per uso

industriale (

si veda figura 4

).

L’installazione di una rete Li-Fi è piuttosto semplice e la sua

copertura è molto più facile da stimare e controllare rispetto

a quella di una rete radio. In sostanza, la copertura della rete

è equivalente a quella della corrispondente ‘lampadina’. Se

le informazioni scambiate in rete devono essere confinate,

basta una qualunque paratia per ottenere la schermatura

desiderata.

Il fatto che le reti Li-Fi all’interno di un ambiente possano essere segregate

in molto molto semplice tra loro dà anche la possibilità di ottenere una

banda di comunicazione aggregata molto elevata. Infatti, suddividendo

l’ambiente in zone, queste sono totalmente indipendenti l’una dall’altra,

senza alcun rischio di interferenza reciproca, per cui ciascun hotspot può

sfruttare appieno la sua velocità di trasmissione massima, indipendente-

mente dal fatto che altri hotspot siano accesi nelle vicinanze.

Gli hotspot Li-Fi possono essere proficuamente usati sia per la diffusione

di informazioni in modalità ‘broadcasting’, per esempio per la proiezione

di video o contenuti multimediali, sia per supportare comunicazioni bi-

direzionali in tempo reale tra oggetti e sistemi presenti in un ambiente

produttivo. Uno dei potenziali vantaggi in questo caso è dovuto alla pos-

sibilità di non dover installare cablaggi particolari per far comunicare gli

oggetti a distanza. Inoltre, le reti Li-Fi sono intrinsecamente a bassissima

latenza, per cui potrebbero essere anche molto utili per la gestione di

operazioni di controllo e coordinamento in realtime tra sensori, macchine

e sottosistemi vari. Infine, non va dimenticato che, così come per il Wi-Fi,

la realizzazione di una rete Li-Fi non richiede alcuna licenza o canone per

l’uso dello spettro radio.

La barriere da superare

Tutto bene allora? Mica tanto, per un’adozione di massa di questa tec-

nologia. A oggi siamo ancora agli inizi e il vincolo principale deriva dalla

scelta di uno standard tecnico di riferimento che possa favorire la realizza-

zione di prodotti in grande serie interoperabili, compatibili e accettati dal

mercato. Diverse aziende, anche in Europa e in Italia, stanno effettuando

varie sperimentazioni e ci si augura che a breve i prototipi e le prime

realizzazioni commerciali si dimostrino in grado di generare un livello di

interesse sufficiente per far maturare la migliore tecnologia e renderla

appetibile alle numerose applicazioni che potrebbero beneficiare dei van-

taggi offerti dalla ‘rete delle lampadine’.

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