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NOVEMBRE 2016

FIELDBUS & NETWORKS

60

Fieldbus & Networks

Nuove infrastrutture

e nuove figure professionali

F&N:

Quali tool/apparati non possono mancare perché il servizio sia

davvero efficace? Che caratteristiche deve avere l’infrastruttura di rete?

Randieri

: “Un’azienda che intende lavorare nel campo del telecontrollo

deve saper accogliere la sfida cruciale di trasformarsi in azienda ‘virtuale’

e ‘mobile’, garantendo la continuità e la coerenza delle comunicazioni tra

dipendenti, partner e clienti. Ciò che occorre è intrinseco al superamento

del classico ambiente di lavoro frammentario, scollegato, che determina

una riduzione della produttività e la perdita di nuove opportunità. Affinché

un servizio di telecontrollo diventi veramente efficace e utile occorre poter

lavorare in un ambiente integrato, in cui tutti siano istantaneamente e

costantemente connessi, per collaborare senza difficoltà. È la differenza

sostanziale tra limitarsi a fare ciò che si deve fare e lavorare in modo

organico e sinergico. Sebbene nel mercato esistano molti tool e apparati

progettati ad hoc per supportare tutti i processi di telegestione, ciò che

manca oggi è una figura professionale che li sappia usare e che faccia

non solo da collante verso tutte le altre figure già impiegate, ma rap-

presenti anche una valida guida per traghettare le aziende verso i nuovi

paradigmi di un mercato dinamico e digitalmente integrato. Mi riferisco

al ruolo di Chief Digital Officer (CDO) che oggi sta acquistando sempre

più importanza. Di fatto, da un sondaggio Accenture è emerso che l’80%

delle aziende ha assunto un CDO con l’incarico si occuparsi di assistere

l’azienda nello sviluppo e nell’attuazione di una strategia digitale coesiva

e può operare in varie posizioni, tra cui anche quella della gestione ad alto

livello dei data center operanti nel contesto del telecontrollo. Chiaramente

alla base di tutto ciò l’infrastruttura di rete svolge un ruolo fondamentale.

Per anni, l’infrastruttura di rete è stata considerata come la base portante

di qualsiasi azienda, favorendo nel corso del tempo il raggiungimento di

livelli di sofisticazione incredibili. Tuttavia, le moderne esigenze del tele-

controllo si basano sui concetti di semplicità di gestione, agilità, scalabi-

lità e sicurezza, imposti dalle strategie di adozione di tecnologie basate

su cloud ibrido, che favoriscono la realizzazione di un data center moderno

e sicuro, portando in evidenza i limiti della rete fisica. Per superare tali

limitazioni di recente si sente parlare del concetto di ‘virtualizzazione della

rete’, che accelera i tempi di tale trasformazione. Grazie a questo nuovo

concetto è possibile abbattere le barriere delle reti fisiche, conservandone

tuttavia l’intera capacità di trasporto, che diventa più semplice da gestire.

Questomodello trasformativo consente di erogare i servizi di telecontrollo

e telegestione alla velocità richiesta dai concetti di Industry 4.0 e smart

manufacturing. Stare al passo con queste tecnologie significa assicurare

la disponibilità e il funzionamento costanti delle applicazioni quali requisiti

essenziali per tutti gli applicativi che operano in telecontrollo e che offrono

teleassistenza. Se si impiega una rete basata su hardware, i costi per la

riproduzione della topologia e dei servizi di rete in un sito secondario pos-

sono diventare proibitivi. Nel caso della virtualizzazione si tende piuttosto

a creare una versione che rappresenti una valida alternativa alla fisicità

dell’hardware stesso. Per esempio, grazie alla virtualizzazione della rete,

è possibile eseguire una snapshot dell’architettura completa delle appli-

cazioni, senza compromettere le funzionalità, inviarne una copia al sito

di back up e utilizzare tale copia per ripristinare la rete virtuale in pochi

secondi a prescindere dall’hardware impiegato”.

Esposito

: “La definizione dei tool/apparati essenziali per l’esecuzione

efficace di un servizio dipendono dalla tipologia di quest’ultimo. Se quello

che è necessario svolgere è, per esempio, la ricerca di guasti da remoto

su di una macchina o impianto, bisognerà avere a propria disposizione

dal punto di vista hardware l’infrastruttura necessaria a stabilire il col-

legamento tra la sede dell’operatore e l’utente finale. Tale infrastruttura

potrebbe essere costituita da due security router disposti fisicamente

uno presso il fornitore e l’altro presso l’utilizzatore, capaci di stabilire una

connessione punto-punto dedicata, con scambio di certificati, via VPN, in

modo che una volta avuta la possibilità di raggiungere la rete remota, l’o-

peratore possa operare sulla stessa per mezzo degli opportuni strumenti

software alla ricerca dei guasti. In linea di massima questa infrastrut-

tura deve essere adeguata al tipo di intervento: se ci si deve collegare

da remoto a delle telecamere disposte in loco, bisognerà prevedere un

collegamento capace di avere l’adeguata capacità di trasferimento dati

e l’adeguata velocità di elaborazione degli stessi per poter disporre di

immagini chiare e stabili. Da non trascurare mai, ovviamente, la predi-

sposizione di opportune misure di protezione in ambito cybersecurity”.

Griffini

: “La risposta d’impulso è semplice: è fondamentale disporre di

una rete ben strutturata e di dispositivi efficaci e affidabili. Andando più

nel dettaglio, un ruolo imprescindibile è giocato dalla disponibilità di una

buona ampiezza di banda per quanto concerne la rete. Implementare que-

sto genere di soluzioni implica infatti la necessità di gestire la trasmissione

di grandi moli di dati, di conseguenza è necessario disporre di strutture

di comunicazione idonee per

abilitare la trasmissione di dati

tra i diversi attori coinvolti. A

tale scopo, Mitsubishi Electric

adotta CC-Link IE, protocollo

aperto per Industrial Ethernet in

grado di operare con velocità a

livello Gigabit. Di fatto, si tratta

della tecnologia Ethernet indu-

striale che offre la maggiore

velocità di trasmissione. È poi

fondamentale estendere la

connettività a tutti i livelli della

rete, anche quelli di campo, per

consentire la raccolta dei dati e

le attività di supervisione, mo-

nitoraggio e diagnostica fino al

singolo dispositivo intelligente.

La connettività non deve essere

solo estesa a ogni elemento della rete, ma deve essere trasversale all’im-

pianto produttivo e collegare tra loro i diversi layer di rete (di campo, di

produzione, di uffici ecc.)”.

Sartori

: “I servizi di teleassistenza e telecontrollo per essere davvero

efficaci, e quindi realmente utili, devono essere pensati e progettati fin

dall’inizio non in un’ottica di tool e apparati, ma con una visione di insieme

completa e quindi con una vera soluzione ad ampio spettro. Questo si

può realizzare solo tramite un’unica piattaforma includendo sia i sistemi

di supervisione come gli Scada, sia le stazioni remote e non ultimo un

singolo tool di ingegneria al fine di ridurre le tempistiche/costi di integra-

zione. L’infrastruttura di rete, in ottica di integrazione teleassistenza/tele-

controllo deve essere progettata in modo tale da permettere una rete ad

alta capacità. Se prima, per raccogliere dati in una sola variabile con una

frequenza giornaliera relativamente bassa erano sufficienti modemGPRS,

ora se ci si vuole collegare alla macchina da remoto e raccogliere i dati

del gemello digitale, il digital twin, oppure più semplicemente remotizzare

la grafica di un HMI installato presso una stazione remota, è necessario

utilizzare modem/router con un accesso alla rete mobile di 3G o possibil-

L’approccio ‘mobile’ con

architetture e tecnologie

innovative rappresenta un cambio

sostanziale nel mondo della

manutenzione predittiva

Fonte: www.pixabay.com