![Show Menu](styles/mobile-menu.png)
![Page Background](./../common/page-substrates/page0045.jpg)
MAGGIO 2016
FIELDBUS & NETWORKS
45
da qualunque dispositivo (PC/MAC,
smartphone, tablet, touchpanel ecc.),
sia localmente sia da remoto, attraverso
un comune browser Internet o con app
gratuite per dispositivi commerciali.
Tale server permette quindi di gestire
tutti gli aspetti degli impianti tecnolo-
gici dell’edificio attraverso pagine web
da un qualunque dispositivo mobile o
fisso. Il server deve essere in grado di
gestire le tecnologie di comunicazione
esistenti, come KNX, Modbus, RS485,
Ethernet ecc.) e numerosi altri proto-
colli, utilizzati principalmente in ambito
di sicurezza, audio/video e impiantistica
termotecnica. Inoltre, in caso di pro-
tocolli non implementati in origine, in
alcuni sistemi è presente la possibilità
di integrare, attraverso un ambiente di
scripting personalizzato, anche futuri
dispositivi tecnologici o nuovi protocolli.
Caratteristiche dei bus
domotici
I bus in uso in ambito domotico sono
concettualmente analoghi ai classici
fieldbus utilizzati in automazione indu-
striale, ma realizzano
finalità e specifiche di-
verse. Vediamo alcune.
Velocità e realtime
- Que-
ste esigenze sono ridotte
in domotica. I processi
presenti negli edifici,
compresa l’interfaccia
con le persone, sono ca-
ratterizzati da bande
passanti molto basse. A
differenza dell’ambiente
di fabbrica è cruciale
che le spese di impianto
siano molto ridotte; per
questo si sacrificano altre
caratteristiche, per esem-
pio la velocità. Per la
stessa ragione si usano
spesso sistemi a onde
convogliate (powerline) e si guarda con
interesse alle reti e protocolli wireless.
Topologia
- Un bus domotico tradizionale
deve poter realizzare topologie com-
plesse e modificabili, senza dispositivi
di interconnessione. La rete deve potersi
snodare linearmente lungo i percorsi in-
terni degli edifici, anche su lunghezze
notevoli (migliaia di metri) usando cavi
di basso costo.
Numero di nodi
- A differenza di una
rete di campo di un processo industriale,
una rete domotica in un grande com-
plesso, per esempio un ospedale, può
avere molte migliaia di nodi, in genere
di diversa complessità, dal dispositivo
interruttore dell’impianto elettrico per
controllare le luci, a un PLC che controlla
un bruciatore, alla sonda di temperatura,
al sensore di allarme ecc.
Costo
- I componenti domotici dovrebbero
avere costi non molto diversi da quelli di
un impianto elettrico tradizionale. Solo
pochi sistemi attualmente in commercio
raggiungono questo obiettivo, senza ri-
durre drasticamente le prestazioni.
Programmabilità
- I dispositivi do-
vrebbero essere operativi in modalità
plug&play per realizzare sistemi inno-
vativi autonomi, ma anche permettere
una completa programmazione, possi-
bilmente con linguaggi e ambienti soft-
ware semplici e intuitivi.
Interoperabilità e interconnessione
-
Rispetto ai bus industriali sono imple-
mentati pochi livelli dell’architettura
gerarchica ISO/OSI. Tutti i bus standard
domotici offrono un’elevata interopera-
bilità, in modo da consentire al massimo
numero di produttori diversi di fornire
dispositivi capaci di lavorare assieme.
Occhio all’efficienza!
Oggi un moderno sistema bus non deve
soddisfare solo alle note e classiche fun-
zionalità in ambito domotico, ma anche
gestire e ottimizzare l’efficienza energe-
tica negli edifici. Questo significa utiliz-
zare energia esclusivamente quando è
veramente necessario, nella quantità
veramente necessaria e nel modo più
efficiente possibile.
I cambiamenti climatici e la progres-
siva limitatezza di risorse sono le mag-
giori sfide del nostro tempo. Numerosi
Paesi del mondo dipendono dall’ener-
gia importata: nell’Unione Europea, per
esempio, viene attualmente importato
il 50% dell’energia consumata. Una
percentuale che secondo le previsioni
raggiungerà il 70% entro il 2030. L’uso
efficiente e sostenibile dell’energia è
quindi un’urgente necessità, pienamente
in linea con lo slogan coniato dalla Com-
missione Europea ‘less is more’ (‘meno è
di più’). Fra i settori più energivori, dopo
quello dei trasporti e dell’industria, ci
sono il residenziale e il terziario.
Il riscaldamento, il condizionamento e l’il-
luminazione negli edifici residenziali sono
responsabili di circa il 40% di tutta l’ener-
gia consumata nei Paesi industrializzati;
una percentuale che consente un ampio
margine di ottimizzazione dell’efficienza.
A livello europeo questa presa di co-
scienza è stata sancita dalla pubbli-
cazione di una Direttiva che riguarda
il rendimento energetico nell’edilizia
(2002/91/CE). Il principale obiettivo di
questa direttiva è l’emissione di una
certificazione energetica che specifichi
il consumo energetico dell’edificio, non-
ché un’analisi del potenziale risparmio.
Per preparare il terreno
necessario all’attuazione
di queste misure sono
state implementate nu-
merose norme europee,
come la EN 15232, che
disciplinano questa im-
portante materia. Sup-
portare le diverse fasi del
progetto edilizio con solu-
zioni costituite da sistemi
di gestione efficienti
che permettono l’inte-
grazione degli impianti
tecnologici (sistemi di
illuminazione, protezione
dal sole, riscaldamento,
ventilazione e condi-
zionamento, sicurezza,
informatica e comunica-
zione domestica), contribuisce in misura
determinante a un utilizzo conservativo
dell’energia, basato su reali esigenze.
Come standard mondiale il sistema KNX
rappresenta un esempio che consente
risparmi energetici con percentuali a
due cifre, garantendo inoltre un’ottima
flessibilità a livello di progettazione e
implementazione e un elevato livello di
affidabilità. Sono comunque possibili
vari approcci nell’ottimizzazione dell’effi-
cienza energetica degli edifici. In questo
contesto, l’utilizzo di sistemi intelligenti
di gestione costituisce un’alternativa
Fonte: dielleimpiantisrl