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MAGGIO 2016

FIELDBUS & NETWORKS

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da qualunque dispositivo (PC/MAC,

smartphone, tablet, touchpanel ecc.),

sia localmente sia da remoto, attraverso

un comune browser Internet o con app

gratuite per dispositivi commerciali.

Tale server permette quindi di gestire

tutti gli aspetti degli impianti tecnolo-

gici dell’edificio attraverso pagine web

da un qualunque dispositivo mobile o

fisso. Il server deve essere in grado di

gestire le tecnologie di comunicazione

esistenti, come KNX, Modbus, RS485,

Ethernet ecc.) e numerosi altri proto-

colli, utilizzati principalmente in ambito

di sicurezza, audio/video e impiantistica

termotecnica. Inoltre, in caso di pro-

tocolli non implementati in origine, in

alcuni sistemi è presente la possibilità

di integrare, attraverso un ambiente di

scripting personalizzato, anche futuri

dispositivi tecnologici o nuovi protocolli.

Caratteristiche dei bus

domotici

I bus in uso in ambito domotico sono

concettualmente analoghi ai classici

fieldbus utilizzati in automazione indu-

striale, ma realizzano

finalità e specifiche di-

verse. Vediamo alcune.

Velocità e realtime

- Que-

ste esigenze sono ridotte

in domotica. I processi

presenti negli edifici,

compresa l’interfaccia

con le persone, sono ca-

ratterizzati da bande

passanti molto basse. A

differenza dell’ambiente

di fabbrica è cruciale

che le spese di impianto

siano molto ridotte; per

questo si sacrificano altre

caratteristiche, per esem-

pio la velocità. Per la

stessa ragione si usano

spesso sistemi a onde

convogliate (powerline) e si guarda con

interesse alle reti e protocolli wireless.

Topologia

- Un bus domotico tradizionale

deve poter realizzare topologie com-

plesse e modificabili, senza dispositivi

di interconnessione. La rete deve potersi

snodare linearmente lungo i percorsi in-

terni degli edifici, anche su lunghezze

notevoli (migliaia di metri) usando cavi

di basso costo.

Numero di nodi

- A differenza di una

rete di campo di un processo industriale,

una rete domotica in un grande com-

plesso, per esempio un ospedale, può

avere molte migliaia di nodi, in genere

di diversa complessità, dal dispositivo

interruttore dell’impianto elettrico per

controllare le luci, a un PLC che controlla

un bruciatore, alla sonda di temperatura,

al sensore di allarme ecc.

Costo

- I componenti domotici dovrebbero

avere costi non molto diversi da quelli di

un impianto elettrico tradizionale. Solo

pochi sistemi attualmente in commercio

raggiungono questo obiettivo, senza ri-

durre drasticamente le prestazioni.

Programmabilità

- I dispositivi do-

vrebbero essere operativi in modalità

plug&play per realizzare sistemi inno-

vativi autonomi, ma anche permettere

una completa programmazione, possi-

bilmente con linguaggi e ambienti soft-

ware semplici e intuitivi.

Interoperabilità e interconnessione

-

Rispetto ai bus industriali sono imple-

mentati pochi livelli dell’architettura

gerarchica ISO/OSI. Tutti i bus standard

domotici offrono un’elevata interopera-

bilità, in modo da consentire al massimo

numero di produttori diversi di fornire

dispositivi capaci di lavorare assieme.

Occhio all’efficienza!

Oggi un moderno sistema bus non deve

soddisfare solo alle note e classiche fun-

zionalità in ambito domotico, ma anche

gestire e ottimizzare l’efficienza energe-

tica negli edifici. Questo significa utiliz-

zare energia esclusivamente quando è

veramente necessario, nella quantità

veramente necessaria e nel modo più

efficiente possibile.

I cambiamenti climatici e la progres-

siva limitatezza di risorse sono le mag-

giori sfide del nostro tempo. Numerosi

Paesi del mondo dipendono dall’ener-

gia importata: nell’Unione Europea, per

esempio, viene attualmente importato

il 50% dell’energia consumata. Una

percentuale che secondo le previsioni

raggiungerà il 70% entro il 2030. L’uso

efficiente e sostenibile dell’energia è

quindi un’urgente necessità, pienamente

in linea con lo slogan coniato dalla Com-

missione Europea ‘less is more’ (‘meno è

di più’). Fra i settori più energivori, dopo

quello dei trasporti e dell’industria, ci

sono il residenziale e il terziario.

Il riscaldamento, il condizionamento e l’il-

luminazione negli edifici residenziali sono

responsabili di circa il 40% di tutta l’ener-

gia consumata nei Paesi industrializzati;

una percentuale che consente un ampio

margine di ottimizzazione dell’efficienza.

A livello europeo questa presa di co-

scienza è stata sancita dalla pubbli-

cazione di una Direttiva che riguarda

il rendimento energetico nell’edilizia

(2002/91/CE). Il principale obiettivo di

questa direttiva è l’emissione di una

certificazione energetica che specifichi

il consumo energetico dell’edificio, non-

ché un’analisi del potenziale risparmio.

Per preparare il terreno

necessario all’attuazione

di queste misure sono

state implementate nu-

merose norme europee,

come la EN 15232, che

disciplinano questa im-

portante materia. Sup-

portare le diverse fasi del

progetto edilizio con solu-

zioni costituite da sistemi

di gestione efficienti

che permettono l’inte-

grazione degli impianti

tecnologici (sistemi di

illuminazione, protezione

dal sole, riscaldamento,

ventilazione e condi-

zionamento, sicurezza,

informatica e comunica-

zione domestica), contribuisce in misura

determinante a un utilizzo conservativo

dell’energia, basato su reali esigenze.

Come standard mondiale il sistema KNX

rappresenta un esempio che consente

risparmi energetici con percentuali a

due cifre, garantendo inoltre un’ottima

flessibilità a livello di progettazione e

implementazione e un elevato livello di

affidabilità. Sono comunque possibili

vari approcci nell’ottimizzazione dell’effi-

cienza energetica degli edifici. In questo

contesto, l’utilizzo di sistemi intelligenti

di gestione costituisce un’alternativa

Fonte: dielleimpiantisrl