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SETTEMBRE 2013
FIELDBUS & NETWORKS
44
Fieldbus & Networks
C
ome è noto, Internet delle Cose è
la nuova ‘rivoluzione’ della rete. Gli
oggetti si rendono riconoscibili e
acquisiscono intelligenza grazie al
fatto di poter comunicare dati e ac-
cedere a informazioni aggregate da parte di altri.
Le sveglie di casa suonano in anticipo in caso di
traffico, le piante comunicano all’innaffiatoio quando è il momento di
essere innaffiate, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità
e distanze per gareggiare in tempo reale con persone dall’altra parte
del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se ci si dimen-
tica di prendere un farmaco ecc… Tutti gli oggetti possono dunque
acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla rete.
La progettazione di oggetti collegati a Internet attraversa ormai tutti
i settori. Le stime indicano che entro 5-10 anni saranno oltre 100 mi-
liardi i dispositivi collegati a Internet. Due ordini di grandezza supe-
riori rispetto agli 1,5 miliardi di PC e al miliardo di cellulari collegabili
a Internet oggi nel mondo. La Internet of Things non è ancora a oggi
un paradigma compiuto e maturo: è piuttosto un percorso di sviluppo
che, partito dall’identificazione tempo-discreta basata su tag Rfid
(Radio Frequency Identification), si è sviluppato fino a comprendere
reti di sensori e attuatori che collegheranno in tempo reale il mondo
fisico e quello digitale. In questo percorso, nuove tecnologie e nuovi
paradigmi di rete lavoreranno insieme per offrire al mondo fisico
quelle caratteristiche di accessibilità, interconnessione, in definitiva
di intelligenza, che oggi sono un’esclusiva dell’esperienza digitale.
Alla base della Internet of Things vi sono gli oggetti intelligenti (smart
object). Un oggetto intelligente è contraddistinto dal possedere una o
più funzionalità di self-awereness, interazione con l’ambiente circo-
stante ed elaborazione dati, oltre che dalla capacità di connettersi e
comunicare le informazioni possedute, raccolte e/o elaborate.
Il livello di ‘intelligenza’ degli oggetti
La condizione necessaria per l’affermarsi del paradigma IoT è rap-
presentata dalla crescita del livello d’intelligenza che risiede negli
oggetti.
Questa intelligenza si struttura principalmente lungo tre direzioni:
Funzionalità di self-awareness e in particolare: identificazione, cioè
il possesso di un identificativo digitale univoco (si tratta di una fun-
zionalità di base, presente in tutte le applicazioni Internet of Things);
localizzazione, ovvero la capacità degli oggetti di conoscere la pro-
pria posizione (ciò può avvenire in tempo reale, oppure elaborando
informazioni di tracciabilità raccolte nel processo produttivo o logi-
stico); diagnosi di stato, ovvero la capacità di monitorare parametri
interni all’oggetto volti a comprenderne il corretto funzionamento e
le necessità di assistenza.
Funzionalità di interazione con l’ambiente circostante, ovvero:
acquisizione dati, convenzionalmente distinta in ‘Sensing’ (ossia la
misura di variabili di stato che descrivono il sistema fisico e/o l’am-
biente circostante) e ‘Metering’ (ovvero misura di variabili di flusso,
quali il consumo di energia elettrica, gas, acqua, calore) e attuazione,
ossia la capacità di eseguire comandi impartiti da remoto, tramite il
controllo a distanza di attuatori, o derivati dall’elaborazione dei dati
in loco.
Funzionalità di elaborazione dati, cioè nello specifico: elaborazione
base, ovvero il trattamento del dato primitivo raccolto, per esempio
L’EVOLUZIONE DEI SISTEMI EMBEDDED E I PASSI AVANTI
COMPIUTI DA INTERNET STANNO PROGRESSIVAMENTE
ANDANDO VERSO UNA CONVERGENZA: ECCO COME SI
STA EVOLVENDO LA IOT
GLI ‘OGGETTI’ DELLA
RETE SI EVOLVONO
di Stefano Maggi
Fonte:
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