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CONTROLLO

tecnica

Automazione e Strumentazione

Novembre/Dicembre 2017

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– Engineering, in cui si definiscono le specifiche di dettaglio;

– Construction, ovvero dopo Procurement e Assembly, la fase di

collaudo in fabbrica (Factory Acceptance Test o FAT);

– Deployment, i collaudi in campo (Site Acceptance Test o

SAT), Commissioning, messa in marcia con l’Handover

dell’impianto al cliente finale;

– Operation dell’ impianto con attività di Supervisione e Manu-

tenzione;

– Big Data e Analytics: raccolta dati storici.

Controllo o automazione?

Il controllo è la capacità di guidare il processo. L’automazione è,

per un progettista di impianti (ad esempio, un processista), uno

dei mezzi con il quale raggiungere gli obbiettivi fissati: in altri

termini, un ‘contenitore’ di una quota del controllo (il ‘conte-

nuto’), quella che conviene automatizzare.

Un impianto può essere controllato in manuale o in automatico,

lo scopo è di ‘farlo funzionare’ secondo gli obiettivi che il pro-

gettista ha definito.

Il progettista, nella sua attività di progettazione, deve immagi-

nare e prevedere un certo grado di

flessibilità nella conduzione

dell’impianto

, che consenta un facile tuning a fronte di diverse

condizioni di assetto di impianto (ad esempio, quando si debbano

distillare greggi di caratteristiche diverse).

Bisogna considerare tolleranze e flessibilità in impianto senza

le quali non si potrebbe fare ottimizzazione. Il perseguimento

di gradi di libertà e la rapidità di intervento, insieme alla com-

plessità degli algoritmi di controllo, sono i fattori principali che

determinano quale quota del controllo automatizzare.

Per definire i diversi assetti dell’impianto durante la progetta-

zione saranno coinvolti (

υ

figura 3

):

Il tecnologo processista, che definisce:

– i parametri di processo entro i quali l’impianto deve funzionare

(ricette),

– i parametri di processo eventualmente pericolosi per il funzio-

namento stesso dell’impianto (allarmi, sequenze di blocco di

processo).

Il tecnologo HSE, che definisce:

– i parametri di monitoraggio delle sostanze pericolose (tossiche,

infiammabili, esplosive),

– la segregazione delle aree di processo (Hazop),

– il livello Sil richiesto nei circuiti di blocco

1

,

– le azioni da intraprendere nel caso in cui si manifestino eventi

potenzialmente pericolosi, in altri termini le filosofie di

shut

down

per tutto ciò che non riguarda le cause di processo. È di

competenza HSE anche la gestione delle eventuali azioni di

evacuazione dalle aree interessate da eventi catastrofici.

In linea di principio, l’Automazione potrebbe quindi semplice-

mente essere intesa come strumento per eseguire

strategie di

controllo

, che possono anche essere estranee al tecnologo stesso

dell’automazione.

Talvolta, tuttavia, il controllo viene inteso come un ‘sottoin-

sieme’ dell’automazione perché, nel tempo e con l’esperienza,

il tecnologo dell’automazione diviene un pilastro fondamentale

nella definizione delle strategie di controllo. Tocca spesso al tec-

nologo dell’automazione, poi, occuparsi della raccolta dei dati

che servono per la gestione, oltre che delle acquisizioni e dei

comandi che servono per il controllo stesso.

Pertanto, l’automazione spesso non si limita alla semplice

implementazione degli apparati contenitori del controllo

(hardware e software), ma si occupa anche di mettere in atto

altre funzioni quali:

– acquisire dati,

– regolare, chiudendo loop singoli (la ‘regolazione’ è diversa dal

‘controllo’, che implica uno schema),

– controllare (applicando schemi di controllo, convenzionali o

avanzati),

– memorizzare dati storici,

– definire l’interfaccia dell’operatore,

– tele-assistere (dove il prefisso ‘tele’ è inteso in senso generico),

– affrontare l’Asset management.

1

È da notare che la filosofia SIL nacque con l’intento di mini-

mizzare il costo dei circuiti di blocco, identificando i loop critici

e differenziandoli dai loop di minor rilevanza; tuttavia oggi si

assiste ad un dilagare di richieste “SIL” anche laddove non stret-

tamente necessario.

Figura 3 - HSE

Figura 2 - Fasi principali del ciclo di vita