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DIFESA
approfondimenti
Automazione e Strumentazione
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Luglio/Agosto 2013
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comunicazione radio con larga banda passante,
tempi di ritardo minimi e continuità del collega-
mento. A fronte di queste condizioni operative
difficili da riprodurre, le moderne generazioni di
robot militari, quando non sono totalmente auto-
nomi, sono guidati da
sistemi di controllo assisiti
CAT (Computer Aided Teleoperation) e da tele-
comandi. Con tali sistemi è consentito agli ope-
ratori di interfacciarsi al robot attraverso comandi
ad alto livello, lasciando all’intelligenza a bordo
del veicolo robotizzato la responsabilità del con-
trollo degli attuatori e dell’esecuzione delle azioni
che possono svolgersi in modo automatico.
Eppure l’idea che i robot sostituiscano l’uomo
in combattimento resta controversa. Il gruppo
internazionale Icrac (International Community
for Robot Arms Control) sostiene che con la dif-
fusione della robotica militare i combattimenti
sarebbero incentivati, a fronte di una diminuita la
capacità di assumere decisioni responsabili verso
le potenziali vittime civili: i benefici a breve ter-
mine sarebbero così superati dagli svantaggi a
lungo termine.
Alcuni ambienti militari invece insistono sul fatto
che sistemi di intelligenza artificiale possano
essere più adatti a prendere decisioni ponderate
(un robot non agisce per rabbia o paura) con
maggiore attenzione alle regole di ingaggio. Una
mix di intelligenza umana e artificiale si è d’altra
parte rivelato importante nei recenti conflitti in
Iraq e in Afghanistan: dai controlli dei veicoli ai
checkpoint, alla disattivazione di ordigni esplo-
sivi. Ad ogni modo lo sviluppo dei sistemi pro-
segue con risultati sorprendenti, come nel caso
delle ricerche della società inglese Bae Systems,
la quale è a un passo dal produrre in serie
carri
armati invisibili ai raggi infrarossi
. L’obiet-
tivo è stato raggiunto grazie a una serie di pan-
nelli esagonali, composti da materiali in grado di
cambiare rapidamente temperatura, adattandola a
quella dell’ambiente circostante.
Interessante anche il caso di
BigDog
, robot qua-
drupede dinamico realizzato dalla Boston Dyna-
mics e finanziato dall’agenzia per la difesa degli
Stati Uniti Darpa (Defense Advanced Research
Projects). BigDog è candidato ad accompagnare
i soldati su aree inaccessibili e terreni impervi per
i normali veicoli.
Targato Darpa è anche il quasi fantascientifico
progetto Avatar
recentemente avviato con un
budget di 7 milioni di dollari. Il progetto prevede
la realizzazione di robot umanoidi controllati da
centinaia o migliaia di chilometri, utili per opera-
zioni di ricognizione a terra.
Anche l’Italia gioca un ruolo di primo piano in
questa arena con società del gruppo Finmeccanica
(Alenia, Oto Melara, Agusta e Selex Elsag), con
società di ingegneria di altissimo profilo come
Ageotec (il cui robot telecomandato
Perseo
ha
contribuito al recupero della Costa Concordia) e
con gruppi di ricerca all’avanguardia come Pitom.
L’azienda dell’incubatore del Polo Tecnologico
di Navacchio ha realizzato
piShip
, un’imbar-
cazione robot capace di monitorare, registrare e
raccogliere campioni per indagini ambientali ed
esplorazioni.
Aeromobili
Le aeronautiche militari più avanzate fanno uso
di aeromobili a pilotaggio remoto noti con acro-
nimi come
RPAS
(Remotely Piloted Air System),
UAV
(Unmanned Aerial Vehi-
cle) e altri. Si tratta di veicoli che
volano senza l’ausilio di un pilota
a bordo. Vengono anche chiamati
impropriamente droni, italianiz-
zando la parola inglese drone che
richiama il “ronzio” emesso da
tali veicoli. Questi mezzi possono
essere completamente automatiz-
zati, e quindi seguire un profilo di
volo pre-programmato, o essere
telecomandati a distanza da una
stazione fissa o mobile.
A lungo i droni sono stati utilizzati come sistemi
di addestramento per piloti, come operatori di
batterie antiaeree o come sistemi radar mobili.
Con l’evolversi delle tecnologie implementate
hanno fatto la loro comparsa anche i cosiddetti
UAV tattici
, aerei senza pilota dotati di strumenti
di sorveglianza, intelligence e telecamere per il
controllo del territorio.
Uno degli esempi più interessanti è l’
RQ-1 / MQ1
Predator
, un aeromobile a pilotaggio remoto
attivo dal 1995 per la United States Air Force, con
diverse dotazioni. Attualmente il Predator include
una stazione di controllo a terra (GCS) ed è pilota-
bile da remoto anche oltre la linea dell’orizzonte,
grazie ad un sistema data link satellitare. È dotato
di dispositivi di ricognizione molto avanzati, quali
sensori a infrarossi e un radar ad apertura sintetica
(SAR, Sintetic Aperture Radar).
Ancora più futuristico è il
progetto Cormorant
messo a punto dalla Darpa. Si tratta di un aereo di
4 tonnellate realizzato in titanio in grado di essere
sganciato da 50 metri di profondità. Il Cormorant
sarà lanciato attraverso un braccio meccanico,
fino a quando non si ritroverà a galleggiare sulla
superficie. A quel punto, accenderà i motori a rea-
zione e spiccherà il volo. Una volta conclusa la
missione, riceverà le coordinate dal sommergibile
di appoggio, si poserà sulla superficie marina e
verrà riportato sott’acqua da un veicolo robotico
subacqueo.
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Velivolo subacqueo Cormorant, uno
dei progetti più affascinanti e costosi
portati avanti dall’agenzia Darpa
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