WIRELESS INDUSTRIALE
speciale
Automazione e Strumentazione
n
Luglio/Agosto 2015
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nuare a operare.
Non vi è inoltre alcuna ricaduta sull’industria
di processo e più precisamente sui prodotti
con tecnologia Wireless Hart e ISA 100.11a in
quanto il data rate e la potenza emissiva rimane
inferiore alla soglia dei 10 mW.
Le ricadute sul comparto wireless
industriale
Le applicazioni di tipo industriale che possono
trarre benefici dall’utilizzo di comunicazioni
wireless sono molteplici e sono anche molto
variegate in termini di esigenze tecniche. Un
qualsiasi meccanismo auto-adattativo consente
l’accesso al mezzo trasmissivo solo fintanto
che tale accesso
non generi congestione
nella
comunicazione degli altri dispositivi ed ha
quindi un’influenza diretta sulla
latenza
(velo-
cità di risposta del sistema di comunicazione)
e sul
determinismo
(costanza del tempo di
ciclo).
I meccanismi auto-adattativi previsti dalla ver-
sione 1.8.1 della norma possono quindi impat-
tare negativamente, in qualche caso anche in
modo importante, sul funzionamento dei pro-
dotti wireless in applicazioni industriali, sull’u-
tilizzo efficiente delle risorse e di equa condivi-
sione dello spettro sui diversi sistemi wireless.
Possibili soluzioni operative
Come alternativa alla predisposizione di un
meccanismo auto-adattativo di accesso al
mezzo trasmissivo, sono percorribili due alter-
native:
- Riduzione della potenza
emissiva dei dispo-
sitivi a valori inferiori a 10 mW (+ 10 dBm).
La norma ETSI 300 328 copre i dispositivi con
potenze immesse >10 mW e fino a 100 mW;
con potenze ≤10 mW si ricade sotto la ETSI
300 440 che non richiede alcun meccanismo
auto-adattativo di accesso al mezzo trasmis-
sivo. Con tale soluzione si ridurrebbe di almeno
1/3 la distanza comunicativa;
- Definizione di un valore massimo di “duty
cycle”
in funzione della potenza emissiva
(approccio MU - Medium Utilization). Questo
approccio prevede che il prodotto tra la potenza
emissiva in mW del dispositivo e il suo duty
cycle in decimali (10% = 0,1) sia non superiore
a 10, in quanto con 10 mW è possibile avere
una comunicazione continua. Il duty cycle è un
indice dell’occupazione temporale del mezzo
trasmissivo, essendo il rapporto tra tempo di
trasmissione e totale ciclo (trasmissione più
pausa) del dispositivo. Volendo mantenere
una potenza emissiva di 100 mW (+ 20 dBm)
il duty cycle non deve superare un valore del
10% (100 * 0,1 = 10); dimezzando invece la
potenza emissiva (50 mW) è possibile raddop-
piare il duty cycle portandolo a una percentuale
del 20% (50 * 0,2 = 10).
Le azioni di ANIE, CEI e Cenelec presso
il TCAM e la Commissione Europea
Quando nel 2008 in ambito Cenelec si iniziò a
parlare di ETSI 300 328 v.1.8.1, non era chiaro
se il settore della comunicazione industriale
fosse effettivamente coinvolto. Nel momento in
cui venne fatta chiarezza, ANIE e CEI eviden-
ziarono le problematiche innescate dalla norma
nell’ambito dell’automazione e contestarono il
meccanismo imposto dalla stessa, anche attra-
verso il MiSe che si fece portavoce in ETSI,
nella convinzione di una mobili-
tazione generale a livello europeo
all’interno del Cenelec CT 65X.
In particolare, il Cenelec avanzò la
richiesta di esclusione dell’Auto-
mazione industriale dalla versione
1.8.1 perché non di competenza
ETSI, ma non si raggiunse la massa
critica sufficiente a supportare tale
posizione a livello europeo. La que-
stione venne riproposta nella riu-
nione Orgalime dello scorso settem-
bre e nel Workshop di fine ottobre
organizzato dalla Commissione europea.
Forti del fatto che oggi la Commissione è con-
sapevole dell’esistenza di una criticità e della
necessità di trovare una soluzione, ANIE e CEI
continuano a portare avanti
azioni di lobby
presso le autorità competenti e propongono
soluzioni di approccio normativo da sviluppare
in ambito Cenelec per salvaguardare l’interesse
dell’industria rappresentata.
Il risultato ideale sarebbe quello di arrivare ad
ottenere la disponibilità di bande riservate per
applicazioni wireless dedicate al mondo dell’in-
dustria o, quanto meno, un approccio pragma-
tico che potrebbe essere basato su norme IEC
esistenti dedicate alla coesistenza di sistemi
wireless (come la IEC 62657) e sul concetto
tecnologico definito “
10 mW factory
”. Appli-
cando l’approccio “10 mW factory”, i disposi-
tivi collocati fuori dalla fabbrica percepiscono
una potenza emissiva dei dispositivi collocati
all’interno non maggiore di 10 mW, anche se
questi ultimi, all’interno dell’impianto, utiliz-
zano potenze emissive anche maggiori (fino
a 100 mW) con un meccanismo di accesso
condiviso adatto per applicazioni industriali.
E questa è la soluzione operativa che l’Italia
continuerà ad appoggiare nelle opportune sedi
normative.
n
‘
l’Italia
proporrà
di seguire
l’approccio
10 mW factory