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Automazione e Strumentazione

Marzo 2018

che comporta un risparmio minimo del 30% in

costi di manutenzione reattiva e del 45% in tempi

di fermo. Certo, non tutte le imprese dispongono

dei mezzi per investire in macchine utensili tecno-

logicamente avanzate. “Uno degli obiettivi della

nostra azienda per il 2020/2025” - ha affermato

Porta - “è quello di convertire parte del modello

di business dalla vendita di macchine utensili alla

vendita di ore produttive

, in modo che tutti pos-

sano avere accesso ai vantaggi di Industria 4.0”. Il

noleggio di ore di lavorazione consentirà ai clienti

di approfittare della più avanzata tecnologia senza

dover necessariamente acquistare il bene, un pay-

per-use applicato alle macchine utensili.

“Con un vantaggio anche per i finanziamenti

concessi dalle banche alle imprese” - ha aggiunto

Porta - “grazie all’analisi dei dati raccolti dalle

macchine in rete, gli istituti creditizi avranno

modo di poter verificare l’effettiva produttività e

quindi affidabilità di chi richiede un prestito”.

Il cloud risorsa importante

Stefano Linari di Alleantia, partner di Porta Solu-

tions, ha poi approfondito la tematica del

rispar-

mio energetico

, dimostrando come l’attivazione

nel cloud di particolari

algoritmi di calcolo

avanzato

permette di ottimizzare produzione e

prestazioni individuando attraverso l’analisi degli

indici di efficienza

quali componenti, macchine

e dispositivi vengono ‘sfruttati’ in maniera otti-

male o, al contrario, errata: “Si tratta di mettere in

relazione il singolo elemento con la visione d’in-

sieme. Solo così è possibile individuare eventuali

punti deboli e correggerli, e realizzare un rispar-

mio di energia effettivo e intelligente”. Grazie al

cloud, non è più necessario acquistare strumenti

sovradimensionati per un’impresa, la potenza di

calcolo può essere solamente noleggiata.

Gabriele Grassi, di Elettric80, con una serie di

interventi stimolanti, ha spostato l’attenzione sul

vero protagonista della nuova rivoluzione indu-

striale: l’uomo. “La vera sfida non è diventare

Industry 4.0, ma restarlo nel tempo” - ha detto

- “per questo motivo è necessario allenarsi al

cambiamento e investire in conoscenza e forma-

zione, così da essere sempre in grado di sfruttare

al meglio le innovazioni tecnologiche e conver-

tirsi alla flessibilità”.

Un sistema 4.0 che mette l’uomo al centro de-

ve essere

user-friendly

, oltre che

funzionale

:

“Non serve a nulla progettare applicazioni tec-

nologicamente complesse se poi ci si dimenti-

ca di chi deve utilizzarle sul campo. Pensare il

cambiamento in termini di smart factory non è

sufficiente; occorre puntare alla smart evolution,

perché solo fornen-

do alle persone gli

strumenti e le com-

petenze si potran-

no raggiungere i

risultati desiderati.

Macchine che af-

frontano problemi

verticali vanno sor-

vegliate da persone

che abbiano una vi-

sione orizzontale”.

L’innovazione come prassi

Marco Ghirardello ha evidenziato come la teo-

ria di Industria 4.0 sia già da tempo prassi negli

stabilimenti produttivi Fanuc in Giappone, vere

e proprie

fabbriche interconnesse

completa-

mente automatizzate dove tutto viene registrato

e analizzato per finalità di controllo qualità e

tracciabilità: “Il personale delle nostre fabbri-

che è costituito per il

60% da addetti adibiti

a ricerca e sviluppo

e per il

30% assistenza

,

il resto sono amministrativi, supervisori e un

numero davvero esiguo di operai, segno che

l’automazione delle fabbriche è non solo auspi-

cabile, ma realmente possibile”.

Un tipo di produzione così avanzata richiede

ovviamente il ripensamento in chiave ‘lean’ di tutta

la struttura aziendale, poiché a nulla serve avere a

disposizione dati e valori se poi non esistono né il

personale né gli strumenti in grado di interpretarli.

“Fanuc sta investendo sulla diffusione nelle

aziende della conoscenza dell’

intelligenza arti-

ficiale

” - ha spiegato Ghirardello - “ci sono

diversi livelli di AI implementabili, ma vogliamo

dimostrare che non si tratta di fantascienza: la

manutenzione predittiva ad esempio costituisce il

primo passo ed è già da subito alla portata di tutti,

perché attraverso la programmazione ragionata

di interventi di manutenzione si possono ridurre

i tempi di fermo, ottimizzare l’uso dei compo-

nenti e la loro vita, e di conseguenza risparmiare

tempo, energia e denaro e aumentare la compe-

titività. Il

machine learning

e il

deep learning

sono passi altrettanto importanti ma successivi”.

Fanuc sostiene l’introduzione delle nuove tecno-

logie nelle aziende attraverso l’implementazione

della piattaforma IIoT Fanuc Field, e delle appli-

cazioni MT-Linki (che attiva il collegamento

in rete di macchine e dispositivi, anche di terze

parti, per scopi di manutenzione preventiva) e

Zero Down Time ZDT (servizio integrato nei

robot Fanuc che ne attiva il monitoraggio da

remoto via cloud).

I partecipanti alla tavola rotonda,

da sinistra: Stefano Linari,

Maurizio Porta, Marco Ghirardello,

Enrico Pagliarini, Gabriele Grassi,

Paolo Guazzotti