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Efficiency & Environment - Ottobre 2017
Approfondimenti
vantaggio di tutte le parti coinvolte. Alla luce delle evidenze
osservate e fin qui raccontate si può tranquillamente affer-
mare che la figura dell’EGE ha raggiunto la sua maturazione,
almeno nel settore privato mentre nel pubblico siamo anco-
ra lontani dall’avere il giusto riconoscimento, anche se non
bisogna stupirsi molto, tenuto conto che la nomina dell’E-
nergy Manager, obbligo di legge previsto dal lontano 1991,
è fortemente disattesa un po’ da tutte le amministrazioni
pubbliche.
Come già evidenziato il mercato dell’efficienza energetica,
negli ultimi anni, ha visto un’impennata nei numeri degli
EGE passando da qualche centinaio prima del 2014 ai quasi
1.800 di oggi e questo come si può immaginare rappresenta
una grande criticità per tutta la filiera, ma soprattutto per
gli utenti finali che rischiano di incappare in soggetti, i quali
seppur in possesso di certificato non presentano le reali ca-
ratteristiche di Esperti in Gestione dell’Energia.
A tal proposito e fin da tempi non so-
spetti (ben prima del 2014) era stato
evidenziato dagli addetti ai lavori
il rischio di non ripetere quanto
successo in ambito di certifi-
cazione (e certificatori) ener-
getica degli edifici, dove
una gestione poco attenta
del mercato ha portato a
inflazionare l’offerta con
un numero di proponen-
ti abilitati per quel tipo di
servizio abbinato, in molti
casi, a un livello di qualità
del risultato finale al limite
del ridicolo.
Molte evidenze dimostrano
che anche sul fronte degli
EGE sta avvenendo qualcosa
di simile con la certificazione di
soggetti che di esperienza (da cui
l’aggettivo Esperto) in gestione dell’e-
nergia hanno poco, ma nonostante questa
lacuna riescono comunque a raggiungere il tanto
ambito ‘pezzo di carta’. Come si può immaginare risulta mol-
to complesso trovare le prove per smascherare l’esperto non
esperto o l‘ente di certificazione più serio da quello meno
serio, molto più semplice sarebbe che ognuno facesse il pro-
prio mestiere senza scendere a compromessi per ottenere
facili guadagni o titoli che non gli appartengono.
Seppure il primo filtro lo debbano fare gli enti di certifica-
zione con un’attività più attenta nel garantire il rispetto della
norma, può essere utile ricordare e tener bene a mente una
delle caratteristiche che contraddistinguono l’EGE certifica-
to, ovvero la necessità di dimostrare periodicamente il con-
tinuo svolgimento dell’attività in ambito energetico (pena
l’impossibilità di ricertificarsi) e il vincolo di sottostare a un
sistema di segnalazione delle non conformità dovute a lavori
o comportamenti non adeguati che, ha come primo obietti-
vo la responsabilizzazione del professionista a tutela dei pro-
pri clienti e che dovrebbe rafforzare ancora di più il ruolo di
consulente terzo e indipendente.
L’importanza di un ruolo
complementare
Le esperienze fatte in questi anni, caratteriz-
zate da una brusca accelerazione in occasione
delle diagnosi energetiche obbligatorie di di-
cembre 2015, hanno permesso di comprende-
re l’importanza di un ruolo complementare tra
chi si occupa del lavoro intellettuale (diagnosi
energetica, gestione dell’energia, valutazione e
proposta di interventi) e chi si occupa di realiz-
zare gli interventi avendo le adeguate capacità
tecniche e finanziarie. Tutto ciò tenendo sem-
pre ben presente che ogni azione dovrà essere
realizzata nel pieno interesse del cliente finale,
perché è proprio grazie agli interventi sui ‘suoi
consumi di energia’ che il mercato dell’efficien-
za energetica può essere trainato per raggiun-
gere tutti gli obiettivi attesi.
Questo nuovo modello di business
che sta muovendo i primi pas-
si, grazie anche alla diffusione
della formula dei contratti
EPC (Energy Performance
Contract) si avvantaggia
soprattutto del ruolo fidu-
ciario che l’EGE, autono-
mo o in società di con-
sulenza, ha costruito con
il proprio cliente e della
profonda
conoscenza
delle aree di migliora-
mento su cui è più conve-
niente agire. Tipicamente
questo tipo di profilo non
ha la capacità economica e
finanziaria, né l’interesse, per
intraprendere interventi rilevan-
ti, per cui diventa elemento chiave
il potersi appoggiare a società Esco
(quelle che fanno interventi) le quali, per
definizione, hanno l’obiettivo primario di realiz-
zare iniziative in cui si assume il rischio tecno-
logico e finanziario e dove l’investimento viene
ripagato grazie ai risparmi energetici previsti.
Analizzando il processo previsto dai servizi ener-
getici, secondo la UNI EN 15900, i primi step del-
la procedura (analisi dati di consumo e diagnosi
energetica) sono e devono essere di competenza
diretta di chi svolge un’attività di tipo intellettua-
le e siccome si trova proprio all’inizio del proces-
so è possibile comprendere quanto sia impor-
tante e determinante il ruolo dell’EGE sia per la
qualità del lavoro svolto, ma soprattutto perché è
l’unico in grado di garantire un ruolo di soggetto
terzo e indipendente nella valutazione delle pro-
poste emerse a seguito di specifica analisi costi/
benefici. Questo filtro può quindi permettere di
procedere con le fasi successive della realizza-
zione del progetto, le quali verranno realizzate a
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