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Efficiency & Environment - Ottobre 2017

Depurazione

so costo di costruzione e gestione, ben adattabili alle varie

condizioni climatiche e territoriali e, soprattutto, producono

acque depurate idonee al recupero e riutilizzo in agricoltura

e nell’industria secondo i dettami della Water Reclamation.

- nel campo energetico/produttivo inizialmente si sono svi-

luppati, con un buon successo, sistemi a biomassa algale in

settori di nicchia (alimenti salutistici e dietetici, fitofarmaci,

cosmetici ecc.) fornendo materie prime per prodotti finali ad

alto valore economico e ben accettati dai mercati.

Nel settore energetico dei biocarburanti, invece, gli impianti

a biomassa algale (fotobioreattori) costruiti per la produzio-

ne di olio da destinare alla sintesi del biodiesel hanno mo-

strato i loro limiti a causa degli alti costi di realizzazione e

soprattutto di gestione dovuti:

- all’utilizzo di particolari specie algali (es. Spirulina) che cre-

scono in particolari condizioni ambientali create apposita-

mente in ambienti chiusi (fotobioreattori) per evitare con-

taminazioni esterne e che richiedono un inoculo continuo;

- a un’alimentazione specifica con acque artificiali costruite

ad hoc in laboratorio;

- alla necessità di aggiungere CO

2

dall’esterno per compen-

sare la mancanza di carbonio nelle acque di alimento.

Quanto sopra ha reso e rende non competitivo il prezzo di

vendita dell’olio prodotto da tali impianti rispetto a quello di

altri oli vegetali (palma ecc.) presenti sul mercato e oggi uti-

lizzati per la sintesi del biodiesel.

Come risolvere il problema?

Per ovviare a tale handicap produttivo c’era solo una strada

da percorrere: un nuovo sistema che fosse a basso costo, fa-

cile da costruire e da gestire, che non presentasse gli aspetti

negativi delle attuali tecnologie, ma che, soprattutto, avesse

delle rese in olio vegetale comparabili con quelle degli im-

pianti a biomassa.

L

a depurazione dei liquami e le tecno-

logie delle energie rinnovabili sono

sempre stati due mondi incompatibi-

li e distanti tra loro; nel primo veniva-

no utilizzati sistemi energivori e con

alti costi di gestione, mentre nel secondo gli

impianti consentivano la produzione di energia

vendibile e un conseguente ritorno economico.

Tale distanza, che sembrava incolmabile, negli

ultimi anni si è andata a ridurre per la compar-

sa sul mercato, soprattutto all’estero, di nuove

biotecnologie a microalghe: microrganismi na-

turali presenti in tutti gli ecosistemi umidi della

terra e in grado di adattarsi alle diverse condi-

zioni ambientali che, grazie alla fotosintesi, as-

sorbono e utilizzano la luce del sole come fonte

energetica e assimilano CO

2

e nutrienti, NO

x

,

PO

x

ecc, per produrre sostanze organiche nobi-

li come lipidi, proteine, zuccheri ecc. Biotecno-

logie a microalghe che si sono concretizzate in

impianti a biomassa algale che hanno interes-

sato entrambe i mondi:

- nella depurazione dei liquami con sistemi

avanzati di fito-lagunaggio che hanno avuto sin

da subito un buon riscontro in molti settori del

trattamento dei liquami (urbani, industriali, zo-

otecnici ecc.) perché facili da realizzare e a bas-

Quando il depuratore diventa

un sistema produttivo ad alta resa

e fa guadagnare soldi

Maurizio Giannotti

Il biodiesel nasce dai liquami

Foto tratta da www.pixabay.com