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Efficiency & Environment - Marzo 2017
Gestione efficiente delle risorse idriche
I notevoli danni dovuti a tali fenomeni dipendono in gran
parte dalla morfologia e dalle problematiche idrogeologiche
del territorio, ma sono acuiti da un’edilizia scellerata e da
carenti o mal funzionanti strutture di controllo delle acque
(dighe, barriere, chiuse, argini ecc.).
Caso nazionale molto noto è quello della Laguna di Ve-
nezia. Il Mose (Modulo Sperimentale Elettromeccanico) è
costituito da schiere di paratoie mobili, poste alle tre boc-
che di porto, che separano temporaneamente la laguna dal
mare in caso di alta marea. Complessivamente ci sono 78
paratoie divise in 4 schiere. Le paratoie sono costituite da
strutture scatolari metalliche (larghezza 20 metri per tutte
le schiere, lunghezza variabile da 18,5 a 29 metri e spessore
da 3,6 a 5 metri) connesse ai cassoni di alloggiamento in
calcestruzzo attraverso le cerniere, il cuore tecnologico del
sistema, che vincolano le paratoie ai cassoni e ne consen-
tono il movimento.
Il funzionamento è molto semplice: in condizioni normali
di marea, le paratoie sono adagiate nei loro alloggiamenti,
piene d’acqua. Quando è prevista un’alta marea, le paratoie
vengono svuotate dall’acqua mediante l’immissione di aria
compressa e in questo modo si sollevano, ruotando sull’asse
delle cerniere, fino a emergere per fermare la marea entran-
te in laguna. Quando la marea cala, le paratoie vengono di
nuovo riempite d’acqua e rientrano nella loro sede. Il tempo
di chiusura delle bocche di porto è in media tra le 4 e le 5
ore, compresi i tempi di sollevamento delle paratoie (30 mi-
nuti circa) e di abbassamento (15 minuti circa). Per assicu-
rare la navigazione e non interrompere l’attività del Porto di
Venezia, anche quando le barriere mobili sono in funzione,
sono state realizzate una conca di navigazione per il passag-
gio delle grandi navi e conche di navigazione più piccole per
il ricovero e il transito dei mezzi di soccorso, pescherecci e
imbarcazioni da diporto. È stato deciso che le paratoie entri-
no in funzione per maree superiori a 110 cm, quota concor-
data dagli enti competenti come ottimale rispetto all’attuale
livello del mare, ma le paratoie potranno essere messe in
funzione per qualsiasi livello di marea. Ma, prima di arrivare
a tutto ciò, un attento e tempestivo monitoraggio delle di-
ghe sulla base di alcuni significativi parametri di interesse
permette di individuare in tempi rapidi se si è in presenza di
condizioni normali o di allerta e sulla base delle serie stori-
che in possesso valutare il grado di criticità.
ABB, multinazionale che opera nel settore dell’automazione,
si è occupata della gestione di questi complessi sistemi e,
ad esempio, ha fornito i sistemi di automazione e controllo
installati sulle enormi barriere antitempesta che proteggono
i Paesi Bassi dagli effetti devastanti di piene e inondazioni.
Progetti di ricerca nazionali e internazionali in tale ambito
sono notevolmente incentivati e sponsorizzati. Per quanto
riguarda i sistemi di protezione delle acque, ad esempio,
è stato realizzato nel Dipartimento di Ingegneria Elettrica
e delle Tecnologie dell’Informazione dell’Università degli
Studi di Napoli Federico II, per conto del servizio idrico in-
tegrato Gori, un sistema prototipale in grado di monitorare
e controllare, sia localmente sia a distanza, la torbidità e la
conducibilità dell’acqua contenuta in un serbatoio e fatta
scorrere in una tubazione da una pompa centrifuga.
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vizio e il risparmio idrico. Va in questa direzio-
ne il processo di distrettualizzazione progressi-
va delle reti, avviato già da alcuni anni in varie
regioni italiane, che permette di localizzare in
maniera precisa le eventuali perdite; dividendo
la rete dell’acquedotto in settori e installando in
ognuno un contatore letto da remoto, eventuali
anomalie di consumo rispetto ai valori storici
rilevati vengono immediatamente individuate e
la perdita rintracciata rapidamente. Un proget-
to sperimentale nazionale prevede che orec-
chie intelligenti vengano dislocate, monito-
rando in maniera permanente le perdite, lungo
reti idriche caratterizzate da particolari criticità
(prelocalizzazione acustica computerizzata). Si
tratta di sensori a idrofono installati su idranti
che, tramite un sistema di trasmissione remo-
ta di dati e allarmi, sono in grado di rilevare in
modo continuo il manifestarsi di perdite sulla
rete attraverso la rilevazione di anomalie nel
suono, garantendo così tempestive riparazio-
ni. Considerata la capacità di rilevamento degli
idrofoni, ognuno dei quali può arrivare a indi-
viduare perdite anche fino a 500-600 metri di
distanza, con l’installazione di una dozzina di
sensori si riesce a coprire una rete distributiva
di svariati chilometri.
A proposito di sicurezza
La sicurezza idrica è una questione prioritaria
e molto complessa, sicuramente trasversale e
multidisciplinare nell’approccio. Infatti, riguar-
da le acque sotterranee, l’acqua potabile, le
acque di balneazione, le acque reflue, le acque
di superficie (si pensi ad esempio alla protezio-
ne delle acque dall’inquinamento causato dai
nitriti provenienti da fonti agricole ecc.). Essa
è legata a problemi infrastrutturali, alle reti di
distribuzione, alla qualità delle risorse idriche
ecc. Ad esempio, negli ultimi mesi in Italia e un
po’ in tutta Europa l’emergenza per frequenti e
disastrose alluvioni è stato un problema molto
sentito e di grave portata sociale ed economica.
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Foto tratta da www.pixabay.com