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Efficiency & Environment - Marzo 2017
Gestione efficiente delle risorse idriche
l’automazione; in impianti importanti
è solitamente previsto anche il tele-
controllo per centralizzare le infor-
mazioni e alcuni comandi inerenti il
funzionamento degli stessi. A valle di
tali impianti, oggi la strategia comune
è quella di pretrattamenti specifici in
loco agli scarichi (si pensi a quelli in-
dustriali, ad esempio i reflui conciari,
o a quelli di piccole comunità come i
villaggi turistici).
Ne discende che per evitare gran-
di emergenze in termini di mancato e/o insufficiente tratta-
mento delle acque reflue, basterebbe che venissero separate
le acque bianche da quelle nere, si dimensionassero adegua-
tamente le condotte fognarie e i depuratori, si adeguasse il
servizio di depurazione secondo quanto previsto dalla nor-
mativa europea, prevedendo impianti che abbiano almeno il
tratto secondario, si controllassero e punissero severamente
gli autori degli scarichi illegali, si incentivasse la realizzazio-
ne di sistemi di trattamento di acque reflue domestiche o
assimilate alle domestiche ecc.
Inoltre, soprattutto nelle località turistiche, sarebbe opportu-
no munire gli impianti di disoleatore e realizzare delle con-
dotte di by pass dei depuratori e condotte di scarico a mare
sufficientemente lunghe e con bocche di scarico sufficien-
temente profonde, per tamponare situazioni di emergenza.
La tecnologia
Il panorama tecnologico in Italia e nel mondo riguardo le
tecnologie convenzionali a fanghi attivi prevede: i reattori a
letto fisso sommerso, particolarmente usati in applicazioni
su media e grande scala, i reattori a letto mobile, in genere
per applicazioni di piccola taglia (vi sono più di 500 impianti
nel mondo per il trattamento di acque reflue civili, prove-
nienti da industrie alimentari, farmaceutiche, cartiere e alle-
vamenti ittici), i sistemi SBR (sequencing batch reactor), par-
ticolarmente indicati nei casi in cui lo scarico è discontinuo.
Inoltre, vi sono i reattori a biomassa granulare, sistemi di re-
cente concezione nei quali la biomassa cresce sotto forma
di granuli, i bioreattori a membrana che costituiscono una
tecnica particolarmente efficiente anche ai fini di un possibi-
le riuso delle acque trattate. I moderni impianti, solitamente,
sono combinati con recupero di energia da biogas, la cui va-
lorizzazione energetica arriva a coprire fino il 60% dei con-
sumi dell’intero impianto di depurazione.
Molte delle principali problematiche delle tecnologie con-
venzionali sono superate dagli impianti ad alta forza centri-
fuga di Rösler (che consentono un minor consumo di acqua
pulita, facile manutenzione, maggiore vita utile della stru-
mentazione, produzione di rifiuti relativamente solidi) e dal
processo Uasb (Up-flow Anaerobic Surge Blanket Reactor),
sviluppato dallo scienziato olandese Lettinga che esegue un
trattamento delle acque di scarico il quale utilizza meno ac-
qua ed è in grado di produrre biogas. Esso depura le acque
reflue industriali a costi contenuti, producendo allo stesso
tempo energia rinnovabile, fertilizzanti e ammendanti agri-
coli. Il processo Uasb rappresenta ormai un passaggio fonda-
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l’analisi in tempo reale dei sistemi idrici; siste-
mi di supporto decisionale per la definizione di
strategie di gestione a breve e lungo termine;
rete di monitoraggio quali-quantitativa delle
fonti di approvvigionamento e delle variabili
idrologiche, gestione energetica ottimale degli
impianti di sollevamento, tecniche innovative
di controllo attivo delle pressioni mirate alla
riduzione delle perdite, impianti di produzione
energetica distribuita in ambito urbano, sistemi
di monitoraggio early warning ed early safety
della qualità delle acque.
Acque reflue
Per quanto riguarda, lo smaltimento delle acque
reflue, l’UE ha emanato direttive ben precise,
stanziato finanziamenti per agevolarne i proces-
si di smaltimento, secondo strategie di eco in-
novazione, e controlla periodicamente che ogni
Stato ne rispetti i limiti sanzionandoli, in caso
contrario, con multe molto elevate e/o sospen-
sione dei finanziamenti europei. A seconda che
le acque reflue siano urbane, industriali o agri-
cole vi sono diverse tipologie d’inquinamento e
differenti strategie e tecniche d’intervento.
Si tenga presente che gli impianti di depurazione
sono costituiti da una serie di manufatti, in ge-
nere in calcestruzzo armato, ognuno con speci-
fiche funzioni, nei quali viene attuata la depura-
zione degli scarichi di origine civile e industriale.
Solitamente in un impianto di trattamento delle
acque reflue si distinguono due linee specifi-
che: la linea acque e la linea fanghi.
Il trattamento convenzionale di un liquame
comprende le seguenti fasi: trattamenti preli-
minari (grigliatura, dissabbiatura, disoleatura),
trattamenti meccanici (sedimentazione), trat-
tamenti biologici del liquame (letti percolatori
o fanghi attivi), trattamenti biologici del fango
(digestione anaerobica o, raramente, aerobica),
trattamenti meccanici del fango, trattamenti
chimici del liquame (disinfezione, terzo stadio
per l’eliminazione dei sali inorganici nutritivi) e
trattamenti chimici o termici del fango.
Anche impianti di modeste dimensioni richiedono
una discreta strumentazione per il controllo e per
Il telemonitoraggio, il telecomando, il telecontrollo e la teleassistenza sono tecniche di gestione
automatica a distanza, rese possibili dalle moderne tecnologie del controllo e delle telecomunicazioni