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Efficiency & Environment - Maggio 2017

Carbon footprint:

soluzioni per la riduzione delle emissioni

redditività della semplice cogenerazione ma in

misura accentuata, facendo prevedere tempi di

ritorno dell’investimento ancora maggiori. Per

una sua ampia diffusione, si ripropone il tema di

una decisa politica di incentivazione. La secon-

da strada, non alternativa a quella dell’efficien-

za energetica, è quella che fa leva sull’impiego

di tecnologie energetiche carbon free, ovvero a

basso o nullo contenuto di carbonio. Qui le so-

luzioni sono molteplici, ci limitiamo a segnala-

re le notevoli potenzialità delle bioenergie il cui

contributo ai consumi di energia in Italia supe-

ra l’8% tra le diverse fonti rinnovabili, secondo

dati GSE. Le bioenergie sono quelle basate sulle

biomasse, intendendo con questo termine il

materiale organico di origine animale e

vegetale, non fossile, utilizzato come

combustibile per generare energia

a elevata compatibilità ambien-

tale. Le fonti di biomassa per

la produzione di bioenergia

sono diverse e compren-

dono reflui organici, re-

sidui forestali e scarti

agricoli, come pure

specie agricole coltiva-

te appositamente per

produrre calore, car-

buranti ed elettricità.

Come ha più volte

sottolineato Vito Pi-

gnatelli, presidente

della Italian Biomass

Association (Itabia), la

bioenergia costituisce

“una fonte rinnovabi-

le continua e program-

mabile, che può contare

su una pluralità di materie

prime (biomasse residuali

e/o da colture dedicate) e sulla

disponibilità di tecnologie matu-

re e affidabili: calore da biomasse

solide, elettricità da biomasse, biogas

e bioliquidi, biocarburanti da colture de-

dicate. La bioenergia è, tra le fonti rinnovabili,

quella più strettamente legata al territorio, inte-

so in senso sia fisico, sia socio-economico. Essa

concorre, infatti, alla protezione dell’ambiente

naturale attraverso il recupero e la valorizzazio-

ne di scarti e residui e può facilitare il recupero/

ripristino di terreni marginali e/o degradati con

l’introduzione di colture destinate alla produ-

zione di energia e agire da volano per una cor-

retta gestione del patrimonio boschivo”.

Da notare che la ricerca sta mettendo a dispo-

sizione nuove tecnologie e processi per la va-

lorizzazione di biomasse e rifiuti con riduzio-

ne al minimo degli impatti ambientali: ci sono

processi avanzati di digestione anaerobica per la produzione

di biogas ad alto contenuto di metano, idrometano e bioi-

drogeno e in grado di utilizzare una vasta gamma di materie

prime; si progettano bioraffinerie con un’offerta più artico-

lata di prodotti, non solo energetici; si studia l’integrazione

delle bioenergie con altre fonti rinnovabili; si producono, a

costi che stanno diventando competitivi, biocarburanti di

nuova generazione, noti come drop-in, che si possono utiliz-

zare come sostituti diretti di quelli fossili o integrati con essi

senza la necessità di apportare modifiche ai motori o alle reti

di distribuzione.

Rimuovere l’eccesso di CO

2

dall’atmosfera

La rimozione della CO

2

dall’atmosfera è una soluzione stu-

diata da tempo per la mitigazione dei cambiamenti climatici

e rientra in un campo di ricerche e applicazioni tecnologiche

noto come geoingegneria. Si parla di tecniche di cattura e

sequestro del carbonio (Carbon Capture and Storage, CCS) o

più in generale di strategie per la rimozione della CO

2

(Car-

bon Dioxide Removal, CDR). Le soluzioni per la CDR com-

prendono approcci connessi alle azioni di rimboschimento e

approcci chimici, quali la cattura diretta della CO

2

dall’atmo-

sfera o l’attivazione di reazioni della stessa con dei minerali

per formare carbonati.

Le tecnologie CCS permettono di separare la CO

2

emessa

dagli impianti alimentati a combustibili fossili e di neutraliz-

zarla in maniera definitiva andando a stoccarla nel sottosuo-

lo in formazioni geologiche adeguate a profondità superiori

agli 800 m. Notevole interesse sta destando la bio-energy

with CCS, ovvero la possibilità di produrre bioenergia abbi-

nata al CCS: molti scienziati sottolineano che l’uso di bio-

massa per la produzione di energia in combinazione con

la cattura e stoccaggio del carbonio è meno costoso delle

opzioni chimiche, purché ci sia una sufficiente biomassa

come materia prima. Non mancano gli aspetti delicati anche

in questo tipo di progetti. In particolare si devono valuta-

re bene le questioni legate alla sostenibilità dell’impiego su

larga scala delle biomasse come fonte energetica; lo sfrut-

tamento della bioenergia può entrare in conflitto con l’uso

del suolo per la produzione alimentare o con le azioni di

protezione degli ecosistemi.

D’altra parte le ricerche nel campo della geoingegneria si

intensificano e nuove idee vengono sperimentate e vaglia-

te. Il tema della rimozione della CO

2

e più in generale della

decarbonizzazione dell’economia mondiale, impone un ap-

proccio in grado di coniugare le strategie di lungo periodo

con la realistica valutazione delle capacità degli ecosistemi

e dei sistemi economici di reagire ai cambiamenti. Si tratta

perciò di sviluppare un’attitudine al lavoro multidisciplinare,

in grado di mettere insieme punti di vista diversi e necessari

allo studio di temi così complessi.

Tecnologie come le CDR possono effettivamente svolgere un

ruolo efficace nel ridurre le emissioni di gas serra se vengono

applicate in modo integrato con altre strategie di mitigazio-

ne, evitando che i benefici prodotti dalla rimozione di CO

2

dall’atmosfera vengano superati da altre conseguenze nega-

tive sul piano ambientale e sociale, quali l’eccessivo sfrutta-

mento di suolo e risorse idriche o il rilascio della stessa CO

2

da parte degli oceani.

Foto tratta da www.pixabay.com