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Efficiency & Environment - Maggio 2017

Carbon footprint:

soluzioni per la riduzione delle emissioni

ciano da tempo segnalando livelli di presenza in atmosfera

dei cosiddetti gas serra, e in particolare della CO

2

, crescenti e

inaccettabili per un’equilibrata sopravvivenza della maggior

parte degli ecosistemi. L’indicatore sintetico di tale situazio-

ne è la Carbon Footprint che, seguendo quanto indicato nel

sito del Ministero dell’Ambiente, è “una misura che esprime

in CO

2

equivalente il totale delle emissioni di gas a effetto

serra associate direttamente o indirettamente a un prodotto,

un’organizzazione o un servizio”.

In conformità al Protocollo di Kyoto, i gas ad effetto serra da

includere sono: anidride carbonica (CO

2

), metano (CH

4

), pro-

tossido d’azoto (N

2

O), idrofluorocarburi (HFCs), esafluoruro

di zolfo (SF6) e perfluorocarburi (PFCs). La tCO

2

e (tonnellate

di CO

2

equivalente) permette di esprimere l’effetto serra pro-

dotto da questi gas in riferimento all’effetto serra prodotto

dalla CO

2

, considerato pari a 1. La misurazione della carbon

footprint di un prodotto o di un processo richiede in parti-

colare l’individuazione e la quantificazione dei consumi di

materie prime e di energia nelle fasi selezionate del ciclo di

vita dello stesso. “A questo proposito l’esperienza degli ultimi

anni suggerisce che il label di Carbon Footprint è percepi-

to dai consumatori come un indice di qualità e sostenibilità

delle imprese.

Le aziende, oltre a condurre l’analisi e la contabilizzazione

delle emissioni di CO

2

, si impegnano a definire un sistema

di carbon management finalizzato all’identificazione e rea-

lizzazione di quegli interventi di riduzione delle emissioni,

economicamente efficienti, che utilizzano tecnologie a bas-

so contenuto di carbonio. Le misure di riduzione possono

essere integrate dalle misure per la neutralizzazione delle

emissioni (carbon neutrality), realizzabili attraverso attività

che mirano a compensare le emissioni con misure equiva-

lenti volte a ridurle con azioni economicamente più efficienti

o più spendibili in termini di immagine (ad esempio piantu-

mazione di alberi, produzione di energia rinnovabile ecc.).

È

un’impronta pesante quella del car-

bonio. L’espressione inglese Carbon

Footprint rende bene l’idea di qual-

cosa che pesa sull’ambiente, che

schiaccia e riduce le possibilità di

sviluppo di un ambiente che sia adatto ad ospi-

tare e a far fiorire le varie forme di vita presenti

sul Pianeta e soprattutto ad alimentare la vita

umana e la convivenza sociale in tutte le sue

molteplici espressioni. Sui dati che fotografano

la situazione della nostra atmosfera e misura-

no il tasso di carbonio presente a livello globale

si possono sempre fare rilievi critici e invocare

una maggior precisione (come del resto si può

fare per qualunque indagine scientifica che è

sempre suscettibile di revisione e perfeziona-

mento): è tuttavia difficile minimizzare l’allar-

me che diversi soggetti ed enti di ricerca lan-

Mario Gargantini

Il tema della rimozione della

CO

2

e più in generale della

decarbonizzazione dell’economia

mondiale, impone un approccio

in grado di coniugare le strategie

di lungo periodo con la realistica

valutazione delle capacità degli

ecosistemi e dei sistemi economici

di reagire ai cambiamenti

L’impronta del carbonio

Foto tratta da www.pixabay.com