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Efficiency & Environment - Maggio 2016

smart o net-zero technology), ma anche attra-

verso il coinvolgimento attivo delle persone.

Si evince infatti che le numerose innovazioni

tecnologiche di prodotto e di processo non

sono sufficienti affinché la transizione verso

un mondo sostenibile avvenga alla velocità ri-

chiesta per fronteggiare le sfide future. Appare

quindi chiara la complessità, ma al contempo

l’urgenza, di adottare un approccio olistico per

l’innovazione sostenibile. L’innovazione soste-

nibile deve abbracciare un approccio sistemi-

co che, oltre a considerare i singoli problemi

e i settori, si ponga a un livello più ampio al

fine di risolvere problemi complessi e facilitare

l’individuazione di connessioni e feedback tra

i vari componenti. A questo scopo, la Transi-

zione Sostenibile (ST) si è rivelata un approccio

emergente per l’innovazione di sistema, che si

pone non solo da un punto di vista tecnico ma

di sistema socio-tecnico

[2,3]

.

Un approccio utile per avviare processi di

transizione è il Transition Management (TM)

[4]

.

Il TM attraverso un percorso ciclico identifica

gli strumenti e le azioni da intraprendere per

facilitare l’innovazione sistemica a vari livelli:

strategico, tattico, operativo e di controllo. In

particolare il TM rimarca l’importanza degli

esperimenti di transizione come progetti in-

novativi di piccola scala che hanno un elevato

potenziale per contribuire alla transizione (fi-

gura 1).

Oltre agli ambiti di ricerca è interessante analiz-

zare alcune esperienze pratiche di transizione.

In particolare, si segnala a livello europeo il pro-

gramma Pioneers into Practice della Climate-

KIC [5] che promuove l’approccio della transi-

zione attraverso progetti di climate innovation

(

www.climatekicemiliaromagna.it )

. Numero-

se sono anche le esperienze di Urban Transi-

tion in particolare sono in crescita le iniziative

con approccio bottom-up del movimento delle Transition

Towns (

www.transitionnetwork.org )

. In questo contesto, la

Transizione si rivela quindi un approccio interdisciplinare e

transdisciplinare che si pone a livello di sistema e abbraccia

una vasta gamma di campi di ricerca e di applicazione.

Transition Engineering

Da questo quadro, scaturisce una riflessione sulla disciplina

dell’Ingegneria in un’ottica di transizione, sia da un punto

di vista tecnico/tecnologico, sia da un punto di vista disci-

plinare e infine etico. L’ingegneria è infatti sia una discipli-

na, sia una professione e ha come obiettivo l’applicazione

di conoscenze e risultati delle scienze matematiche fisiche

e naturali alla risoluzione di problemi che concorrono alla

soddisfazione dei bisogni umani nella società. Siamo oggi

consapevoli che a livello mondiale si sta manifestando una

situazione di crisi globale da un punto di vista sia economi-

co e sociale, sia ambientale: crescenti rischi per l’umanità e

al contempo una connessione (nexus) tra le diverse criticità

gravano sul nostro pianeta. Appare quindi chiara la neces-

sità di individuare un approccio innovativo per un cambia-

mento radicale a livello di tutto il sistema. Un cambiamen-

to che promuova al contempo la sostenibilità ma anche la

resilienza del sistema. Resilienza deriva dalla parola latina

resilire, che indica una caratteristica fisica legata all’elasticità

dei corpi. In realtà non è solo un concetto tecnico ma inter-

disciplinare che accomuna varie discipline dall’ingegneria

all’ecologia, dalla psicologia all’economia. Possiamo dire

che resilienza è la capacità di adattarsi agli eventi di pertur-

bazione e di recuperare l’equilibrio a seguito di un evento

di crisi. In questo periodo storico di crisi globale, il concet-

to di resilienza assume quindi un’importanza strategica per

l’identificazione di processi di transizione. L’Ingegneria del-

la Transizione (Transition Engineering) ha come obiettivo

quello di applicare i principi della transizione sostenibile e

della resilienza, sperimentando strategie e tecnologie inno-

vative. Una sua prima definizione è fornita da Krumdieck

[6]

e afferma che: “l’Ingegneria della Transizione è focalizzata

nell’identificazione degli aspetti insostenibili dei sistemi at-

tuali attraverso una valutazione dei rischi correlati a questi

aspetti e la ricerca e sviluppo di soluzioni per mitigare e pre-

venire i danni attraverso adattamenti sistemici”. L’Ingegneria

della Transizione può avere quindi un ruolo proattivo nella

pianificazione e progettazione di soluzioni sostenibili inno-

vative, low carbon e resilienti a livello tecnico-sociale.

Valutazione

dei rischi associati

all’insostenibilità

Sviluppo di soluzioni

di adattamento

Sviluppo di soluzioni

di mitigazione

Valutazione della

probabilità e degli

impatti ambientali e di

esaurimento delle risorse

Valutazione delle capacità

adattive degli attuali

sistemi esistenti

Progettazione di soluzioni

sostenibili a lungo termine

Quantificazione dei rischi

connessi agli standard

di vita e alle attività

essenziali del sistema

Sviluppo di progetti

adattivi attraverso l’uso

efficiente delle risorse e la

riduzione dell’uso di fonti

energetiche fossili

Innovazione e

riprogettazione di

sistemi che operano con

risorse limitate e vincoli

ambientali.

Figura 1 - Ciclo del TransitionManagement

Alcuni campi di applicazione dell’ingegneria della transizione