55
Efficiency & Environment - Maggio 2016
smart o net-zero technology), ma anche attra-
verso il coinvolgimento attivo delle persone.
Si evince infatti che le numerose innovazioni
tecnologiche di prodotto e di processo non
sono sufficienti affinché la transizione verso
un mondo sostenibile avvenga alla velocità ri-
chiesta per fronteggiare le sfide future. Appare
quindi chiara la complessità, ma al contempo
l’urgenza, di adottare un approccio olistico per
l’innovazione sostenibile. L’innovazione soste-
nibile deve abbracciare un approccio sistemi-
co che, oltre a considerare i singoli problemi
e i settori, si ponga a un livello più ampio al
fine di risolvere problemi complessi e facilitare
l’individuazione di connessioni e feedback tra
i vari componenti. A questo scopo, la Transi-
zione Sostenibile (ST) si è rivelata un approccio
emergente per l’innovazione di sistema, che si
pone non solo da un punto di vista tecnico ma
di sistema socio-tecnico
[2,3]
.
Un approccio utile per avviare processi di
transizione è il Transition Management (TM)
[4]
.
Il TM attraverso un percorso ciclico identifica
gli strumenti e le azioni da intraprendere per
facilitare l’innovazione sistemica a vari livelli:
strategico, tattico, operativo e di controllo. In
particolare il TM rimarca l’importanza degli
esperimenti di transizione come progetti in-
novativi di piccola scala che hanno un elevato
potenziale per contribuire alla transizione (fi-
gura 1).
Oltre agli ambiti di ricerca è interessante analiz-
zare alcune esperienze pratiche di transizione.
In particolare, si segnala a livello europeo il pro-
gramma Pioneers into Practice della Climate-
KIC [5] che promuove l’approccio della transi-
zione attraverso progetti di climate innovation
(
www.climatekicemiliaromagna.it ). Numero-
se sono anche le esperienze di Urban Transi-
tion in particolare sono in crescita le iniziative
con approccio bottom-up del movimento delle Transition
Towns (
www.transitionnetwork.org ). In questo contesto, la
Transizione si rivela quindi un approccio interdisciplinare e
transdisciplinare che si pone a livello di sistema e abbraccia
una vasta gamma di campi di ricerca e di applicazione.
Transition Engineering
Da questo quadro, scaturisce una riflessione sulla disciplina
dell’Ingegneria in un’ottica di transizione, sia da un punto
di vista tecnico/tecnologico, sia da un punto di vista disci-
plinare e infine etico. L’ingegneria è infatti sia una discipli-
na, sia una professione e ha come obiettivo l’applicazione
di conoscenze e risultati delle scienze matematiche fisiche
e naturali alla risoluzione di problemi che concorrono alla
soddisfazione dei bisogni umani nella società. Siamo oggi
consapevoli che a livello mondiale si sta manifestando una
situazione di crisi globale da un punto di vista sia economi-
co e sociale, sia ambientale: crescenti rischi per l’umanità e
al contempo una connessione (nexus) tra le diverse criticità
gravano sul nostro pianeta. Appare quindi chiara la neces-
sità di individuare un approccio innovativo per un cambia-
mento radicale a livello di tutto il sistema. Un cambiamen-
to che promuova al contempo la sostenibilità ma anche la
resilienza del sistema. Resilienza deriva dalla parola latina
resilire, che indica una caratteristica fisica legata all’elasticità
dei corpi. In realtà non è solo un concetto tecnico ma inter-
disciplinare che accomuna varie discipline dall’ingegneria
all’ecologia, dalla psicologia all’economia. Possiamo dire
che resilienza è la capacità di adattarsi agli eventi di pertur-
bazione e di recuperare l’equilibrio a seguito di un evento
di crisi. In questo periodo storico di crisi globale, il concet-
to di resilienza assume quindi un’importanza strategica per
l’identificazione di processi di transizione. L’Ingegneria del-
la Transizione (Transition Engineering) ha come obiettivo
quello di applicare i principi della transizione sostenibile e
della resilienza, sperimentando strategie e tecnologie inno-
vative. Una sua prima definizione è fornita da Krumdieck
[6]
e afferma che: “l’Ingegneria della Transizione è focalizzata
nell’identificazione degli aspetti insostenibili dei sistemi at-
tuali attraverso una valutazione dei rischi correlati a questi
aspetti e la ricerca e sviluppo di soluzioni per mitigare e pre-
venire i danni attraverso adattamenti sistemici”. L’Ingegneria
della Transizione può avere quindi un ruolo proattivo nella
pianificazione e progettazione di soluzioni sostenibili inno-
vative, low carbon e resilienti a livello tecnico-sociale.
Valutazione
dei rischi associati
all’insostenibilità
Sviluppo di soluzioni
di adattamento
Sviluppo di soluzioni
di mitigazione
Valutazione della
probabilità e degli
impatti ambientali e di
esaurimento delle risorse
Valutazione delle capacità
adattive degli attuali
sistemi esistenti
Progettazione di soluzioni
sostenibili a lungo termine
Quantificazione dei rischi
connessi agli standard
di vita e alle attività
essenziali del sistema
Sviluppo di progetti
adattivi attraverso l’uso
efficiente delle risorse e la
riduzione dell’uso di fonti
energetiche fossili
Innovazione e
riprogettazione di
sistemi che operano con
risorse limitate e vincoli
ambientali.
Figura 1 - Ciclo del TransitionManagement
Alcuni campi di applicazione dell’ingegneria della transizione