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MARZO 2018

AUTOMAZIONE OGGI 404

120

AO

STAMPA 3D

intellettuale causate dalla stampa 3D. Di seguito, gli esperti di

CompuMark (brand di Clarivate Analytic) hanno analizzato i pos-

sibili rischi e soluzioni di questo trend emergente.

I rischi del 3D

Una delle fonti di rischio per i proprietari di marchi registrati sono

i cosiddetti ‘maker space’, un fenomeno in crescita rappresentato

da spazi fisici nei quali un consumatore può creare un proprio

progetto e farlo poi stampare in un negozio o in un altro maker

space online, oppure caricare i propri file 3D per farli stampare.

Oltre ai maker space, esistono diversi siti di file sharing che per-

mettono agli utenti di scambiarsi contenuti digitali, compresi file

per la stampa 3D, spesso in modo anonimo.

Le aziende che creano prodotti con marchi molto conosciuti o

‘trade dress’ potrebbero essere quelle più a rischio. Un utente

potrebbe, per esempio, stampare un accessorio per un disposi-

tivo mobile che reca il logo del dispositivo con cui deve essere

utilizzato: questo fenomeno è sempre più frequente nei circoli

legati alla stampa 3D e al mondo dei maker space. I proprietari dei

marchi devono essere consapevoli che oggi è possibile stampare

oggetti che portano il loro logo, i quali però non hanno lo stesso

livello di qualità del prodotto originale. Le ripercussioni sulla re-

putazione del marchio e sulla fiducia del consumatore in merito

alla qualità del prodotto stesso sono potenzialmente significative.

Questi esempi sono solo la punta dell’iceberg dei possibili peri-

coli della stampa 3D. Tra gli altri diritti di proprietà intellettuale a

rischio di violazione, intenzionale o meno, si trovano copyright e

prodotti licenziati relativamente semplici da riprodurre, oggetti

tutelati da brevetto che possono essere duplicati senza permesso,

e perfino persone famose, se consideriamo il caso della riprodu-

zione tridimensionale di una celebrità il cui aspetto è un asset

tutelato.

Come tutelarsi: brevetti,

cause e legislazione

Con tutte queste minacce che incombono sull’orizzonte della

stampa 3D, resta aperta la domanda: cosa possono fare le aziende

per proteggersi? Il primo passo fondamentale sarebbe imparare

di più sulle vere capacità di questa tecnologia. La stampa 3D è

stata introdotta per la prima volta alla fine degli anni ‘80, ma solo

dopo i recenti progressi tecnologici è diventata più accessibile,

anche economicamente, ai consumatori per uso quotidiano. I

prezzi dei macchinari vanno dai 5.000 ai 5 milioni di dollari, e nella

fascia più alta offrono un livello senza precedenti di raffinatezza e

funzionalità, che deve essere pienamente compreso dalle aziende

per prevederne l’impatto reale.

Un buon inizio potrebbe essere costituire una ‘task force’ interna

per esplorare le principali aree di applicazione della stampa 3D,

analizzando come potrebbe aiutare o danneggiare l’attività e

come può l’azienda addentrarsi di più nel settore. Un altro passo

potrebbe essere quello di ‘setacciare’ i maker space online in

cerca di violazioni, come l’uso non autorizzato di un marchio o la

sua contraffazione. Tuttavia, la rivendicazione dei diritti del mar-

chio può essere impegnativa, in particolare perché è molto com-

plesso rintracciare i contraffattori che utilizzano stampanti 3D di

piccole dimensioni. Una soluzione alternativa potrebbe essere

individuare le altre parti coinvolte, come gli utenti che caricano

sui maker space online o su altre piattaforme di file sharing per

stampanti 3D, file che potrebbero essere utilizzati per creare pro-

dotti contraffatti. I proprietari di marchi possono perfino pensare

di affrontare direttamente i produttori di stampanti 3D, anche se

per farlo dovrebbero presentare prove di incoraggiamento o in-

duzione alla contraffazione.

Nuovi modelli di business

Un approccio più lungimirante per le aziende sarebbe conside-

rare la stampa 3D come un’opportunità per adottare nuovi mo-

delli di distribuzione e nuove strategie di coinvolgimento. Uno

scenario realistico potrebbe essere quello in cui i proprietari di

marchi offrono file di prodotti originali e autorizzati che i consu-

matori possono realizzare con le proprie stampanti 3D, rendendo

effettivamente disponibili progetti digitali su una piattaforma

web. Alcuni dei più grandi marchi al mondo hanno già iniziato a

lanciare le loro strategie di stampa 3D e, se questi sforzi precoci

si dimostreranno efficaci, apriranno la strada perché altri marchi

importanti seguano l’onda della stampa 3D con i propri modelli

innovativi di marketing e distribuzione.

Capacità di adattamento

Se la rivoluzione della stampa 3D ha creato una serie di op-

portunità interessanti per i maker e gli utenti, nello stesso

tempo ha avuto anche un significativo impatto sui proprietari

di marchi, perché oggetti protetti da marchi registrati e da

altri diritti di proprietà intellettuale possono essere stampati

e distribuiti senza permesso. I proprietari di marchi devono es-

sere consapevoli e preparati ad affrontare questa dirompente

tecnologia, sviluppando una strategia che li tuteli dai pericoli

della stampa 3D, mettendo nello stesso tempo a frutto le op-

portunità che essa presenta. Il mondo delle aziende, dunque,

sembra un passo più vicino a una realtà in cui i consumatori

possono stampare da sé i propri prodotti, e quei proprietari di

marchi, che saranno pienamente preparati all’avvento della

stampa 3D e sapranno adattarvisi, saranno gli unici a soprav-

vivere e prosperare.

Nidec Industrial Automation Italy -

www.nidecautomation.com

Il business legato alla stampa 3D potrebbe generare 12,8miliardi

di dollari nel 2018 e superare addirittura i 21miliardi nel 2020

Foto tratta da www.pixabay.com