Table of Contents Table of Contents
Previous Page  108 / 116 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 108 / 116 Next Page
Page Background

APRILE 2017

AUTOMAZIONE OGGI 397

108

TECH BOYS AND GIRLS

AO

Lucilla La Puma

Sergio Galeani

Nato a Roma il 26 maggio 1973. Ha conseguito la laurea in Ingegneria Informatica nel 1998 presso l’Università di Roma, Tor Vergata,

e il dottorato in Ingegneria Informatica e dell’Automazione nel 2002 dalla stessa università, dove presta servizio come ricercatore

presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica.

È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche su riviste e atti di congresso internazionali, e coautore di due libri didattici su argomenti di base e

avanzati nell’ambito della teoria dei sistemi e del controllo. I suoi principali interessi di ricerca includono il controllo periodico e robusto di sistemi

lineari, analisi e sintesi di sistemi di controllo non-lineari, progetto di compensatori anti-windup. Ha applicato i contributi teorici sviluppati su tali temi

nell’ambito di vari progetti di ricerca nazionali e internazionali, e nel trasferimento tecnologico come consulente presso diverse aziende nei settori

aerospaziale e biomedicale.

ergio Galeani, classe 1973, ricercatore presso il dipartimento di Ingegneria Civile e Informatica dell’Uni-

versità di Tor Vergata a Roma. È un giorno di pioggia quando ci incontriamo e quasi senza dircelo, dopo

esserci presentati frettolosamente facendo capolino da sotto gli ombrelli, entriamo nel primo bistrot che

troviamo per ritemprarci con un cappuccino caldo e prepararci all’intervista. Per la verità l’unica a prepa-

rarmi sono io, munita di carta e penna e un’attenzione da liceale al suo primo compito di greco.

“Ho vinto il concorso nel 2003”, mi dice per prima cosa Sergio, “ma formalmente ho preso servizio dal

2004 a causa di un blocco delle assunzioni: per contenere la spesa, l’amministrazione pubblica congelò

le assunzioni già precedentemente al 2003 e fu solo grazie a un appello dei docenti al Capo dello Stato,

che a sua volta ‘fece pressioni’ sul Parlamento, che si riuscì a sbloccarle momentaneamente, ma per pochi giorni non riuscii a entrarvi.

E così dovetti aspettare un altro anno”.

In realtà l’attesa sembra un filo conduttore nella vita di Sergio, forse perché troppo bravo a bruciare tempi e tappe; mi racconta infatti

che, avendo terminato in quattro anni gli esami di ingegneria informatica, che per legge durava cinque anni, ha dovuto attendere un

anno prima di potersi laureare e poi accedere al dottorato di ricerca. E oggi già da tre anni è abilitato a diventare sia professore associato

sia professore ordinario: “Se l’università avesse i fondi per l’avanzamento di carriera!”

“Ma entriamo nel vivo, a cosa lavori?” chiedo. “Mi occupo di ‘Teoria dei sistemi e del controllo’. In Italia c’è una scuola eccellente in

questo ambito. La teoria dei sistemi è la ‘matematica del tempo’: studia le proprietà generali di tutto ciò che evolve nel tempo sotto l’in-

fluenza della propria storia e di stimoli esterni. E la teoria del controllo è la matematica del feedback. Sono le discipline che consentono

di comprendere, o progettare, tutto ciò che è in grado di autoregolarsi, dagli ecosistemi ai robot, dalle reti sociali ai piloti automatici

degli aerei. Per diversi anni il mio lavoro è stato principalmente teorico e supportato da fondi denominati Prin (Progetti di rilevante in-

teresse nazionale), che fornivano un sostegno alla ricerca di base, senza la quale è velleitario pensare di costruire applicazioni avanzate.

Con la sostanziale sparizione di tali fondi negli ultimi anni ho dovuto spostare parte della mia attività sul trasferimento tecnologico

alle industrie, con diversi progetti nell’ambito del controllo di velivoli e droni, con applicazioni come il volo in formazione, utilissimo

per esempio nei pattugliamenti per la sicurezza e nei terremoti. Ma i droni potrebbero entrare presto anche nel nostro quotidiano: ad

esempio, Amazon sta sperimentando le consegne per mezzo di droni. Attualmente non abbiamo fondi per questa attività, ma ci stiamo

comunque preparando ad affrontare tutti quegli aspetti rimasti irrisolti, come l’utilizzo di un drone in un ambiente chiuso od ostile.

Negli ultimi mesi stiamo anche lavorando, in collaborazione con un’azienda del gruppo Finmeccanica, a una proposta di progetto che

riguarda i problemi di controllo dei satelliti”.

La domanda che non riesco a trattenermi dal fare, ogni qual volta uno dei tanti nostri bravi ricercatori mi parla dei problemi legati ai

finanziamenti, dei blocchi nelle assunzioni, di fondi pubblici destinati alla ricerca sempre troppo esigui, di stipendi risicati, è perché

continuino a credere nell’Italia e nel nostro futuro. E devo dire che la risposta è sempre stata spiazzante.

“In Italia siamo tra i primi gruppi al mondo sui sistemi di controllo. E non me ne sono mai andato perché ricordandomi dell’esempio

di mio nonno, che si fece otto anni di guerra per servire il suo Paese, penso anche io che se il posto in cui sei nato è in ginocchio non è

che prendi e te ne vai”. Chapeau, caro Sergio!

S