la presenza in partenza delle infrastrutture, la densità della popo-
lazione e la presenza di aziende. Nell’analisi delle infrastrutture
rientrano anche quelle per la banda ultra larga già realizzate o
programmate da operatori privati:
– cluster A:
corrisponde alle aree nere NGA secondo la defini-
zione degli Orientamenti comunitari. Gli operatori privati sono
in grado di fornire la connessione con reti ultra veloci, con al-
meno 30 Mbps nell’arco di un triennio, senza alcun contributo
pubblico. Il cluster include le principali aree industriali italiane
e 15 grandi città (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Ge-
nova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Venezia, Verona, Messina,
Padova e Trieste). In quest’area risiede il 15% della popolazione,
circa 9,4 milioni di persone;
– cluster B:
corrisponde alle aree grigie NGA secondo la defini-
zione degli Orientamenti comunitari. In questo cluster si con-
centra il 45% della popolazione (28,2 milioni di persone) e il
65% delle aziende. Si tratta di aree fornite di un’infrastruttura
per la banda larga a 30 Mbps, ma le condizioni di mercato non
sono sufficienti a garantire, da sole, ritorni accettabili per inve-
stire in reti a 100 Mbps. Sono quindi previsti investimenti sia
privati sia pubblici anche con contributi a fondo perduto;
– cluster C:
corrisponde alle aree bianche NGA secondo la defini-
zione degli Orientamenti, ovvero aree a fallimento di mercato,
fornite di un’infrastruttura per la banda larga con capacità in-
feriore a 30 Mbps. Vi risiedono circa 15,7 milioni di persone, il
25% della popolazione. In queste aree è necessario prevedere
soluzioni per l’accesso al credito agevolato e incentivi fiscali,
nonché una parte di contributi a fondo perduto proporzional-
mente maggiore di quella prevista maggiore per il cluster B;
– cluster D:
corrisponde alle aree bianche NGA secondo la defini-
zione degli Orientamenti, ovvero aree a fallimento di mercato,
principalmente rurali, in cui solo l’intervento pubblico diretto
può garantire alla popolazione residente un servizio di connet-
tività superiore a 30 Mbps. Vi risiedono circa 9,4 milioni di per-
sone, il 15% della popolazione. In questo cluster, soprattutto al
sud, si ritiene che l’incentivo pubblico possa essere concesso in
misura maggiore a fondo perduto, considerando le infrastrut-
ture a banda ultra larga strategiche per lo sviluppo di territori
particolarmente disagiati, con un PIL pro capite inferiore al 75%
della media UE.
Non vi è dubbio che si tratti di una sfida, che però dovrà essere
vinta, se è vero che, come ebbe a ribadire il Consiglio europeo già
nel 2014, il mercato unico digitale vale 3 punti di PIL all’anno.
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