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crescita. Per farlo le scelte commerciali

e di marketing sono molto precise e si

fondano su due cardini: distribuzione

e formazione. “Per raggiungere i nostri

obiettivi di crescita stiamo implemen-

tando una strategia commerciale basata

sui distributori, che ci aiuteranno sia a

coprire l’intero territorio nazionale, sia

a costruire una rete diffusa di system

integrator adeguatamente formati e

preparati sul nostro prodotto, in modo

da garantire le migliori installazioni agli

end user” continua Cocchi. Un progetto

di rete di professionisti in grado di re-

stare accanto ai clienti, continuamente

formati sulla tecnologia e sulle opportu-

nità che questa offre. “Per coinvolgere i

partner investiamo e investiremo molto

in formazione sui prodotti e sulla nostra

filosofia nel ‘fare una nuova robotica’”

prosegue il manager. “Quello che vo-

gliamo trasferire è un modo innovativo

di pensare all’automazione. Con Univer-

sal Robots ha inizio l’era di una robotica

a fianco e a supporto dell’operatore,

in layout più compatti e meno inva-

sivi, con un’interfaccia uomo-macchina

davvero intuitiva e semplice. Queste

caratteristiche rendono la robotica UR

alla portata di tutti, in particolare delle

piccole e medie aziende (PMI), dove la

flessibilità dell’automazione e l’estrema

semplicità di set up consente l’utilizzo di

robot anche per piccoli lotti produttivi.

Si aprono quindi nuove opportunità e

su questo occorre fare formazione: per

pensare a un approccio nuovo e creativo

all’uso dei robot a cui dare sostanza con

le nostre macchine”.

Robotica collaborativa

Come può Universal Robots sostenere di

rappresentare la novità del mercato e il

cambio di passo con il passato? Cosa c’è

alla base del nuovo modo di ‘fare robo-

tica’? Cocchi entra nei dettagli e racconta

come UR abbia affrontato il mercato e le

sue opportunità soffermandosi su un

dato di fatto: quando l’azienda ha mosso

i primi passi, due erano gli ambiti non

ancora esplorati appieno. Da un lato, una

robotica alla portata di tutti in termini di

costi, semplicità di utilizzo, tempi di in-

stallazione, avviamento e riconversione,

in grado quindi di essere applicata in

ambiti impossibili per altri robot, perché

troppo costosi da installare e avviare, o

perché non collaborativi; dall’altro, una

robotica realmente collaborativa. L’a-

zienda ha dunque deciso di puntare su

soluzioni in grado di soddisfare queste

richieste e il risultato, come testimo-

niano i numeri, sono eccellenti. “I nostri

robot hanno payload da 3, 5 e 10 kg,

vantano una costruzione meccanica leg-

gera e snella con un polso off-set, ±360°

di rotazione su tutti gli assi, fattori che li

rendono adatti a lavorare anche in spazi

ristretti con estrema agilità, e sono in al-

luminio. Per questo, non necessitano di

strutture o spazi operativi significativi

per essere installati. Anzi, con la mede-

sima facilità possono essere applicati a

lavori diversi in poco tempo, dopo aver

svolto una mansione iniziale. Inoltre,

OTTOBRE 2016

AUTOMAZIONE OGGI 393

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UR3, il robot di Universal Robots

con 3 kg di payload

La manipolazione

di un robot UR

a contatto con

il lavoro svolto

dall’operatore,

senza barriere