materie, di discipline come robotica, intel-
ligenza artificiale, di cui se ne parla poco
e con paura, medicina personalizzata, ge-
nomica, materiali… tutto quello che nel
2050 potremo trovare. In sostanza l’alieno
delinea due linee di sviluppo del nostro
perimetro tecnologico: quello industriale,
vale a dire l’industria 4.0 che lavorerà sem-
pre più in virtuale, cyberphysics, e sempre
meno in reale. Pensiamo all’automobile,
certo prima o poi reale lo diventa poiché
deve essere guidabile, ma tutta la fase
della produzione sarà una fase virtuale
che accorcia i tempi, aumenta la produt-
tività, riduce il time to market, insomma
in una parola… efficienza. La seconda
linea di sviluppo è legata al mondo delle
infrastrutture che saranno, un giorno,
smart city, smart green, smart mobility,
smart building”. L’esempio di tutto que-
sto è Londra, come sottolinea Golla, che
ha promosso un piano di investimento
locale, il LIP - London Infrastructure Plan
2050, di 1.4 billion di sterline in grado di
promuovere la sostenibilità, iniziato con
Boris Johnson, con vincolo di attuazione
fino al 2050. “Queste sono le nostre aspet-
tative. Lavoriamo con grandi player. Sulle
smart grid lavoriamo con Enel, lavoriamo
con tanti altri operatori perché vogliamo
che la nostra storia continui. Al marziano
poi ho fatto un’ultima domanda: “Chi
hai trovato nel mercato del 2050?” Forse
un po’ intimorito dalla mia presenza, ha
detto Siemens, e credo che un’operazione
di fiducia ci stia, e poi ha trovato altri com-
petitor che lascio segreti perché lascio a
loro il piacere di sviluppare l’innovazione
del futuro per competere con noi”.
Una crescita continua
Poi Golla ha continuato ricordando i
‘numeri’ di Siemens, e ci sta in un mo-
mento ufficiale come questo in cui si
posa la prima pietra del nuovo quartiere.
“Siamo grandi e questo non è necessa-
riamente un metro di bellezza ma è un
dato di fatto. Siamo 350 mila collabora-
tori nel mondo; 75 miliardi di fatturato
nel mondo; più di 200 Paesi; un portafo-
glio ambientale; brevetti; invenzioni…
siamo fra i top ten. Noi facciamo la nostra
parte” e qui Golla si rivolge ancora al mi-
nistro Renzi. “L’Italia è tra i primi 10 Paesi
di Siemens come attenzione e come
volumi. Generiamo due miliardi di giro
d’affari. Abbiamo centri di competenza
mondiali, abbiamo fabbriche. Questa
non è la fotografia statica del presente
ma è l’elemento di partenza di quello
che io e i miei colleghi vorremmo fosse
il futuro di Siemens. Non c’è sviluppo o
innovazione senza un legame stretto con
l’accademia, e noi abbiamo relazione da
lungo tempo con il Politecnico di Milano
e di Torino, due eccellenze, con l’Univer-
sità di Genova e di Siena e con altre mi-
nori. Tutte le volte che c’è l’opportunità
di lavorare con il mondo dell’accademia,
non su un piano teorico ma pratico, lo
facciamo con estremo piacere”. Infine
Golla finisce il suo discorso con un con-
cetto importante, difficile da capire per
molte aziende arretrate, ma che sicura-
mente negli anni a venire dovrà essere
attentamente valutato. “Il nostro futuro
si chiama crescita, senza crescita non c’è
divertimento, non c’è sviluppo. Il nostro
futuro si basa sì sull’innovazione, sulla
governance, ma si basa soprattutto sulla
qualità degli uomini e delle donne, sulla
professionalità dei tecnici. Noi stiamo cer-
cando di spingere e introdurre il concetto
di smart working, e proprio ieri ne parlavo
con il ministro Poletti, un concetto che
paradossalmente non viene capito e re-
cepito da tutto il sindacato in ottica posi-
tiva. Noi in Siemens già dal 2011 abbiamo
1.700 persone a contratto smart working
che vuol dire lavorare meglio, vuol dire
dare fiducia ai propri dipendenti che poi
te la ritornano. Come dico sempre ‘fallo
dove vuoi, fallo all’ora che vuoi, ma fallo
bene’. Credo che l’innovazione migliore
che potremmo sperimentare nel nostro
Paese sia proprio lo smart working che
vuol dire disco verde ai giovani, plus, fi-
ducia, condivisione degli obiettivi, vita
moderna dove non hai l’orologio, una
vita che merita di essere vissuta, una vita
di interazione culturale tra impegni pro-
fessionali e vita privata”.
E alla fine la posa della prima pietra non
poteva scostarsi molto da quanto aveva
presentato l’AD durante la mattinata. È
stato infatti un insieme di divertimento,
sicuramente per le persone presenti,
di tecnologia, motion, visione, sensori-
stica…, e di aspettativa di innovazione:
dalla sala si è elevato infatti un drone che
si è recato nell’area cantieristica e ha ‘vir-
tualmente posato’ la prima pietra.
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Siemens -
www.siemens.itAO
ATTUALITÀ
“L’innovazione migliore che potremmo sperimentare nel nostro Paese sarà
proprio lo smart working” ha commentato Golla
Il momento della costruzione virtuale della nuova sede Siemens
OTTOBRE 2016
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