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SETTEMBRE 2016

AUTOMAZIONE OGGI 392

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prese per recuperare competitività, grazie a un’estrema flessibi-

lizzazione delle capacità produttive. Le aziende saranno in grado

di ricominciare a ritagliare dei margini di profitto da reinvestire

in innovazione e sviluppo, per innescare un continuo aumento

di competitività. Tutto ciò avrà innegabilmente ripercussioni sul

mercato delle professioni. Non vi sarà tanto un calo della richiesta,

quanto un’evoluzione delle professionalità, che dovranno essere

in grado di integrare competenze di diversa natura: automazione,

elettronica, informatica, meccatronica. Inoltre, a fronte di un pre-

sumibile calo negli operatori di linea, le aziende amplieranno il

proprio staff dedicato alle attività di service, pre e post vendita”.

Sivieri:

“Industry 4.0 rappresenterà davvero una rivoluzione in-

dustriale, che porterà a uno stravolgimento delle consuetudini

progettuali. Verranno completamente riviste le abitudini di co-

struzione delle macchine, le pratiche per l’integrazione dal punto

di vista informatico della filiera produttiva e le modalità di crea-

zione e utilizzo delle informazioni, per supportare le decisioni in

tempo reale e passare dalla mass production alla mass customi-

zation. Verranno superati i precedenti confini dipartimentali all’in-

terno delle organizzazioni, introdotte nuove forme di lavoro e,

soprattutto, create filiere produttive digitali integrate. Dal punto

di vista delle professionalità, il percorso di digitalizzazione richie-

derà anche in ambito industriale competenze sempre più spinte

in campo informatico, di networking e, in generale, relative al

mondo web. Assisteremo a una ridefinizione delle competenze

più che a una riduzione delle risorse come molti temono.

L’industrial IoT ci riserverà delle sorprese in ambito industriale:

cambieremo per esempio il modo di lavorare, gestiremo mac-

chine e impianti attraverso smartphone, smartwatch, funziona-

lità cloud. Grazie alla piattaforma Proficloud di Phoenix Contact,

il cloud e le sue funzionalità si integrano nativamente con le reti

Profinet diventando una parte integrata della rete industriale,

aggiungendo alle architetture di controllo nuove funzionalità e

un’integrazione delle informazioni che risiedono in Internet”.

Griffini:

“Viste le attuali premesse e le potenzialità in termini di

incremento della produttività e della competitività, sembra logico

supporre che i prossimi cinque anni vedranno, anche nel nostro

Paese, un forte sviluppo di sistemi produttivi, in linea con quanto

teorizzato dai paradigmi di Industry 4.0. È altresì auspicabile che

il processo evolutivo in questa direzione venga supportato anche

a livello istituzionale, con strumenti di incentivazione volti a pro-

muovere gli investimenti in questa direzione. Il risultato atteso è

un’evoluzione del settore manifatturiero all’insegna di una mag-

giore flessibilità, un incremento della produttività e una riduzione

del TCO (costi totali di gestione). In questo modo, sarà possibile

creare un ambiente di produzione moderno ed efficiente, in

grado di resistere alle sfide del futuro e di continuare a ricoprire

una posizione di primo piano nel mercato. È prevedibile inoltre

la diffusione di servizi basati su cloud che permetteranno una

maggiore collaborazione tra aziende e supporteranno lo sviluppo

informatico delle PMI, permettendo loro l’accesso a strumenti di

sviluppo e archiviazione scalabili senza la necessità di onerosi in-

vestimenti in infrastrutture proprietarie”.

Porro:

“A differenza di molti trend dell’automazione industriale,

la ‘rivoluzione robotica’ non è stata presa a prestito dal mondo

commerciale, ma sta già migrando in altre direzioni, dal comparto

industriale a quello commerciale. I robot industriali sono stati uti-

lizzati finora per compiere azioni ripetitive, come prendere una

specifica parte dal magazzino e portarla o montarla in linea. Oggi,

invece, governati dai software, i robot sono programmabili e in

grado di svolgere una varietà di funzioni e task intelligenti, soddi-

sfando la richiesta di maggiore flessibilità produttiva”.

Randieri:

“Le prospettive del settore dell’automazione indu-

striale in Italia per i prossimi cinque anni sono legate alla capa-

cità delle aziende tricolori nel combinare strategia e tecnologia,

al fine di generare un effetto moltiplicatore sul business per di-

ventare o di continuare a essere imprese ad alte performance,

capaci di competere a livello globale. L’intero settore dovrà

saper cogliere questa combinazione, disegnando l’evoluzione

della propria strategia di business, cambiando drasticamente

i paradigmi di organizzazione, competizione e pianificazione

strategica. Innescando, di fatto, una trasformazione pervasiva e

veloce; una sfida che richiederà molto impegno e sacrificio da

parte dell’intera filiera che, se non riuscirà a collaborare unendo

gli sforzi di tutti, non sarà in grado di reggere la competizione

internazionale. Tutto ciò poi non è sufficiente se non vengono

impartite direttive e modus operandi da parte del Governo. L’u-

nica risposta a ciò al momento è del novembre 2015, quando

Ministero per lo Sviluppo Economico ha iniziato a lavorare su un

testo intitolato “Industry 4.0, la via italiana per la competitività

del manifatturiero”. L’obiettivo è “come fare della trasformazione

digitale dell’industria un’opportunità per la crescita e l’occupa-

zione”. In sintesi il documento dovrebbe individuare alcune aree

dove intervenire per tenere anche l’Italia al passo con l’epocale

trasformazione in atto, ovvero: rilanciare gli investimenti indu-

striali in ricerca e sviluppo; aiutare la crescita delle imprese; fa-

vorire le nuove imprese innovative (startup); definire criteri di

azione condivisi a livello europeo; cybersecurity e tutela della pri-

vacy; migliorare le infrastrutture di rete e diffondere conoscenze

approfondite sull’Industria 4.0”.

Foto tratta da www.pixabay.com

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